Napoletana morta trascinata dall'auto dell'ex, inchiesta vicina alla svolta

Napoletana morta trascinata dall'auto dell'ex, inchiesta vicina alla svolta
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 2 Novembre 2017, 12:59 - Ultimo agg. 13:31
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Saranno i risultati dell'autopsia, attesi nell'arco di sette-dieci giorni, a chiarire l'esatta dinamica di quanto accadde nella notte tra l'8 e il 9 settembre. La notte in cui perse la vita Alessandra Madonna, la 24 enne di Melito travolta dall'auto dell'ex fidanzato Giuseppe Varriale, indagato con l'accusa di omicidio volontario e tuttora agli arresti domiciliari.

Il giovane, attraverso il suo legale, l'avvocato Giuseppe Pomponio, si è sempre professato innocente: «Èstata una disgrazia, non volevo far del male ad Alessandra, le volevo ancora bene»: queste le parole ripetute durante i primi giorni della sua detenzione domiciliare. Una tesi che non è stata mai ritenuta credibile dai magistrati inquirenti della Procura di Napoli nord e dai giudici del tribunale del Riesame, che hanno confermato la misura coercitiva disposta dal pubblico ministero Valeria Palmieri e confermata dal gip Barbara Del Pizzo. Nell'arco di qualche giorno saranno resi noti, oltre ai risultati delle perizie medico-legali, anche quelli relativi alle verifiche tecniche eseguite sull'autovettura di Varriale, in particolar modo sulla scatola nera, grazie alle quali si potrà avere un quadro più esaustivo su quanto accaduto nel parco di via Cesare Pavese, teatro del tragico incidente costato la vita alla giovane ballerina di Melito.

Qualche punto fermo, intanto, è già stato fissato: Alessandra, infatti, non presentava lesioni alle gambe al momento del decesso e ciò - secondo quanto riferito dai legali della famiglia Madonna - farebbe escludere che la ragazza sia stata trascinata dalla Range Rover guidata da Giuseppe. Più probabile, sempre secondo quanto ipotizzato dagli avvocati dei genitori di Alessandra, mamma Olimpia e papà Vincenzo, che l'auto di Varriale abbia impattato contro la ragazza, frontalmente o a marcia indietro, determinando la sua caduta all'indietro sull'asfalto.

La 24 enne, caricata in auto e trasportata proprio dall'ex fidanzato presso l'ospedale San Giuliano di Giugliano, è deceduta la mattina del 9 settembre per le conseguenze di un gravissimo trauma cranico. Dai primi rilievi effettuati sul suo corpo era emerso inoltre che Alessandra aveva riportato anche uno schiacciamento toracico. «Mia figlia è arrivata in ospedale con la pressione a 40 e un infarto in corso, ma soprattutto non c'erano segni di ferite alle gambe», ripete con insistenza Olimpia Cacace, la madre della ballerina. «Non c'è alcun dubbio - aggiunge la donna - Giuseppe l'ha travolta intenzionalmente, voleva ucciderla. Sono certa che le nostre tesi saranno supportate dalle perizie tecniche e dai risultati dell'autopsia».

A propendere per la colpevolezza di Giuseppe anche le amiche di Alessandra. Una, in particolare, sarebbe stata destinataria delle confidenza della giovane, che le avrebbe raccontato i dettagli della sua tormentata relazione d'amore con Giuseppe. «Eravamo in auto quando Alessandra mi raccontò un po' della sua vita - ricorda Giovanna - mi parlò di un ragazzo che le aveva sconvolto l'esistenza, un ragazzo di cui era follemente innamorata. Era il suo ex, Giuseppe Varriale. Mi disse che avevano convissuto a Roma per diversi mesi, che lui era molto geloso e aggressivo, ragion per cui decise di lasciarlo, di troncare quel rapporto. Mi raccontò dei suoi litigi e di esserne uscita viva per miracolo. Anche io le parlai della mia storia, che per alcuni versi era molto simile alla sua. Ricordo - aggiunge l'amica di Alessandra - perfettamente quando alla fine del racconto, dopo esserci guardate negli occhi, dicemmo di esserci salvate e che era ormai il caso di guardare oltre».
 

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