Uccisa per difendere il fidanzato: «Salvatore era ossessionato da Sonia», ma nessuno lo ha fermato

Uccisa per difendere il fidanzato: «Salvatore era ossessionato da Sonia», ma nessuno lo ha fermato
di Dario Sautto
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 15:21
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Non aveva mai accettato la fine della loro relazione, le mandava messaggi, l'aveva già minacciata nei mesi scorsi. E, non appena ha avuto l'occasione, ha messo in pratica il suo folle progetto omicida. Salvatore Carfora, 39enne pregiudicato di Torre Annunziata, pur non confessando ha implicitamente ammesso di aver ammazzato lui Sonia Di Maggio, la sua ex fidanzata 29enne, che da Rimini si era trasferita nel Salento. Ma, stando al racconto del nuovo compagno della giovane, il vero obiettivo della follia omicida doveva essere proprio Francesco Damiano, carpentiere di 29 anni, con il quale la giovane da un mese conviveva a Specchia Gallone, frazione di Minervino, piccolo centro a pochi chilometri da Otranto. Carfora è stato fermato all'alba di ieri dai poliziotti del commissariato di Otranto, nei pressi della stazione ferroviaria. Era a piedi e aveva ancora lo zainetto che indossava al momento del delitto, che si è consumato in pochi istanti nel tardo pomeriggio di lunedì. Il 39enne era tornato libero da pochi mesi: in estate aveva lasciato l'ospedale psichiatrico giudiziario «Filippo Saportito» di Aversa, dove aveva scontato una condanna definitiva per aver accoltellato un suo «collega» parcheggiatore abusivo a Napoli nel 2011, ferendolo gravemente. Da allora aveva più volte contattato Sonia, che nel frattempo si era impegnata in un'altra relazione.

Originario di Torre Annunziata, la sua ultima residenza certificata era proprio nel rione Provolera, uno dei quartieri dello spaccio di droga della cittadina oplontina. Subito dopo, la sua presenza era stata più volte segnalata dalle forze dell'ordine in un dormitorio nei pressi della stazione centrale di Napoli; di fatto era senza fissa dimora. In treno fino a Lecce e poi in autobus fino al piccolo centro del Salento è la prima ricostruzione degli investigatori Carfora sarebbe arrivato lunedì nel paesino di appena 500 anime. Dal bus sarebbe sceso quasi al volo, dopo aver notato nei pressi delle palazzine popolari la coppia che lui voleva ammazzare. Sonia e Francesco stavano andando a fare la spesa. «Vieni qua che ce la vediamo fra noi» avrebbe detto più volte Carfora all'indirizzo del nuovo fidanzato di Sonia.

La ragazza si sarebbe intromessa per sedare la lite, per finire ammazzata con diverse coltellate al collo e all'addome. Impossibile per i soccorritori rianimare la giovane, morta dissanguata, riversa sul marciapiede. Nel frattempo, Carfora era fuggito a piedi per poi liberarsi degli abiti sporchi di sangue e dell'arma del delitto. Secondo quanto raccontato dal compagno di Sonia, Carfora aveva già più volte minacciato via messaggio la sua ex. «Vi uccido, faccio una strage» le scriveva. E lunedì sera, nel tranquillissimo centro salentino, è passato alle vie di fatto.

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Sonia aveva conosciuto Francesco Damiano un anno fa sui social. Da circa un mese avevano cominciato a frequentarsi fino a decidere di trasferirsi in Salento. Lui carpentiere, lei in cerca di lavoro, stavano alloggiando in una casa dei genitori di lui, nelle palazzine a due passi da quella fermata dell'autobus. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Alberto Santacatterina della Procura di Lecce, non sono ancora chiuse. Carfora avrebbe ammesso il delitto, ma non ha ancora formalmente confessato. «Al momento è in stato confusionale» sostengono gli inquirenti. Nel frattempo, il 39enne è in stato di fermo per omicidio. Al vaglio degli inquirenti c'è il racconto di Francesco Damiano. Subito dopo il femminicidio, il giovane salentino ha raccontato: «Stavamo andando al supermercato io e lei da soli. Poi è sbucato lui, l'ha presa per il collo e ha cominciato ad accoltellarla. E ha continuato dandole più di una ventina di coltellate. Lei ha cercato di liberarsi. Io nel frattempo stavo cercando aiuto e non c'era nessuno, poi mi sono messo a urlare ed è arrivato qualcuno. Ma lui era già scappato e lei stava a terra». Sempre Francesco ha raccontato delle persecuzioni e delle minacce subite da Sonia nei mesi scorsi e mai denunciate. 

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