Mergellina, il killer dello chalet prendeva ordini dal fratello in cella

Intercettati due mesi prima del delitto «Vai da Antonio e prenditi la pistola»​

Mergellina, il killer dello chalet prendeva ordini dal fratello in cella
Mergellina, il killer dello chalet prendeva ordini dal fratello in cella
di Leandro Del Gaudio
Sabato 14 Ottobre 2023, 23:58 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 08:47
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Quelle telefonate sono il prologo peggiore dell’omicidio di un 18enne estraneo ai clan, ucciso per caso durante la movida di Mergellina. Conversazioni tra il carcere e le abitazioni di parenti e affiliati, a proposito di droga e di armi, che rappresentano l’antefatto dell’omicidio di Francesco Pio Maimone, Kecco per amici e parenti, il pizzaiolo di 18 anni ucciso lo scorso marzo in zona chalet da una pallottola vagante. Storia nota e fin troppo chiara, alla luce degli arresti di protettori e fiancheggiatori di Francesco Pio Valda, il 20enne di Barra accusato di aver fatto fuoco tra la folla della movida, dopo un litigio per futili motivi (la storia delle scarpe calpestate per errore).

Ed è proprio a leggere l’ordine di arresto dei fiancheggiatori del presunto killer, che emerge un filone di indagine tutto da esplorare, che riguarda i mesi precedenti al delitto di Mergellina: siamo tra gennaio e febbraio del 2023, quando Francesco Pio Maimone si rivolge più volte al fratello Luigi, che sta scontando una detenzione in un carcere per fatti di camorra.

Di cosa parlano i due fratelli? Ma soprattutto: come fanno a comunicare? Lo spiega il gip Maria Luisa Miranda, alla luce delle indagini condotte dai pm Antonella Fratello, Claudio Onorati e Simona Rossi, che hanno scavato nei possibili antefatti del delitto Maimone. Agli atti almeno tre conversazioni, che sono rese possibili da una scheda sim usata da Luigi Valda. È intestata a un prestanome, un cittadino pakistano, e rappresenta uno dei tanti espedienti usati dalla camorra per bucare le restrizioni del carcere. A che serve la detenzione se dalla cella è possibile disporre ordini ai complici e a comminare consigli ad affiliati e parenti? Seguiamo il ragionamento del giudice, alla luce delle conversazioni agli atti, parliamo - giusto ribadirlo - di poche settimane prima che a Mergellina venisse ucciso un ragazzino estraneo ai clan.

Luigi viene contattato dal fratello Francesco Pio Valda. E il presunto killer di Mergellina ha un chiodo fisso: le armi. È ossessionato dalle armi. Sentiamoli al telefono, l’uno in cella l’altro a casa, in quel di Barra: è il 25 gennaio scorso quando Francesco Pio chiede al fratello «un’altra». Anzi: gli chiede di contattare un’amico, che deteneva «la piccolina», perché ne voleva «un’altra». Luigi chiarisce che la «piccolina ce l’aveva un barrese e non da un sangiovannaro».

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Tutto chiaro? Significa che il detenuto ha avuto la possibilità di contattare altri soggetti di Napoli est, dare loro disposizioni a proposito della consegna di armi. Ordini dalla cella. Interviene anche Giuseppina Niglio, nonna dei due fratelli Valda, che si mostra preoccupata per la vita di Francesco Pio, che «esce sempre con quella “cosa” e si ritira a casa alle otto del mattino».

 

Chiaro il riferimento alle armi. I due fratelli intanto discutono anche di equilibri criminali. Luigi spiega a Francesco Pio che c’è chi porta soldi ad un boss della famiglia Andolfi, gruppo criminale di Barra, su cui i due emergenti della famiglia Valda meditano vendetta. Ma restiamo alle armi, sempre alla luce delle intercettazioni raccolte dagli uomini della Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini: è il 10 marzo scorso, mancano appena dieci giorni al delitto di Mergellina, quando ad essere intercettato è ancora Francesco Pio Valda. È assieme a un conoscente, intreccia una videochiamata con una ragazza. Non ha di meglio da fare che mostrarle la pistola. I due complici non fanno altro che maneggiare l’arma, scarrellando e facendo scattare «il cane»: simulano un agguato. Poi Francesco Pio, aspirante killer, dice: «Abbiamo una giornata di 24 ore, 23 stiamo a casa, in un’ora che scendiamo si fa male qualcuno». Eccolo il prequel di un delitto che, a leggere queste carte, fa ancora più male.
 

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