Francesca e la ricerca del «tipo giusto» su 100mila

Francesca e la ricerca del «tipo giusto» su 100mila
Maria Pirrodi Maria Pirro
Lunedì 6 Settembre 2021, 16:10 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 15:38
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Vediamo la foto di questa ragazza e basta per sentirci turbati e chiamati a fare qualcosa. A rinunciare per un momento al nostro egoismo, perché non smetta di sognare. Francesca Antonioli oggi è in ospedale e non riesce quasi a parlare a causa degli effetti collaterali delle terapie. Ha bisogno di un trapianto il prima possibile. La studentessa napoletana è affetta da una leucemia. Una recidiva: la malattia è tornata dopo 10 anni, e in questi casi è previsto l'intervento. «Come must imperdibile».

Nell'appello che ha lanciato su Facebook, lei avvisa: «Donare il midollo osseo è un atto di civiltà al quale dovremmo essere abituati, a prescindere da quando è toccato qualcuno che ci è vicino, perché oggi si tratta di me, ma anche di tanti altri come me, domani di altri ancora, perché purtroppo va così». Solo a Napoli e nel resto della regione, sono richieste 130-140 operazioni all'anno. «Se pure il vostro midollo non dovesse andare a me, potrebbe salvare un'altra vita, per cui vi prego di cimentarvi in questa cosa», insiste Francesca, che spiega: «Potete iscrivervi come donatori al Policlinico Federico II, edificio 9D, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 11.30 e il sabato dalle 8 alle 12.30, o comunque documentarvi in un centro della vostra città».

Altre informazioni sono sul sito di Admo, l'associazione che ha acquisito 14.153 disponibilità nel 2020 ed è presieduta da Michele Franco, che traccia l'identikit dei candidati: «Tra i 18 e i 35 anni, in buona salute e dal peso di almeno 50 chili. Ma solo uno su 100.000 è compatibile».

Il motivo? «La combinazione di antigeni Hla risente della geografia e della parentela, anche se ancestrale. Per questo, è importante non fermarsi nella ricerca: la Campania è al secondo posto in Italia per sensibilità», chiarisce l'immunologo Fabrizio Pane, il professore universitario che ha in cura Antonioli ed è stato tra i primi esperti contattati per Alex, il piccolo al centro di una vera e propria gara di solidarietà internazionale. «Vi rubano giusto un pizzichino di sangue per tipizzarvi, se uno di voi dovesse essere il mio (o di qualcun altro!) principe azzurro sarete contattati».

Conclude Francesca: «Vi ringrazio se lo farete e se porterete amici e parenti. Più siamo, più è facile».

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