Medici nel mirino: due aggressioni in 24 ore a Napoli e provincia

Due episodi di violenza nei confronti dei camici bianchi

Giovanni Galluccio, medico aggredito a Giugliano
Giovanni Galluccio, medico aggredito a Giugliano
di Maria Rosaria Ferrara, Ettore Mautone
Sabato 11 Marzo 2023, 09:50
4 Minuti di Lettura

Un medico di base picchiato a Giugliano per un certificato negato, un'aggressione agli operatori del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Napoli. Due episodi in poche ore, che allungano la già triste scia di violenze perpetrata quest'anno ai danni di operatori sanitari dell'area metropolitana di Napoli.

Quando si reca al pronto soccorso del San Giuliano è ancora sotto shock Giovanni Galluccio, il medico di base aggredito nel suo studio a Giugliano ieri mattina. La richiesta di un certificato di malattia e l'ira del familiare di un paziente che si trasforma in aggressione fisica. Pugni sferrati al volto del professionista che gli sono costati ematomi, una crisi ipertensiva e uno shock emotivo. Sono circa le 12 di venerdì, Galluccio è nel suo studio di via Casacelle quando arrivano il genero e la figlia di un paziente. I due chiedono un certificato di malattia a seguito di un intervento chirurgico subito al Cardarelli, il medico spiega loro che senza il certificato di dimissioni da parte dell'ospedale non avrebbe potuto stilare alcun documento. In quel momento scatta l'ira del ventenne. Il medico prova a calmarlo e a spiegargli l'iter burocratico da seguire, ma il giovane pretende il certificato e inizia a urlare. In pochi istanti il giovane dalle parole sarebbe passato ai fatti e si sarebbe scagliato contro il dottor Galluccio sferrandogli pugni al volto ripetutamente.

Solo grazie all'intervento di un altro medico presente nello studio si sarebbe evitato il peggio. «Ho notato che mancava il foglio di dimissioni e gli ho spiegato che senza quello la malattia non poteva avere inizio.

Lui mi ha chiesto di fare la certificazione di ricovero ma non potevo, avrei fatto un falso in atto pubblico - racconta il medico - L'ho invitato ad andare in ospedale ma è andato in escandescenze. Gli ho chiesto di uscire dal mio studio ma mi è saltato addosso riempiendomi di pugni alla testa». Il medico si è poi recato al pronto soccorso: «Ho un forte dolore al petto, ho attraversato una crisi ipertensiva - spiega mentre è in attesa degli esiti degli esami - A me non passerà mai la voglia di fare il medico di medicina generale, ma i giovani potrebbero essere scoraggiati da un episodio del genere».

Il professionista ha il suo studio in via Casacelle, zona di periferia. «Noi siamo un presidio di legalità come i carabinieri o una scuola. Tu puoi essere camorrista ma vieni da me a farti curare, vieni dallo Stato che è presente su quel territorio ed è l'unico che ti offre assistenza». Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri della compagnia di Giugliano guidati dal capitano Matteo Alborghetti che indagano sul caso. Ad accompagnare Galluccio in ospedale, il dottor Pietro Di Girolamo che è anche assessore alla sanità a Giugliano: «C'è un'emergenza - dice - che riguarda tutti i sanitari. La gente è esasperata e pensa che il medico di medicina generale, nel suo ruolo di front office, possa risolvere ogni problema».



L'altra aggressione nella notte tra giovedì e venerdì al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo, dove alle 4 è arrivata un'auto con a bordo quello che sembrava un codice rosso. In realtà la donna trasportata dai parenti era già deceduta da diverse ore da prima dell'arrivo. I sanitari hanno constatato che si trattava di un cadavere, ma appena si sono rivolti ai familiari per comunicare quello che presumibilmente già sapevano, ossia il decesso della donna, è scattata la violenza. I familiari hanno colpito con spintoni e pugni operatori e astanti, arrivando a rompere la porta di accesso al codice rosso. Scoramento e paura tra i camici bianchi del San Paolo: pochi, stanchi e sfiduciati, preoccupati anche perché l'apertura della prima linea dell'ospedale San Giovanni Bosco farà perdere un congruo aiuto attualmente prestato dal personale di quel presidio, per circa 700 ore che non potranno essere coperte da nessuna risorsa interna. A Napoli siamo all'undicesima aggressione del 2023 (18 in totale tra Napoli 1 e Napoli 2).

© RIPRODUZIONE RISERVATA