Generale medico Natale Ceccarelli, responsabile dell'attività per l'emergenza Covid in Campania, qual è il supporto delle Forze Armate in contrasto al diffondersi del virus?
«Dalle primissime fasi dell'epidemia le Forze Armate sono state costantemente impegnate e disponibili a fornire ogni giorno risposte concrete ad una emergenza sanitaria che ha stravolto abitudini e stile di vita delle famiglie di un'intera nazione e non solo. Su tutto il territorio nazionale, compresa la Campania, su disposizione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è stato attivato un complesso ed importante sistema di attività gestito dallo Stato Maggiore della Difesa, attraverso le quattro Forze Armate di appartenenza e coordinato dal Comando operativo di vertice interforze in accordo con istituzioni, autorità sanitarie locali e Prociv, per la pianificazione e la condotta delle attività. Tra queste, l'operazione Igea che ha avuto come target la dislocazione sul territorio nazionale di 200 Dtd (Drive Through della Difesa) deputati alla effettuazione dei tamponi molecolari, l'Operazione Eos, iniziata con la delicata fase di arrivo dei vaccini, prevede il loro stoccaggio presso l'aeroporto militare di Pratica di Mare e il successivo trasporto in tutte le regioni italiane. Negli ultimi periodi, inoltre, in accordo alle richieste del servizio sanitario regionale e locale, la Difesa sta costituendo delle postazioni vaccinali fisse e mobili (Presidi Vaccinali Difesa - Pvd) anche attraverso la riconversione dei Drive Through Difesa».
A che punto è l'organizzazione della campagna vaccinale in Campania?
«L'evoluzione della situazione sanitaria ha portato ad una parziale rimodulazione dell'operazione Igea assicurando che i Drive Through della Difesa siano pronti a convertirsi in presidi per la somministrazione dei vaccini (Pvd).
Ci sono supporti della Difesa anche sulle isole campane?
«Il fenomeno epidemico è su scala nazionale. Le Forze Armate insieme con gli altri corpi dello Stato stanno supportando la Protezione Civile nell'operazione di contrasto, mettendo a disposizione capacità logistiche e operative su scala nazionale. Per le isole campane vorrei portare l'esempio di quanto accade sull'isola di Ischia dove è presente un team sanitario composto da personale militare deputato all'effettuazione dei tamponi e, da qualche giorno, all'inoculazione dei vaccini a favore della popolazione civile (al momento garantiscono circa 200 vaccinazioni al giorno)».
Quanti sono i medici e il personale sanitario delle Forze Armate in campo in Campania?
«Il supporto delle Forze Armate è molto diversificato ed ampio. Basti pensare che oltre a mezzi, attrezzature e strutture sono impiegati ogni giorno una media di 1.100 militari. Per quanto attiene il personale sanitario, medico ed infermieristico, sul territorio nazionale nell'ambito dell'operazione Igea, sono più di mille unità sanitarie. Oggi nei Drive Through della Difesa sono impiegati circa 270 militari. In Campania presso ogni Dtd opera o ha operato un team sanitario composto da un ufficiale medico e 2 sottufficiali infermieri. Tali assetti sanitari sono coordinati da me, in qualità di ufficiale coordinatore regionale grazie anche al supporto del Comando Forze Operative Sud. L'attività quotidiana dei Dtd ha consentito di effettuare in Campania circa 230mila tamponi molecolari nei confronti della popolazione. In generale un ufficiale medico dell'Aeronautica Militare e 53 tra ufficiali medici e sottoufficiali infermieri dell'Esercito Italiano, oltre al supporto logistico fornito da parte del Comando Forze Operative Sud con tende, attrezzature e circa 50 militari tra ufficiali, sottoufficiali e graduati deputati».
Il personale sanitario militare opera solo per i tamponi e la somministrazione di vaccini, oppure ci sono altre attività?
«La forte sinergia tra il Dipartimento della Protezione Civile e i ministeri Difesa, Affari Esteri e Salute, e interoperabilità con le varie amministrazioni locali, ha permesso di dare una risposta concreta del sistema Paese fornita in supporto alla collettività per la gestione dell'attuale crisi pandemica. Il personale sanitario della Difesa, sin dalla prima ondata, ha fornito diversi contributi. Per citare alcune tipologie di attività, sono stati impiegati a supporto di ospedali pubblici per snellire il carico ospedaliero, all'interno delle Rsa, in strutture medico campali allestite ad hoc, nei Covid Hospital, in laboratori tecnici campali ed aumentando il numero di ambulanze messe a disposizione. Insomma un impegno molto variegato. In Campania, per portare un esempio, c'è il prezioso supporto delle Forze Armate direttamente alle Asl. Nel dettaglio un team sanitario dell'Esercito italiano (5 ufficiali medici e 5 sottufficiali infermieri) è stato impiegato presso l'ospedale Loreto Mare di Napoli, nel reparto di terapia sub-intensiva. Il team sanitario ha consentito di aumentare le capacità di tale reparto da dieci a venti posti letto. Il personale ha sempre operato in silenzio ma con massima professionalità riscuotendo il rispetto e il plauso della dirigenza ospedaliera».