Morbo di Pott, due interventi al Policlinico Vanvitelli: così Mory ha ripreso a respirare

Il giovane ivoriano ricoverato in gravissime condizioni, al Policlinico le cure e la gara di solidarietà

La foto ricordo di Mory
La foto ricordo di Mory
Giovedì 26 Gennaio 2023, 11:10 - Ultimo agg. 11:20
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Una lunga odissea per raggiungere l’Italia. Poi la malattia e la paura di non farcela. Fino alla guarigione, grazie al lavoro del Policlinico Luigi Vanvitelli di Napoli. Quella di Mory è una storia iniziata a gennaio 2022 e arrivata al culmine a ridosso dell’Epifania del 2023, dopo un anno di cure per una grave forma di tubercolosi e un complesso e delicato intervento chirurgico durato più di 12 ore. Un caso tanto complesso da richiedere il lavoro sinergico della clinica di Malattie infettive diretta da Nicola Coppola, della Chirurgia toracica diretta da Alfonso Fiorelli e della Clinica ortopedica diretta da Enrico Pola. 

Questa la vicenda. Mory, ivoriano di 35 anni, ha un accumulo di pus e una gravissima spondilodiscite dorsale, chiamata Morbo di Pott, che causava una grave compressione del midollo.

Ormai in uno stadio avanzato, Mory non riusce quasi più a respirare, anche solo stare diritto e camminare a causa dell’infezione che, dai polmoni, finisce con il divorare parte della colonna vertebrale. 

«L’uomo aveva un crollo in cifosi della colonna toracica – proseguono i medici che lo hanno tenuto in cura - e una paraparesi con un deficit degli arti inferiori». Tanta sofferenza, ma anche tanta solitudine per il giovane ivoriano che si è ritrovato ben presto senza lavoro e senza niente. Per Mory, è scattata tra medici e infermieri una vera e propria gara di solidarietà. Il personale del Policlinico lo ha "adottato", aiutandolo a rinnovare il permesso di soggiorno, ma anche comprando a proprie spese pantofole, pigiama e piccoli beni per le necessità di ogni giorno. Per 12 mesi Mory è stato sottoposto da parte del team di malattie infettive ad un trattamento medico.

Risolta l’infezione tubercolare, è stato poi ricoverato nel reparto di Ortopedia e, a ridosso dell’Epifania, i chirurghi hanno studiato e realizzato un intervento combinato di Chirurgia ortopedica (realizzato da Pola) e di Chirurgia toracica (realizzato da Fiorelli). Circa 12 ore di sala operatoria, con l’assistenza dello staff anestesiologico coordinato da aterina Pace. Due le fasi che hanno caratterizzato questo delicatissimo intervento. In un primo momento, l’equipe ortopedica è intervenuta sulla schiena di Mory, decomprimendo il midollo spinale e stabilizzando il rachide dorsale correggendo la cifosi. La seconda fase dell’operazione è servita invece, accedendo dal torace, a liberare finalmente il polmone e la colonna vertebrale dal pus creatosi a causa dell’infezione tubercolare. Poi, gli ortopedici hanno ricostruito per via anteriore la colonna vertebrale ormai completamente erosa dalla tubercolosi. È stato necessario sostituire quattro vertebre usando una speciale struttura espandibile in titanio.

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Ora Mory riesce a respirare normalmente, e riesce già a fare i primi passi. Una rinascita che un anno fa sembrava impossibile. «La multidisciplinarietà e l’altissima specializzazione che contraddistingue le nostre unità operative – commenta il manager Ferdinando Russo –, la capacità di coniugare al meglio l’anima universitaria a quella clinica, ci consente di offrire ai nostri utenti un’offerta assistenziale d’eccellenza».

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