Vediamo la foto di questa ragazza e basta per sentirci turbati e chiamati a fare qualcosa. A rinunciare per un momento al nostro egoismo, perché non smetta di sognare. Francesca Antonioli oggi è in ospedale e non riesce quasi a parlare a causa degli effetti collaterali delle terapie. Ha bisogno di un trapianto il prima possibile. La studentessa napoletana è affetta da una leucemia. Una recidiva: la malattia è tornata dopo 10 anni, e in questi casi è previsto l'intervento. «Come must imperdibile».
Nell'appello che ha lanciato su Facebook, lei avvisa: «Donare il midollo osseo è un atto di civiltà al quale dovremmo essere abituati, a prescindere da quando è toccato qualcuno che ci è vicino, perché oggi si tratta di me, ma anche di tanti altri come me, domani di altri ancora, perché purtroppo va così». Solo a Napoli e nel resto della regione, sono richieste 130-140 operazioni all'anno. «Se pure il vostro midollo non dovesse andare a me, potrebbe salvare un'altra vita, per cui vi prego di cimentarvi in questa cosa», insiste Francesca, che spiega: «Potete iscrivervi come donatori al Policlinico Federico II, edificio 9D, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 11.30 e il sabato dalle 8 alle 12.30, o comunque documentarvi in un centro della vostra città».
Altre informazioni sono sul sito di Admo, l'associazione che ha acquisito 14.153 disponibilità nel 2020 ed è presieduta da Michele Franco, che traccia l'identikit dei candidati: «Tra i 18 e i 35 anni, in buona salute e dal peso di almeno 50 chili. Ma solo uno su 100.000 è compatibile».
Il motivo? «La combinazione di antigeni Hla risente della geografia e della parentela, anche se ancestrale. Per questo, è importante non fermarsi nella ricerca: la Campania è al secondo posto in Italia per sensibilità», chiarisce l'immunologo Fabrizio Pane, il professore universitario che ha in cura Antonioli ed è stato tra i primi esperti contattati per Alex, il piccolo al centro di una vera e propria gara di solidarietà internazionale. «Vi rubano giusto un pizzichino di sangue per tipizzarvi, se uno di voi dovesse essere il mio (o di qualcun altro!) principe azzurro sarete contattati».