Delitto Ammaturo, ipotesi choc nella caccia al latitante: «Morto Cinquegranella»

Procura al lavoro su una recente soffiata: «Il custode delle Br è deceduto all’estero»

Il delitto Ammaturo nel 1982 in piazza Nicola Amore
Il delitto Ammaturo nel 1982 in piazza Nicola Amore
di Leandro Del Gaudio
Domenica 30 Luglio 2023, 23:55 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:12
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Potrebbe essere stato inghiottito dal tempo, assieme ai segreti che ha custodito per una vita, immerso in trame oscure che hanno segnato la storia criminale (e non solo) della prima Repubblica. Potrebbe non esserci più, chiudendo in modo definitivo uno dei filoni di indagine su un episodio di cronaca nera finito negli annali: parliamo dell’omicidio del capo della squadra Mobile della questura di Napoli Antonio Ammaturo e dell’agente scelto Pasquale Paola, il 15 Luglio 1982. Detto in parole più dirette, Renato Cinquegranella, ultimo latitante dell’inchiesta sull’omicidio di Ammaturo, potrebbe essere morto: potrebbe essere scomparso definitivamente per cause da accertare, portando con sé chissà quanti segreti custoditi in 40 anni di militanza camorrista. È questa l’ultima ipotesi investigativa legata alla cattura del superlatitante, il killer della Nuova famiglia che diede ospitalità ai brigatisti rossi che ammazzarono il capo della mobile, nell’agguato di piazza Nicola Amore. 

Ci sono delle tracce emerse in queste ore che spingono gli inquirenti a considerare come attendibile la pista della morte di Cinquegranella. Latitante dal 2002, da quando scappò dal carcere di San Gimignano approfittando di un permesso premio, Cinquegranella è un fantasma su cui va avanti una caccia all’uomo che vede impegnate le polizie di mezzo mondo. Ed è proprio da alcune recentissime informazioni info-investigative (al netto del riserbo calato su questa vicenda), che si apprende che Cinquegranella si sarebbe trasferito all’estero per sfuggire alla cattura, evidentemente per dribblare il pressing messo in campo dai migliori reparti investigativi che abbiamo sul territorio. Fatto sta che una volta varcati i nostri confini nazionali, Cinquegranella potrebbe essere morto. Defunto per cause ancora da accertare. Una possibilità, quest’ultima, che ha letteralmente elettrizzato gli inquirenti. Facile intuire l’esigenza di un raccordo tra reparti italiani e stranieri, per verificare se la notizia della morte del latitante corrisponda al vero o se invece si tratti di un depistaggio: di uno stratagemma messo in campo dal camorrista in fuga per depistare le indagini o addirittura far cessare ogni attività di inchiesta messa in campo sul suo conto. 


Ma proviamo a mettere a fuoco lo spessore del personaggio ricercato da 21 anni, che oggi torna a fare notizia per la possibilità di un decesso all’estero che chiuderebbe - in modo tombale - alcuni capitoli investigativi nati nei lontani anni Ottanta. Torniamo al 15 luglio del 1982, quando il capo della Mobile e il suo braccio destro vengono ammazzati in piazza Nicola Amore. Cinquegranella ebbe un ruolo determinante in questa storia: fu lui a fornire supporto logistico al gruppo di fuoco brigatista, in quell’occasione composto da Vincenzo Stoccaro, Emilio Manna, Stefano Scarabello, Vittorio Bolognesi e Marina Sarnelli (tutti condannati all’ergastolo). Li accudì, assicurando agli assassini di due uomini dello Stato la possibilità di scappare e cancellare le tracce del loro operato. Un sostegno logistico che confermò il patto scellerato tra frange della camorra e le Br a Napoli, come per altro sarà confermato dall’inchiesta sul sequestro dell’assessore Cirillo e il ruolo di mediazione svolto da Cutolo. Ma al di là del caso Ammaturo, Renato Cinquegranella viene indicato come un assassino sanguinario nelle tumultuose vicende camorristiche a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Certificati sono i rapporti tra Cinquegranella e l’ex boss Paolo Di Lauro (il famigerato Ciruzzo ‘o milionario), Aniello La Monica, Salvatore e Mario Lo Russo (entrambi ex boss di Miano), Luigi Vollaro (il “califfo” di Portici), e Raffaele Abbinante (tra i boss di Secondigliano). 

Ed è in questo scenario che Cinquegranella svolge un ruolo attivo in un delitto tra i più sanguinari, quello di Giacomo Frattini, alias Bambulella, affiliato alla Nco di Cutolo.

Per questo delitto, Cinquegranella è stato condannato all’ergastolo in via definitiva, inchiodato da una ricostruzione decisamente a tinte pulp: il corpo di Frattini venne brutalmente mutilato, avvolto in un lenzuolo nel bagagliaio di un’auto, mentre la testa, le mani e il cuore vennero trovati chiusi in due sacchetti di plastica all’interno della stessa vettura. Fu la risposta - si disse - della Nuova famiglia al ruolo dei cutoliani negli omicidi consumati nel carcere di Poggioreale, durante il terremoto del 23 novembre del 1980.

Episodi da antologia criminale da aggiungere al ruolo di custode svolto da Cinquegranella in favore degli assassini di Ammaturo e Paola, ma anche alla sua fuga del 2002. Da allora è iniziata una caccia all’uomo che ha coinvolto diversi paesi, non solo in Europa, che potrebbe fare registrare una battuta d’arresto, alla luce delle notizie delle ultime ore. Inevitabili un paio di domande: Cinquegranella è morto? È finita la caccia all’uomo? Oppure: il decesso del killer dei Di Lauro e amico delle Br è solo un trucco messo in campo dal wanted numero uno?

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