Matrimoni dal 15 giugno, appello al Papa dalla costiera sorrentina: «Sì alle nozze tra stranieri»

Matrimoni dal 15 giugno, appello al Papa dalla costiera sorrentina: «Sì alle nozze tra stranieri»
di Massimiliano D'Esposito
Martedì 18 Maggio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 20:09
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Sono arrivati a chiedere perfino l'intervento di Papa Francesco pur di uscire dalle sabbie mobili in cui li ha costretti il Covid. Gli operatori del turismo della Costiera sorrentina e di Capri sperano già per l'estate ormai alle porte di poter accogliere i primi vacanzieri del post pandemia. Ma i numeri al momento non sono esaltanti. Da qui il tentativo di ampliare il ventaglio delle categorie di viaggiatori da intercettare. Ripartendo, perchè no, da quello che in tempi di pre-pandemia era una certezza: il turismo matrimoniale. Solo a Sorrento, tanto per rendere l'idea, fino a tutto il 2019 si celebravano ogni anno circa 400 matrimoni fra stranieri, che garantivano al Comune incassi per oltre 300mila euro grazie a tariffe che arrivano fino a mille euro a cerimonia, senza considerare l'indotto rappresentato da fotografi, parrucchieri, fiorai, ristoranti e alberghi. Insomma un giro d'affari da milioni di euro. E si tratta solo di una fetta di un ancor più ricco business. Manca, infatti, tutto ciò che riguarda il rito religioso. Questo perché le chiese della penisola sorrentina e di Capri sono off-limits per gli sposi provenienti da oltre confine. Lo stabilisce un provvedimento varato dall'ex arcivescovo Felice Cece, tuttora in vigore. In pratica se non ci sono legami tra gli sposi, o almeno uno di essi, e la diocesi, le nozze in Costiera non si possono celebrare. E così tante coppie che intendono unirsi anche con il sacramento cristiano scelgono altre destinazioni.

Ora, però, con la crisi che ancora non allenta la presa, bisogna intercettare tutti i flussi possibili. È per questo che i vertici di Atex, associazione delle strutture extralberghiere che opera principalmente proprio nell'area sorrentina e a Capri, hanno deciso di ricorrere direttamente a Papa Francesco perché faccia rimuovere gli ostacoli. «Tutti dobbiamo remare nella stessa direzione per cercare di facilitare una ripartenza dopo un periodo drammatico per la nostra economia», chiarisce il presidente Sergio Fedele: «Per questo abbiamo trasmesso la nostra richiesta al Santo Padre, affinché la Chiesa possa eliminare il divieto di celebrare matrimoni religiosi tra stranieri in penisola sorrentina e sull'isola di Capri. È il momento per consentire che anche in questi splendidi comuni la Chiesa elimini un divieto che appare oramai anacronistico. Siamo sicuri - conclude Fedele - che Papa Francesco interpreterà positivamente la nostra richiesta anche per garantire occasioni di lavoro per tanti giovani e donne». Già in passato è stata attuata qualche forma di pressing nei confronti del clero, ma senza risultati. «Siamo stati anche dall'ex cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, ma ci ha detto che la decisione spetta all'arcivescovo di Sorrento- Castellammare», spiega il tour operator Paolo Durante. «Noi - aggiunge - ogni anno riceviamo alcune decine di prenotazioni di coppie, soprattutto italo-americani, che vogliono sposarsi in chiesa e siamo costretti a portarli a Positano visto che il vescovo di Amalfi non impone limitazioni».

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Il via libera alle cerimonie religiose per gli stranieri è atteso soprattutto da chi lavora quasi esclusivamente con il settore del wedding. «Rimuovere certi vincoli garantirebbe uno scatto per tutto il settore del turismo», sottolinea Elsa Russo, proprietaria della residenza per cerimonie Villa Capo Santa Fortunata: «Sono tante le richieste che ci giungono da parte di sposi di altri Paesi e avvertiamo tutta la loro delusione quando spieghiamo che non possono sposarsi nelle nostre chiese.

Per noi, invece, è un danno economico perché sappiamo che probabilmente ripiegheranno su altre destinazioni». 

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