“Visit Israel, land of the Bible”. Il manifesto sembrerebbe a tutti gli effetti un omaggio allo Stato di Israele, quello posizionato dallo street artist napoletano Eduardo Castaldo a Largo Girolamo Giusso. In realtà, l’opera vuole mandare un messaggio opposto: strappata metà pagina, la nuova didascalia recita “Visit Israel, land of Apartheid”.
È una presa di posizione nettissima quella assunta da Castaldo, che si sente «responsabile nei confronti di questa gente», come lui stesso racconta al Mattino.
«Ho preso tanto dalla popolazione palestinese attraverso il fotogiornalismo, mi fa piacere sostenerli con il poco che è nelle mie possibilità. Alcuni dei miei lavori sono diventati virali in Palestina e Medio Oriente: è importante offrire loro supporto. La nostra connivenza e, mi verrebbe dire, sottomissione, li fa sentire abbandonati. Fargli sentire che in Occidente c’è chi sostiene la loro causa è fondamentale. Le nostre televisioni sono schierate troppo dalla parte di Israele. Con la street artist mi sento molto più libero rispetto a quando facevo il fotogiornalista.», continua l’artista.
Nei territori palestinesi gli episodi violenti sono all’ordine del giorno: all’alba di mercoledì la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa, allontanando con la forza un gruppo di uomini intenti a svolgere attività di preghiera. «Questo episodio scatenerà ovviamente reazioni da parte dei palestinesi, nuovi razzi da Gaza che giustificheranno nuovi bombardamenti. Una provocazione, durante il Ramadan, assolutamente insensata e fuori controllo. Non c’erano facinorosi in quella moschea». Una settimana fa, invece, Castaldo aveva dedicato un’opera a Julian Assange, in via Costantinopoli.