Il Piano nazionale salute per il Sud è «l'ultima opportunità per ridurre le diseguaglianze tra le Regioni». Lo afferma il presidente della Federazione medica Cimo-Fesmed. «625 milioni - afferma Quici - sono una boccata d'ossigeno per la sanità meridionale. Risorse necessarie per compensare gli scarsi finanziamenti degli anni passati che hanno contribuito a marcare in modo ancora più profondo la distanza tra il Nord ed il Sud. Il Programma nazionale per l'equità nella salute annunciato dal ministro Roberto Speranza è dunque un'ottima notizia, purché le risorse siano allocate in modo appropriato e severamente controllato.
Incrementare gli screening oncologici, contrastare la povertà sanitaria, rafforzare i dipartimenti di salute mentale, promuovere la medicina di genere e aumentare il numero dei consultori sono senz'altro obiettivi ambiziosi che contribuiranno a migliorare la prevenzione e l'assistenza sanitaria, incidendo sullo stato di salute della popolazione». Un progetto, prosegue, che «deve essere strettamente collegato agli obiettivi del Pnrr e al rafforzamento, quindi, della sanità territoriale.
«Ogni intervento volto a ridurre tali diseguaglianze, che hanno inevitabilmente conseguenze anche sullo stato di salute dei cittadini, è da incentivare e sostenere con forza. Si tratta - conclude - di una sfida complessa, ma non più rinviabile».