Covid e influenza stagionale a Napoli, pronti altri 150 posti letto

«La situazione è esplosa dopo le riunioni di famiglia durante queste feste»

La postazione tamponi nell'aeroporto di Capodichino
La postazione tamponi nell'aeroporto di Capodichino
di Ettore Mautone
Martedì 3 Gennaio 2023, 00:01 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 07:14
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Covid-19: pronto a Napoli un piano da 150 posti letto per fronteggiare un eventuale aumento dei casi importati dalla Cina.  Al Cotugno sono circa 78 le unità per i diversi asset immediatamente attivabili a fronte dei 74 attualmente in funzione (di cui 60 occupati).

Sul territorio metropolitano invece il manager della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva oltre ad aver disposto la riattivazione a pieno regime della macchina per la sorveglianza sanitaria, la prescrizione domiciliare dei trattamenti antivirali, l’assistenza domiciliare e la conferma dei centri vaccinali presso i distretti di base, dai medici e pediatri di famiglia a cui si aggiungono le farmacie (terze e quarte dosi sono ferme), ha anche previsto un piano ad hoc per i posti letto distinto in quattro fasi. 

La prima scatterebbe entro tre ore dalla prima segnalazione di casi positivi di cittadini provenienti dalla Cina (finora 4 i tamponi fatti a Capodichino tutti negativi) con la riapertura di 42 posti letto al 1° piano del Covid Residence di Napoli est destinati a pazienti asintomatici o poco sintomatici.

La successiva fase A, entro le 12 ore da un ulteriore allerta della direzione strategica, prevede solo il potenziamento della rete dei percorsi e dei posti in stanze dedicate nei reparti di degenza dei vari ospedali (già attivi). Solo nella fase B il Loreto allestirebbe 20 posti di degenza Covid al piano terra. In questo scenario anche le strutture modulari di Napoli est riaprirebbero con un’offerta iniziale di 6 posti di intensiva. Nella Fase C, infine, il Covid residence passerebbe a 84 o più i posti letto, sempre per pazienti asintomatici e paucisintomatici, mentre raddoppierebbe l’offerta delle unità modulari da 6 a 12 o anche più posti di terapia intensiva su cui incomberebbe l’incognita del personale che manca. «Un piano - sottolinea Verdoliva - che non dovrà incidere sulla normale attività dei presidi ospedalieri sia in regime di emergenza-urgenza che di ricovero ordinario, limitando quanto più possibile le ricadute della gestione della pandemia su altre patologie, sulle liste d’attesa, gli screening e i piani di recupero». 

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Intanto è sostanzialmente stabile l’andamento di Covid-19 a Napoli con pochi casi sintomatici, trattati perlopiù a domicilio, dalla medicina di famiglia, a fronte di pochi ricoveri di anziani e fragili colpiti prevalentemente in sovrapposizione ad altre patologie dominanti (oncologici, dializzati, affetti da malattie croniche, ictus e infartuati). Casi che si concentrano al Cotugno e per il resto sparsi nelle stanze e posti letto a isolamento individuati in tutti i reparti specialistici degli altri ospedali, sia al Cardarelli sia sul territorio della Asl Napoli 1 (San Paolo, Ospedale del mare, Pellegrini e San Giovanni Bosco). 

Alta, tra questi, la percentuale di non vaccinati o di vaccinati con cicli incompleti tra cui non mancano sporadici casi di polmoniti da Sars-Cov-2 ancora presenti, soprattutto al Cotugno ma anche al pronto soccorso del Cardarelli. «La quasi totalità dei ricoverati al Cotugno con il Covid - avverte il manager dell’azienda dei Colli Anna Iervolino - non ha completato il ciclo vaccinale e spesso i pazienti arrivano in nostro Pronto soccorso dopo diversi giorni dall’esordio perdendo la possibilità di giovarsi delle terapie antivirali da somministrare entro i primi 5 dalla diagnosi».

L’invito è alla prudenza mentre è l’influenza stagionale che quest’anno picchia particolarmente duro, con migliaia di infezioni che fanno di Napoli e della Campania una delle zone d’Italia a maggiore incidenza. «La situazione è letteralmente esplosa dopo le riunioni di famiglia durante queste feste - avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia - l’esordio è con sintomi gastrointestinali particolarmente impegnativi mentre le sequele evolvono spesso tra febbre e affezioni delle alte vie respiratorie e una tosse molto fastidiosa e prolungata. I colleghi devono fare attenzione alle sovrapposizioni di Covid e influenza e usare subito, senza indugio, gli antivirali a domicilio quando ve ne sono le condizioni».

«Al Cardarelli - conclude in proposito il primario del pronto soccorso Fiorella Paladino - abbiamo oltre 20 casi di polmonite da influenza e tutti i malati in Osservazione, o per l’influenza oppure per il Covid, hanno un interessamento respiratorio e bisogno del supporto con ossigeno. D’altro canto l’evoluzione della pandemia, allo stato attuale, è imprevedibile e quest’inverno potremmo osservare un aumento dell’impatto assistenziale per diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte proprio l’influenza e poi la possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2».

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