È stato estradato questa mattina il boss Raffaele Mauriello. Il 33enne, indicato come esponente di spicco della cosca Amato-Pagano, è atterrato poco prima delle 8 presso all’aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da Dubai, località dove era stato arrestato lo scorso agosto e dove si era rifugiato per sottrarsi alla giustizia italiana. Una fuga quella di ‘o chiatto, questo il suo soprannome, iniziata nel settembre del 2018 quando fu accusato degli omicidi di Andrea Castello e Antonio Ruggiero, entrambi commessi nel 2014 nell’ambito di uno scontro esploso all’interno degli stessi Amato-Pagano.
Fuggito a Dubai, prima che le forze dell’ordine potessero mettergli le manette ai polsi, aveva goduto della protezione di un altro pezzo da novanta della criminalità napoletana, Raffaele Imperiale, il trafficante internazionale di cocaina, diventato celebre perché, presso uno dei suoi nascondigli, furono recuperati due quadri di Van Gogh rubati nel museo di Amsterdam nel 2002.
Fin dal momento della sua fuga, infatti, gli investigatori avevano sospettato che Mauriello potesse aver trovato rifugio a Dubai. La conferma, però, era arrivata soltanto dopo diversi mesi quando nel corso di un’altra indagine, grazie alle intercettazioni raccolte all’interno della vettura utilizzata da due affiliati agli Amato-Pagano si era scoperto che i vertici del sodalizio avevano vietato ai vari sodali di recarsi a Dubai anche per una semplice vacanza. Il motivo? Perché non si doveva turbare la latitanza di Lello ‘o pesante, altro soprannome con cui era conosciuto Mauriello negli ambienti criminali di Melito. Indagini che hanno permesso agli inquirenti di spiccare altri due mandati di cattura nei suoi confronti. Il primo per un altro omicidio, quello di Fabio Cafasso, ucciso a Scampia nel 2011 e il secondo per la sua partecipazione al sodalizio Amato-Pagano. vincitore dalla sanguinosa faida con i Di Lauro del 2004. Una carriera, quella all’interno della cosca, iniziata quando è ancora giovanissimo. Suo padre Ciro, alias ‘o Giro è uno dei protagonisti dello scontro con i boss del Terzo Mondo e, soprattutto, un fedelissimo dei padrini della scissione. E’ a lui, infatti, che viene affidata la reggenza della cosca quando, tornato libero, deve riorganizzarne le fila dopo arresti e rivolte interne. Un compito in cui lo affianca il figlio Raffaele insieme ad altri giovani rampolli degli Amato-Pagano. Su di loro si punta per riempire i vuoti causati dalla cattura dei principali esponenti dell’organizzazione. A poco più di vent’anni è tra i protagonisti della cosiddetta terza faida, lo scontro che rimodula gli equilibri interni del cartello scissionista. È questo il contesto in cui matura, infatti, la morte di Cafasso.
Tre anni più tardi è ancora in prima linea quando c’è la resa dei conti tra melitesi, di cui fa parte Mauriello, e i maranesi, i fedelissimi di Mario Riccio, genero di Cesare Pagano e suo erede alla guida del clan. Uno scontro in cui trovano la morte Castello e Ruggiero, legati a Riccio. I due sono attirati in trappola ed eliminati per permettere agli Amato di riprendere il controllo degli affari. Un’ascesa che sembra inarrestabile quella di Lello ‘o pesante ma che, invece, subisce una improvvisa battuta di arresto quando nel 2018 iniziano ad arrivare i primi mandati di cattura. Quindi la fuga negli Emirati Arabi dove viene arrestato lo scorso mese di agosto. Da stamattina, quindi, la detenzione in Italia, nel carcere di Viterbo dove, a breve, assistito dal suo legale, l’avvocato Luigi Senese, sosterrà l’interrogatorio di garanzia.