Licenziò sindacalista per un post Fb,
la Doria condannata a riassumerlo

Licenziò sindacalista per un post Fb, la Doria condannata a riassumerlo
di Enrico Ferrigno
Venerdì 31 Maggio 2019, 11:25
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Fu licenziato per aver pubblicato un post su Facebook ritenuto offensivo dalla sua azienda, ma la magistratura ne ordina il reintegro nel posto di lavoro. «La sanzione è sproporzionata ed ingiustamente afflittiva» ha motivato l'altro ieri il giudice Angelo De Angelis della sezione lavoro del tribunale di Nocera Inferiore a cui si era rivolto Michele Gaglione, leader sindacale e operaio dello stabilimento La Doria di Acerra, dismesso lo scorso settembre.

I FATTI
Gaglione fu licenziato a novembre dell'anno scorso. Il magistrato ha ordinato all'azienda conserviera di Angri di corrispondere al suo operaio anche le mensilità non corrisposte dal momento del licenziamento fino alla data della riassunzione. La Doria che non era disposta al reintegro, ma favorevole solo ad un accordo economico con il lavoratore, ora ha un mese di tempo per opporsi all'ordinanza adottata dal tribunale di Nocera. «Questa ordinanza mi rende ancora più soddisfatto e orgoglioso di aver condotto una battaglia sindacale e territoriale per evitare la chiusura dello stabilimento di Acerra ed il conseguente trasferimento dei miei colleghi in altri siti produttivi della Campania. Una lotta che evidentemente aveva dato fastidio all'azienda che con quel provvedimento aveva inteso punirmi» commenta Michele Gaglione. Della sua vicenda, come anche del destino dell'opificio acerrano, si è interessato più riprese anche il ministero del Lavoro.

 
LA TELEFONATA
«Stamattina il capo segreteria del ministro Di Maio mi ha telefonato per chiedermi ancora una volta informazioni in merito ed io lo ringrazio di cuore» racconta Gaglione. A scatenare il provvedimento di licenziamento fu un commento di Gaglione alla lettera di trasferimento inviata dalla società ai dipendenti acerrani e pubblicata su Facebook da un ex lavoratore e sindacalista (in pensione dal 2014) che si interrogava sul futuro dei suoi ex colleghi. Il delegato della Flai-Cgil si lasciò andare ad un'espressione ritenuta dai vertici aziendali diffamatoria ed offensiva nei confronti della società e dei suoi dirigenti. Un provvedimento a cui il delegato sindacale, assistito dalla Flai-Cgil e dall'avvocato Raffaele Ferrara, si è opposto facendo valere il suo ruolo di Rsu di fabbrica e la sua lotta contro la dismissione dello stabilimento acerrano. Ed è così che il giudice del lavoro ha ritenuto che per quel commento incriminato ci fossero gli estremi solo per una sanzione cosìdetta conservativa. Insomma, l'azienda avrebbe potuto al massimo punire Gaglione con un'ammonizione, una sospensione dall'attività lavorativa o una multa, ma non con il licenziamento. «Siamo soddisfatti per la decisione del tribunale, pur con il rammarico che tutto ciò si sarebbe potuto evitare perseguendo la strada del dialogo che sempre c'è stato tra i vertici aziendali e la nostra organizzazione sindacale» dichiarano alla Cgil. La Doria ha chiuso a settembre, per ridurre i costi di produzione, lo stabilimento di Acerra. I titolari disertarono nei mesi scorsi addirittura un summit con il ministro Di Maio convocato per evitare la delocalizzazione a Parma della produzione.
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