Faida di camorra a Portici, condannato all'ergastolo il figlio del capoclan Vollaro

Faida di camorra a Portici, condannato all'ergastolo il figlio del capoclan Vollaro
di Dario Sautto
Giovedì 25 Giugno 2020, 11:30
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Gli scissionisti stavano guadagnando territorio nella gestione delle estorsioni e scoppiò la violenta rappresaglia del clan Vollaro. Dopo 18 anni, ieri sono arrivati due ergastoli per la faida di camorra di Portici. Per l'omicidio di Giuseppe Obermayer e del tentato omicidio del capoclan scissionista Lorenzo Cozzolino (oggi pentito), avvenuti il 10 gennaio 2002 in via Rossano a Portici, sono stati condannati al carcere a vita Pietro Vollaro, figlio del capoclan Luigi o califfo, e il suo fedelissimo affiliato Antonio Romagnoli. La sentenza è stata emessa ieri sera dal gup del tribunale di Napoli, con il processo che è stato celebrato con rito abbreviato. Il pm dell'Antimafia, Giuseppe Cimmarotta, aveva chiesto la condanna all'ergastolo per i due elementi di spicco del clan Vollaro, accusati fin dal primo momento di quell'agguato di camorra consumato in un momento cruciale della faida di Portici. Da un lato commercianti e imprenditori vessati dagli scissionisti legati a Cozzolino, diventati bersaglio di bombe e avvertimenti per il pizzo. Dall'altro, il clan Vollaro voleva difendere il «blasone» della cosca fondata dal boss «califfo». Scoppiò la faida nel 2002, con diversi omicidi eccellenti, tra cui quello di Attilio Belsole, suocero di Cozzolino.

Già nei mesi successivi, per l'omicidio Obermayer era stato fermato e scarcerato lo stesso Pietro Vollaro, arrestato per altri reati successivamente e poi raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere per questo delitto solo un anno fa, a pochi giorni dalla sua scarcerazione per fine pena. Dopo 18 anni, grazie alle conferme di alcuni collaboratori di giustizia per Pietro Vollaro e Antonio Romagnoli che in assenza del boss faceva da reggente del clan è arrivata la condanna in primo grado all'ergastolo.

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