A Mergellina tra parcheggiatori abusivi, fiori e traffico: viaggio nella notte “trap” degli chalet

Turisti in fuga dal lungomare di Napoli dopo la morte di Francesco Pio

Sul luogo dell'omicidio la foto della vittima, Francesco Pio Maimone
Sul luogo dell'omicidio la foto della vittima, Francesco Pio Maimone
di Gennaro Di Biase
Domenica 26 Marzo 2023, 23:01 - Ultimo agg. 27 Marzo, 18:01
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Sono notti diverse ma non troppo, quelle di Mergellina. Notti di commemorazione e posti di blocco, parcheggiatori abusivi e fiori posati a terra per Francesco Pio Maimone. Notti di canzoni di Geolier e triple file di auto che si riformano immediate, nella curva dei chioschi e degli chalet, appena le forze dell’ordine si allontanano. Nella fetta di lungomare colonizzata dai rampolli dei clan non c’è, ovviamente, la folla dei due scorsi weekend – che ha prodotto altrettanti morti. Ma si intuisce, dai gusti musicali e dal look occhiali e barba lunga in «Emanuele Sibillo style» di chi anche l’altra notte non ha rinunciato allo spritz in riva al Mediterraneo, che la cultura alla Scarface e da fascino del male non lascerà tanto facilmente Mergellina. L’aria è quella di un silenzio pronto a tornare rabbia e Far West, se il giro di vite delle forze dell’ordine - nelle scorse ore ben stretto ed efficace - dovesse allentarsi. 

«Mergellina è il posto più bello del mondo», sussurra il bambino al papà guardando Partenope che si solleva dal mare per formare la collina del Vomero. «Vero, ma devi starti attento», sospira l’uomo, come se bellezza e dannazione fossero una cosa sola. Il dialogo avviene intorno all’una, a mezzo metro di distanza dal chiosco “da Sasà”. L’unico chiuso assieme allo Chalet Delle Palme, nella notte tra sabato e domenica. La foto del giovanissimo pizzaiolo di Pianura ucciso senza colpe lo scorso fine settimana campeggia sulla saracinesca abbassata. A terra, la scritta «Stop violenza», un santino della Madonna che scioglie i Nodi e decine di fiori lasciati da passanti o auto di passaggio di conoscenti, che posano una rosa e corrono via. È Mergellina che commemora la sua vittima innocente (striscioni anti-violenza appaiono anche su altri chalet vicini). Eppure, alcuni segnali indicano che l’illegalità si è come incrostata sulla pelle di questa passeggiata del lungomare, la cui bellezza è viva quanto insanabile. È Napoli.

Molti dei giovanissimi che anche in queste notti hanno riempito chioschi e chalet portano la barba lunga, stile jihad, come il boss morto ventenne Emanuele Sibillo, capo della “paranza dei bambini”.

Ragazzini che parlano una lingua particolare, fatta di canzoni trap trasmesse dai gestori e cantate a squarciagola. Come “X Caso di Geolier”. «Int’â n’ata vita te cerco ‘o stesso - recita il testo - acciro ‘a stessa persona c’ ‘o stesso fucile». «Per caso», appunto, come è morto Francesco Pio Maimone. Tutto avviene senza logica e senza regole, sui marciapiedi di Mergellina. «’O zì - domanda un uomo che ha appena parcheggiato - La macchina sta tranquilla qua, pure se ci stanno le strisce blu?». «Non vi preoccupate, me lo vedo io», risponde il parcheggiatore abusivo. E avviene la transazione. Doppie e triple file di macchine si formano immediate, appena la strada resta senza pattuglie. Il traffico, in compenso, è perennemente in tilt. Dalle 23 alle 3 di notte, anche nelle ore della commemorazione. Di famiglie in giro se ne vedono poche. Come raccontato su queste pagine anche nei giorni scorsi, dall’arrivo delle restrizioni pandemiche e dalla chiusura delle discoteche, Mergellina si è trasformata in una “zona franca”, una location di assembramenti e musica ad alto volume. E, di conseguenza, gli chalet e i locali che puntano sulla ristorazione tradizionale chiudono bottega molto presto. Prima di mezzanotte, come Cenerentola. Nemmeno i turisti arrivano in massa, da queste parti, di sera. «La morte di Francesco Pio ha fatto male - commentano da uno dei chioschi - L’altro era un agguato, ma questo no. Questa morte brucia. Noi stessi eravamo in difficoltà a trattare con i clienti e dirgli di andare via se non consumavano. Speriamo che ora restino solo “i buoni”». Già. Speriamo. 

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C’è anche qualche deluso, che cambia zona perché in questo weekend si aspettava «un po’ di sballo in più a Mergellina», Il giro di vite sui controlli c’è stato. Lo stesso parcheggiatore abusivo, un napoletano con precedenti, è stato denunciato dalla polizia. Gli agenti dell’ufficio prevenzione generale e personale della polizia locale, fino a ieri, avevano identificato 336 persone nella sola zona degli chalet, controllato 169 veicoli, di cui due sottoposti a sequestro amministrativo, 5 a fermo amministrativo e contestato 34 violazioni del codice della strada. I Carabinieri, con quattro pattuglie, hanno allestito un presidio fisso nella curva dei chioschi fino alla mezzanotte inoltrata. La polizia ha presidiato anche l’altro punto caldo, quello di Largo Sermoneta. Intorno all’una di domenica, anche un’auto della Municipale ha raggiunto la zona delle sparatorie che hanno insanguinato il mare di Napoli.

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