Napoli: in fuga Raffaele Paolo, il narcos del clan Di Lauro. Blitz della polizia, in casa c'era solo la moglie

Napoli: in fuga Raffaele Paolo, il narcos del clan Di Lauro. Blitz della polizia, in casa c'era solo la moglie
di Luigi Sabino
Venerdì 29 Luglio 2022, 20:59 - Ultimo agg. 23:08
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È in fuga Raffaele Paolo. Quando gli uomini della Squadra Mobile si sono presentati dinanzi alla porta della sua abitazione per notificargli una misura cautelare, di ‘o rochez, questo il suo soprannome, non c’era più traccia. All’interno dell’appartamento di vico Parrocchia, gli investigatori, insieme ai colleghi del commissariato Secondigliano, hanno trovato soltanto sua moglie, S. E., anche lei destinataria di una misura che le impone il divieto di dimora in Campania. I due sono accusati di aver violato le norme in materia di stupefacenti. Responsabilità che sono emerse nell’ambito di un’altra attività investigativa che coinvolgerebbe altri esponenti di spicco della criminalità secondiglianese.

Non un personaggio qualunque “‘o rochez”. Il suo nome comincia a circolare negli ambienti investigativi più di vent’anni fa quando le attenzioni si spostano su un sodalizio allora ritenuto, erroneamente, uno dei tanti sottogruppi della famigerata Alleanza di Secondigliano, il clan Di Lauro. La reale comprensione di quella che è l’organizzazione fondata dal boss Paolo Di Lauro lo si scoprirà solo qualche anno più tardi ma già all’epoca il nome di Paolo figura tra quelli di maggiore interesse per le forze dell’ordine.

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Nel 2001, ad esempio, viene intercettata una conversazione tra Carlo Niola, altro narcos di punta del sodalizio dilauriano, e un soggetto non identificato, conversazione nella quale, il primo, chiedeva al suo interlocutore di intestarsi fittiziamente la proprietà di un barca di oltre nove metri. L’utenza utilizzata si scoprì che era intestata proprio a Paolo. Sulla vicinanza tra ‘o rochez e i Di Lauro le conferme arrivano pochi mesi più tardi. L’organizzazione finisce nel mirino della Procura antimafia che fa scattare i primi mandati di cattura. Anche allora Paolo, e con lui altri esponenti di spicco del sodalizio, tra cui lo stesso Niola, riescono a sottrarsi alle manette. La loro latitanza, tuttavia, è di breve durata. Poche settimane più tardi, infatti, sia Paolo che Niola sono localizzati e arrestati mentre si nascondevano in un residence a Terracina, sulla costa laziale. Insieme a loro è catturato anche un altro fuggitivo. Si tratta di Enrico D’Avanzo, cognato del padrino Paolo Di Lauro e, soprattutto, suo braccio destro nella gestione delle attività illecite.

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Nel corso di successive attività si scoprì, tra le altre cose, che ‘o rochez, insieme a Niola e con la supervisione di D’Avanzo, aveva allacciato contatti con alcuni trafficanti della zona di Montecatini, nel pistoiese. Tornato in circolazione dopo aver scontato la pena, Paolo, secondo quanto riferito dagli investigatori, avrebbe avuto un profilo molto più basso anche se questo non gli avrebbe impedito di frequentare le vecchie compagnie. Da recenti controlli, infatti, si è scoperto che il fuggitivo era solito intrattenersi con i fratelli Rispoli, altra storica compagine malavitosa nata in seno al clan Di Lauro e, passata, poi, con gli scissionisti.

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