Liceo Umberto, è fuga da una classe: nove studenti chiedono il nulla osta

Liceo Umberto, è fuga da una classe: nove studenti chiedono il nulla osta
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:09
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«Gentilissimo preside, come avrà potuto capire mia figlia non farà più parte della vostra terza classe. Siamo arrivati alla conclusione che questa scuola, così com'è organizzata, è inadeguata alla nostra idea di istruzione. Per noi un docente non è un istruttore che trasmette cultura attraverso il proprio potere cattedratico, bensì un educatore che propone, predispone, stimola e orienta. Svolgendo così la delicata funzione di organizzare, e osservare, la vita psichica e culturale dei nostri figli».

Comincia così la lettera inviata da una mamma al dirigente scolastico del liceo Umberto poco dopo aver inoltrato la richiesta del nulla osta.

Con lei, altri nove genitori - per l'Umberto sarebbero invece solo sei - che hanno deciso - a metà anno scolastico - di portare via i propri figli dal prestigioso liceo di Chiaia. Tutti dalla medesima classe. L'esodo dell'ultima studentessa risale allo scorso mercoledì: «Mia figlia - racconta la mamma - cominciava a stare davvero male. Era spaventata al punto da non voler più andare a scuola. Non mi sembrava il caso di mettere a rischio la sua salute mentale e, con rammarico, ho deciso di trasferirla in un altro liceo». Le famiglie denunciano - anche attraverso una serie di mail inviate ai vertici dell'istituto per sollecitare l'intervento del preside - una situazione non più sostenibile, sia dal punto di vista didattico che interpersonale: «Nessuno è autorizzato a intimorire gli studenti urlandogli contro - aggiungono le mamme - i problemi si risolvono diversamente. Non a bastonate come minaccia di fare un docente in un audio che è stato registrato durante una lezione».

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Da qui gli appelli al dirigente scolastico: «Abbiamo chiesto più volte di incontrarlo. Non è stato per nulla facile, anzi quasi impossibile. Dopo numerose insistenze sono state ricevute solo le due rappresentati di classe alle quali è stato riferito che si sarebbero occupati della questione». Secondo le famiglie dei ragazzi così non è stato: la situazione - dicono - è rimasta la stessa. Ovvero: «Atteggiamenti aggressivi, didattica inadeguata al prestigio di un liceo come l'Umberto, compiti a valanga in assenza di spiegazioni e voti assegnati sulla base del medesimo sistema». Dal canto loro, i vertici dell'Umberto fanno sapere che la scuola è al corrente della situazione e sarebbero in atto valutazioni sul da farsi. Nel frattempo - sempre secondo quanto riferiscono le mamme - ci sarebbero altri due studenti pronti ad andar via, se la situazione non dovesse cambiare a stretto giro: «Ho scritto una lettera al preside e ai docenti per spiegare che mia figlia - e parlo anche a nome dei compagni che hanno lasciato la classe come lei - non è una ragazza poco diligente. Anzi, è sempre stata brava raggiungendo medie più che soddisfacenti. Ha mollato non perché le mancasse la voglia di studiare, ma per l'incapacità di fronteggiare psicologicamente l'aggressività di quei docenti. È fragile, andrebbe capita non brutalizzata». Una risposta nero su bianco alla reazione di alcuni insegnanti di quella stessa sezione che - al cospetto della classe - per spiegare le ragioni dell'esodo, hanno parlato di inadeguatezza intellettuale degli studenti e, dunque, dell'impossibilità di poter frequentare un liceo come l'Umberto, aggiungendo - scrive ancora la mamma - che in questi casi è meglio orientarsi verso scuole meno impegnative.

«Una speranza. Quale? Che questa brutta vicenda spinga i professori a farsi un esame di coscienza - concludono i genitori - e a non pensare, semplicemente e per comodità, che l'andare via dei ragazzi sia da attribuire a fragilità e scarsa preparazione. Ci dispiace dirlo ma la nostra scelta non rappresenta la sconfitta degli studenti bensì del corpo docente dell'Umberto». 

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