Morto Antonio Ascione, lutto nella medicina napoletana

Per circa 40 anni un riferimento per tutta l’epatologia partenopea

Il professor Antonio Ascione
Il professor Antonio Ascione
di Ettore Mautone
Giovedì 12 Gennaio 2023, 12:26 - Ultimo agg. 22:31
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Gravissimo lutto nel mondo dell’epatologia napoletana: è morto ieri sera a Napoli Antonio Ascione.  epatologo da fama internazionale, già primario del Cardarelli e dal 2008 in forze al Fatebenefratelli dove negli ultimi anni era stato chiamato a dirigere un centro di ricerca per le malattie del fegato istituito dalla struttura sanitaria di via Manzoni.

«Una vera e propria scuola epatologica per la messa a punto di nuovi protocolli di cura e che potrà seguire le sue orme anche dopo la sua dipartita» commenta la direzione sanitaria.

Proprio al Fatebenefratelli si è spento dopo una lunga battaglia combattuta contro una estenuante malattia.  

«Ascione – sottolinea Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia – è stato un pioniere, uno dei grandi esponenti della scuola medica napoletana. Per circa 40 anni è stato un riferimento per tutta l’epatologia napoletana e campana e da direttore dell’Epatologia del Cardarelli ha dato un grande impulso al percorso per i trapianti di fegato all’interno di un team multidisciplinare di altissima specializzazione».

Laureatosi a Napoli a metà degli anni Sessanta Ascione mosse i suoi primi passi professionali al policlinico di Napoli presso l’istituto di Patologia generale diretto da Luigi Califano, caposcuola, quest’ultimo di tanti medici illustri tra cui Gaetano Salvatore, Italo Covelli e tanti altri. 

L’approdo al Cardarelli data nel 1968 al seguito di Ernesto Claar che intuì l'esigenza di un reparto dedicato alle malattie del fegato che in Campania mietevano centinaia di vittime anche a causa dell’endemia di epatiti eradicate solo con l’avvento della vaccinazione. Nell’arco di pochi anni tuttavia Claar morì e allora Ascione percorse le sue orme e decise di specializzarsi al Royal Free Hospital di Londra fucina della moderna epatologia.Nel 1993 fu protagonista del primo trapianto di fegato al Cardarelli con il chirurgo Fulvio Calise che seguiva la strada tracciata al Policlinico collinare da Mario Santangelo, primo esecutore di quello che resta il più impegnativo intervento di chirurgia generale e che Santangelo aveva effettuato per primo al Policlinico. Il primo reparto autonomo per Ascione arriva tuttavia solo nel 2004 e sempre al Cardarelli. 

«Ha insegnato l’arte medica a tanti stimati professionisti che tutt’ora operano nelle più importanti strutture italiane – spiega il sito Nessuno Tocchi Ippocrate condotto da Manuel Ruggiero – sono 50 anni di carriera seguiti scrupolosamente nel solco del giuramento di Ippocrate». 

«Parliamo di uno scienziato di fama internazionale e luminare nel campo della epatologia – aggiunge Ernesto Claar che dirige un altro importante centro di Epatologia erede di questa prestigiosa scuola – Ascione è stato il fondatore del primo reparto di epatologia ospedaliera in Italia al Cardarelli – aggiunge - un curriculum, il suo, di straordinario spessore. Era cresciuto alla scuola epatologica dell’ospedale royal free di Londra con la fondatrice della moderna epatologia, Sheila sherlock. Lo ricordo come una persona dall’animo nobile, dalla cultura vastissima e dalle capacità scientifiche straordinarie, un esempio fulgido di passione e vocazione clinica per i pazienti». 

Ascione, nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, è stato tra l’altro segretario nazionale dell’Associazione italiana per lo studio fegato (Aisf) e socio ed anima della Associazione italiana epatologi ospedalieri (club epatologi ospedalieri, Cleo) a cui si è dedicato spendendo fino all’ultimo giorno le sue energie.

I funerali si terranno domani alle 10,00 presso la parrocchia Immacolata di Lourdes, in via Petruccelli 2, al quartiere La Loggetta di Napoli vicina alla sua abitazione a via Caravaggio. 

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