«La Federico II a Port'Alba, si studia tra le bancarelle»

Il coordinatore del polo umanistico Mazzucchi: i nostri corsi nelle librerie storiche

Port'Alba
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di Gennaro Di Biase
Giovedì 28 Dicembre 2023, 11:12
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Lezioni universitarie di letteratura, arte e filosofia della Federico II nelle librerie di Port'Alba. È un endorsement di peso quello che arriva da Andrea Mazzucchi - ordinario di Filologia Dantesca e direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Ateneo federiciano - per la rigenerazione della storica via dei libri nel cuore di Napoli.

Un'adesione che risponde presente alle sollecitazioni arrivate dai librai nei giorni scorsi: gli imprenditori della strada della cultura tra Bellini e piazza Dante, nell'attesa del restyling dell'arco e degli sgravi fiscali sulle occupazioni di suolo promessi da Sovrintendenza e Comune e attesi per il '24, stanno provando a fare sistema per organizzare eventi e dibattiti: «Siamo assolutamente favorevoli alla possibilità di realizzare lezioni accademiche di storia, filosofia, storia dell'arte e letteratura a Port'Alba», esordisce Mazzucchi, che è anche delegato del sindaco Manfredi alle biblioteche.

Che tempistiche potrebbe avere l'organizzazione di lezioni nelle librerie di Port'Alba?
«Stiamo seguendo con attenzione la campagna stampa avviata da Il Mattino.

Il Dipartimento di Studi Umanistici è favorevole anche a mettere nero su bianco un patrocinio per gli eventi nella via dei libri. Organizziamo già eventi di dipartimento alla Brau di piazza Bellini, parte di questi potremmo tenerli a Port'Alba. Se le documentazioni saranno a posto, si potrebbe partire con le lezioni già a marzo del 2024, in concomitanza con l'inizio dei corsi per il prossimo trimestre accademico».

Come funziona la procedura per mettere a posto le documentazioni?
«Sarebbe più facile se i librai, intanto, avessero costituito ufficialmente un'associazione. Abbiamo in mente di organizzare lezioni che possano portare crediti accademici agli studenti, ma che assieme siano aperte anche alla cittadinanza. Dai grandi classici alla letteratura e alla filosofia contemporanea».

Insomma, l'idea è quella di creare veri e propri dibattiti culturali a Port'Alba, come succedeva un tempo con Eco e Pasolini nella Saletta Rossa?
«L'Università Federico II intende andare sempre più incontro al territorio, far sentire la sua presenza urbana e fondersi con la città. E questo discorso vale specialmente quando si parla della riqualificazione e della rigenerazione di aree tanto simboliche per la città come la via dei libri. Tutti noi abbiamo ricordi importanti a Port'Alba. Quella via è un patrimonio della storia e della cultura della città. E poi, mi lasci dire che il sostegno alle librerie indipendenti è nel pieno spirito di quello che la letteratura può e deve fare, materialmente, per la società contemporanea. La letteratura nasce in questi luoghi, e aiutarne la sopravvivenza è fondamentale per tramandare il sapere letterario. Io stesso ho imparato l'amore per i libri da un cartolibraio che tanti anni fa lavorava al Rione Alto. Si chiamava Vittorio Riccio. Lui è morto da tempo e ora al posto del suo negozio c'è un fruttivendolo. Ma lo ringrazio ancora per avermi dedicato il suo tempo e per avermi trasmesso il suo amore per i libri».

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Cosa ne pensa del futuro della via di Port'Alba?
«Ne ho parlato recentemente anche con il filosofo Roberto Esposito: le attività ibride, come Berisio, che ha trovato la formula di un locale che serve drink e vende libri, potrebbe essere la strada più lungimirante per la sopravvivenza economica degli storici librai. L'esistenza degli shop online non è un fenomeno controllabile "dal basso", per così dire. La diversificazione delle attività e dei prodotto, invece, può essere una soluzione intelligente per le imprese culturali. Soprattutto se al libro si affiancano merci non commerciabili sul mercato digitale, come i drink: è un dato di fatto. Ovviamente, dovrebbe restare centrale il libro, anche nelle formule di attività ibride. E l'attività culturale dovrebbe essere portata avanti da persone competenti. Che il libro, insomma, non diventi un pretesto per aprire un altro bar».

Port'Alba a parte, prossimi passi per la cultura in centro? «Come annunciato, nei prossimi mesi, grazie al sindaco e ai fondi stanziati, il Complesso di San Domenico diventerà la Casa della Lettura partenopea».

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