Aeroporto Napoli Capodichino, Manfredi contro la Gesac: troppo rumore. E la società di gestione replica: «Accuse infondate»

Lettera del sindaco al capogruppo del Pd, Acampora: «Notevole inquinamento acustico, un pericolo e una minaccia per la salute dei cittadini»

L'atterraggio di un aereo nello scalo di Napoli Capodichino
L'atterraggio di un aereo nello scalo di Napoli Capodichino
Lunedì 7 Agosto 2023, 16:02 - Ultimo agg. 17:00
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Scontro durissimo tra il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e la Gesac, la società di gestione dell'aeroporto di Capodichino.

Manfredi nei giorni scorsi ha scritto una lettera al capogruppo del Pd, Gennaro Acampora, nella quale ha sostenuto che «è indubbio che l’aumento del traffico aereo registratosi negli ultimi anni contribuisca alla produzione di rilevanti emissioni sonore e di un livello notevole di inquinamento acustico costituenti un pericolo ed una minaccia per la salute e la tranquillità non solo della popolazione residente nei pressi dello scalo, ma anche degli abitanti nei quartieri rientranti nei corridoi di atterraggio e decollo».

A Manfredi ha replicato la Gesac: «Parlare di “pericolo” è oggettivamente infondato e rischia di generare un allarme del tutto ingiustificato.

Il rumore aeroportuale è normato da un decreto che istituisce una specifica Commissione (ex Art.5) con il compito di definire la zonizzazione acustica, il sistema di monitoraggio e controllo e le azioni di mitigazione del rumore di origine aeronautica. Questa commissione - continua la Gesac - alla quela pertacipano yutti gli enti locali, gli enti dell'aviazione, e rappresentanti delle compagnie aeree è la più antica d’Italia ed è stata la prima ad attivare, già nel 2003, un sistema di monitoraggio acustico composto attualmente da otto centraline e a sanzionare le compagnie aeree che violano le procedure antirumore, ad oggi rispettate da oltre il 98% dei voli».

«In seno alla Commissione prosegue la nota - sono state adottate ulteriori azioni di mitigazione dalla chiusura dello scalo al traffico notturno (dalle 24 alle 6) ed una procedura di decollo aggiuntiva per meglio distribuire i voli sul territorio e ridurre l’impatto sul centro storico. Questa nuova procedura, entrata in vigore in via sperimentale a fine febbraio, se ne può tracciare un primo e positivo bilancio. Nei primi quattro mesi di sperimentazione (aprile-luglio), oltre 200 ore di volo in meno che si traducono in minore emissione di rumore e di CO2, stimata in oltre cinquemila tonnellate in meno. Il monitoraggio dei dati è condotto dall’Arpac, la cui veste istituzionale a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, è garanzia di terzietà».

 

Gesac ricorda, infine, che «nel dicembre del 2022, l’Aeroporto di Napoli ha ottenuto il livello 4+ transition dell’Airport Carbon Accreditation di ACI Europe, la massima certificazione ambientale in campo aeroportuale, riconosciuta solo a 23 società di gestione al mondo. Negli ultimi 15 anni, a fronte del raddoppio del numero di passeggeri (5.7milioni nel 2007, 10.9 nel 2022) non è corrisposto un analogo incremento dei voli, cresciti solo del 16%. Un risultato possibile grazie ad una strategia commerciale che ha incentivato l’utilizzo di aeromobili più capienti e di minore impatto ambientale e ad un maggior riempimento dei posti disponibili a bordo (passato dal 68 all’85%)».

«Gesac consapevole che lo scalo partenopeo non può da solo rispondere alla crescente domanda di trasporto aereo della regione Campania, è impegnata nella realizzazione dell’aeroporto di Salerno - prosegue la nota - che vedrà i primi voli a partire dall’estate 2024. Grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie disponibili sul mercato, Salerno sarà l’aeroporto più eco sostenibile d’Europa».

Infine Gesac ricorda che per ogni milione di passeggeri trasportati si creano tra gli 800 e i 1.200 nuovi posti di lavoro «un dato che, tradotto nella realtà campana, equivale a circa 13mila posti di lavoro» e che «i buoni risultati gestionali del 2022 hanno consentito di distribuire dividendi agli azionisti, fra cui anche oltre 8milioni di euro alla Città Metropolitana che detiene l’11,875% delle azioni».

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