Manfredi con Pd e M5S, prove di “campo largo”: «Sì al modello Napoli»

Al confronto sul libro dell’ex ministro Calenda anche i pentastellati Fico e Castellone

Manfredi con Franceschini e Speranza
Manfredi con Franceschini e Speranza
di Luigi Roano
Venerdì 1 Marzo 2024, 23:30 - Ultimo agg. 2 Marzo, 14:59
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Molti big del campo progressista - incluso il M5s - dopo la vittoria in Sardegna con Alessandra Todde che ha vinto le regionali, ripartono da Napoli per mettere a punto l’alleanza per sfidare la destra di Giorgia Meloni anche in Abruzzo e Basilicata dove si vota per le Regionali tra poche settimane. Ripartono dalla città dove il campo largo ha vinto nel 2021 con l’elezione a sindaco di Gaetano Manfredi.

La reunion è al Circolo artistico di piazza Trieste e Trento, luogo simbolo del centrosinistra e l’occasione è la presentazione del libro dell’ex ministro della Salute del Governo Conte Roberto Speranza «Perché guariremo». Con Speranza ci sono Dario Franceschini - pezzo da novanta del Pd scortato dall’inseparabile Teresa Armato, teorico della prima ora dell’alleanza con gli ex grillini - la Vicepresidente del Senato del M5s Mariolina Castellone, si è visto anche Roberto Fico che ha fatto tappa al Gambrinus dove una chiacchierata sull’argomento l’ha avuta anche lui e il gran cerimoniere Manfredi. Tutti hanno fatto parte del Governo Conte ai tempi della pandemia e del varo del Pnrr, un asse politico molto forte traslato su Napoli.

Tutto bene dunque? Diciamo che c’è la buona volontà di andare avanti tutti insieme «perché l’obiettivo finale deve essere quello di creare un’alleanza capace di vincere alle elezioni politiche» spiega da vecchio saggio Franceschini. Tuttavia, in questo contesto l’eco della baruffa sul candidato per la Basilicata è forte. Il lucano Speranza conferma che per lui il candidato è «Angelo Chiorazzo» e che per quanto tirato per la giacca non intende candidarsi nella sua terra. «Penso - dice Speranza - che Chiorazzo sia la persona più adeguata. Mi auguro che cadano veti e pregiudizi che non portano lontano. Chiedo a tutti: confrontatevi nel merito del futuro della Basilicata. Costruiamo giudizi, non pregiudizi come quelli che spesso vedo». Speranza si rivolge in maniera decisa al partito di Giuseppe Conte: «Non si può dire che dobbiamo partire dai progetti e poi si mettono i veti sui nomi. Allo stesso modo si dice che bisogna costruire l’alternativa di Governo. Noi già l’abbiamo fatto perché abbiamo governato insieme in uno dei momenti più difficili del Paese».

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La chiusura è su Napoli: «È un esempio, abbiamo tenuto insieme le forze democratiche alternative alla destra. L’effetto Todde? Bisogna continuare a dialogare e partire dalle esigenze e dai problemi dei cittadini come la sanità» e su De Luca ha pochi dubbi: «Si vota tra qualche anno dobbiamo pensare all’Abruzzo dove c’è l’accordo e alla Basilicata». A replicare è la Castellone: «Le opposizioni già sono unite in Parlamento contro il Governo Meloni. Sulla Basilicata dico senza progetti credibili da affidare a persone che condividono i nostri valori non si va da nessuno parte. Come dice la Todde parliamo di quello che ci unisce non di quello che ci divide. In Basilicata si sta lavorando mentre in Abruzzo abbiamo individuato un candidato con una bellissima storia». E sul tema De Luca ovvero se il governatore può esserci nel campo largo la Castellone è chiara: «Ci sono alcune battaglie comuni come contro l’Autonomia che condivido, poi a oggi De Luca non si può ricandidare».

Al di là degli schiamazzi sulla Basilicata il nuovo campo largo disegna geografie nuove e nuovi leader all’interno del campo progressista. Per esempio, fino a oggi i leader territoriali più riconosciuto sono stati De Luca e il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Con i quali però nello stesso campo politico ora si misurano appunto Manfredi e la Todde. Nei giochi interni dei partiti sono elementi che hanno un grosso peso soprattutto se tutti vengono a Napoli a dire che il modello da seguire per vincere le elezioni regionali e in prospettiva quelle politiche sono Napoli e la Sardegna.

Franceschini ricuce così la serata di Napoli: «Oggi è presente una parte importante del Governo Conte è quella base da cui ripartire per un’alleanza politica con la quale si possono fare molte cose importanti come stiamo facendo in Abruzzo e vincere le elezioni politiche». Franceschni è cauto sui modelli: «Non c’è una regola generale ma è sempre bene trovare persone che uniscono e che abbiano qualità forti come Manfredi». Riguardo ai moderato che in Sardegna non c’erano Franceschini spiega che «La coalizione deve partire dalle opposizioni. De Luca? Non ho nessun titolo per parlare di de Luca». Parola a Manfredi. «Si riparte da Napoli perché siamo stati la prima grande città dove si è vinto tutti insieme e in maniera importante. L’obiettivo è stare tutti insieme Pd, M5S tutte le forze riformiste e moderati che sono importantissimi con un progetto politico che abbia visione innovativa di governo e che guardi a una Italia più unita solo così possiamo vincere».