Ercolano. I killer sbagliano bersaglio: «Pagamento dimezzato». Ed esplode la protesta

L'auto della vittima sul luogo del delitto
L'auto della vittima sul luogo del delitto
Mercoledì 24 Febbraio 2016, 18:34
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Sbagliò bersaglio e per questo incassò solo una parte della cifra pattuita come ricompensa per il delitto. Ma il killer, Vincenzo Spagnuolo, non si arrese e protestò. E' uno degli sconcertanti particolari che emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Marcello De Chiara. 
 



Sono state soprattutto le dichiarazioni di una donna, Antonella Madonna, collaboratrice di giustizia ed affiliata al clan Ascione, a rovinare il marito, Natale Dantese, e i suoi complici, Antonio Sannino, Vincenzo Spagnuolo e Pasquale Spronello. Madonna, spiega il magistrato, nel clan «aveva un ruolo pienamente operativo, tanto
che, a seguito dell’arresto del marito, avvenuto in data 08.03.2010, era lei in prima persona ad assumere il comando del gruppo ed era in ragione di tale suo pieno inserimento nel dan che la stessa veniva poi riconosciuta
colpevole del reato di promozione, direzione ed organizzazione di associazione a delinquere di stampo
camorristico». E fu proprio lei ad accompagnare Spagnuolo a Scafati a casa della fidanzata subito dopo il delitto. Secondo la collaboratrice di giustizia il vero bersaglio dell'agguato era un affiliato al dan Birra,  tale Nicola “mutand ‘e fierro”, il quale aveva un’autovettura dello stesso tipo di quella del ragazzo, una Suzuki Swift.  

Nel corso del viaggio verso Scafati la donna aveva assistito al dialogo tra Dantese e Spagnuolo. Dantese avrebbe dovuto consegnare a Spagnuolo, il killer, una grossa somma di denaro, ma, visto l'errore gli diede solo ottocento euro. Spagnuolo non gradì la decisione e protestò vivacemente spiegando di non essere colpevole dello scambio di persona che sarebbe stato, invece, attribuibile  a chi aveva fatto la “battuta” ovvero tale Lino, che poi è stato identificato in Pasquale Spronello. 

Nell'ordinanza si delineano i ruoli diversi ricoperti nella missione di morte. Dantese sarebbe stato l'organizzatore dell'omicidio e avrebbe poi recuperato il killer, Vincenzo Spagnuolo, per accompagnarlo a Scafati dalla fidanzata.
Antonio Sannino avrebbe partecipato all'esecuzione, mentre Pasquale Spronello avrebbe fatto da specchiettista, assumendosi il compito di indicare la vittima.
 

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