Torre Annunziata: «Io aggredito perché gay», ​ma è giallo sulla denuncia

Torre Annunziata: «Io aggredito perché gay», ma è giallo sulla denuncia
di Dario Sautto
Martedì 22 Giugno 2021, 23:47 - Ultimo agg. 24 Giugno, 07:32
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«Mi hanno bloccato le mani e chiuso con forza lo sportello. Mi hanno spento due cicche di sigarette sul braccio. Mi urlavano contro e mi insultavano. Ho provato a chiedere aiuto ma nessuno è corso in strada eppure tutte le finestre dei balconi erano aperte». Un racconto affidato a una mail anonima parla di intolleranza e omofobia. Un’aggressione violenta «solo perché sono gay», che sarebbe avvenuta alcune settimane fa, di notte, quando era ancora in vigore il coprifuoco. Teatro della triste storia di violenza dovrebbe essere Torre Annunziata, il Parco Penniniello, un rione che nelle ultime settimane sta occupando spesso le pagine delle cronache per la faida tra i minorenni e per la nascita del «quarto sistema», un nuovo clan di camorra che vuole sfidare l’egemonia dei Gionta. In una città dove l’omertà spinge i testimoni oculari di omicidi di innocenti a tacere, per paura. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni aggravate dalla presenza di più persone riunite. Non esiste, infatti, un’aggravante che contempli le discriminazioni sessuali. Il procuratore Nunzio Fragliasso conferma che «nessuna denuncia è stata presentata nelle ultime settimane» ma che «si tratta di un caso procedibile d’ufficio, anche se la vittima e gli aggressori al momento restano ignoti». 

La vittima ha raccontato di essere omosessuale, di avere 34 anni. «Sono andato in caserma per denunciare – ha aggiunto – ma ho avuto paura quando mi hanno chiesto il riconoscimento dei miei aggressori. Non sono omertoso ma dire la verità in questa città può costare la vita». Un dettaglio, questo, smentito dalle forze dell’ordine. Nessuno, infatti, si è presentato in caserme o commissariati, né poi ha deciso di andare via e di non denunciare perché intimorito. Inoltre, neanche ai vari ospedali dell’area stabiese e vesuviana risultano di recente ricoveri in pronto soccorso per quel tipo di lesioni. Dopo l’apertura dell’inchiesta, la speranza degli inquirenti è che – con tutte le dovute tutele per i testimoni di giustizia – la vittima possa decidere di presentarsi da carabinieri o polizia e denunciare effettivamente l’accaduto, per far procedere le indagini e identificare i suoi aggressori. «Un branco di sette giovani, tra i 17 e i 30 anni» come racconta il 34enne.

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L’idea degli investigatori al momento porta a identificare la vittima in un 34enne pluripregiudicato per spaccio di cocaina, evasione e lesioni, che ha già denunciato altri episodi di intolleranza e omofobia nei suoi confronti.

Secondo il racconto, il ragazzo era in compagnia di un’amica che poi si sarebbe data alla fuga. Il branco avrebbe accerchiato l’auto, dove poi il 34enne sarebbe stato insultato e picchiato violentemente nella totale indifferenza di chi ha visto dai balconi del quartiere popolare. 

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L’associazione Pride Vesuvio Rainbow promuove una manifestazione con associazioni e cittadini per esprimere vicinanza e solidarietà alle vittime. «Non possiamo e non dobbiamo tacere, restare in silenzio – dice Antonello Sannino – non accetteremo mai questo clima di terrore e violenza in città. Domani terremo una manifestazione per esprimere vicinanza e solidarietà alle vittime, per condannare questa inaccettabile violenza». L’iniziativa si terrà alle 19,30 in via Settetermini. «Alla giovane vittima di questa assurda e deplorevole vicenda – afferma il sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione – chiedo di avere il coraggio di farsi vivo. Troverà tutto il sostegno psicologico e sociale da parte del Comune e dei suoi servizi sociali». Il primo cittadino parla con orgoglio di una «città estremamente inclusiva, prova ne siano tra l’altro le diverse iniziative che abbiamo portato avanti con l’Arcigay». 

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