Covid-19: pronto a Napoli un piano da 150 posti letto per fronteggiare un eventuale aumento dei casi importati dalla Cina. Al Cotugno sono circa 78 le unità per i diversi asset immediatamente attivabili a fronte dei 74 attualmente in funzione (di cui 60 occupati).
Sul territorio metropolitano invece il manager della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva oltre ad aver disposto la riattivazione a pieno regime della macchina per la sorveglianza sanitaria, la prescrizione domiciliare dei trattamenti antivirali, l’assistenza domiciliare e la conferma dei centri vaccinali presso i distretti di base, dai medici e pediatri di famiglia a cui si aggiungono le farmacie (terze e quarte dosi sono ferme), ha anche previsto un piano ad hoc per i posti letto distinto in quattro fasi.
La prima scatterebbe entro tre ore dalla prima segnalazione di casi positivi di cittadini provenienti dalla Cina (finora 4 i tamponi fatti a Capodichino tutti negativi) con la riapertura di 42 posti letto al 1° piano del Covid Residence di Napoli est destinati a pazienti asintomatici o poco sintomatici.
Intanto è sostanzialmente stabile l’andamento di Covid-19 a Napoli con pochi casi sintomatici, trattati perlopiù a domicilio, dalla medicina di famiglia, a fronte di pochi ricoveri di anziani e fragili colpiti prevalentemente in sovrapposizione ad altre patologie dominanti (oncologici, dializzati, affetti da malattie croniche, ictus e infartuati). Casi che si concentrano al Cotugno e per il resto sparsi nelle stanze e posti letto a isolamento individuati in tutti i reparti specialistici degli altri ospedali, sia al Cardarelli sia sul territorio della Asl Napoli 1 (San Paolo, Ospedale del mare, Pellegrini e San Giovanni Bosco).
Alta, tra questi, la percentuale di non vaccinati o di vaccinati con cicli incompleti tra cui non mancano sporadici casi di polmoniti da Sars-Cov-2 ancora presenti, soprattutto al Cotugno ma anche al pronto soccorso del Cardarelli. «La quasi totalità dei ricoverati al Cotugno con il Covid - avverte il manager dell’azienda dei Colli Anna Iervolino - non ha completato il ciclo vaccinale e spesso i pazienti arrivano in nostro Pronto soccorso dopo diversi giorni dall’esordio perdendo la possibilità di giovarsi delle terapie antivirali da somministrare entro i primi 5 dalla diagnosi».
L’invito è alla prudenza mentre è l’influenza stagionale che quest’anno picchia particolarmente duro, con migliaia di infezioni che fanno di Napoli e della Campania una delle zone d’Italia a maggiore incidenza. «La situazione è letteralmente esplosa dopo le riunioni di famiglia durante queste feste - avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia - l’esordio è con sintomi gastrointestinali particolarmente impegnativi mentre le sequele evolvono spesso tra febbre e affezioni delle alte vie respiratorie e una tosse molto fastidiosa e prolungata. I colleghi devono fare attenzione alle sovrapposizioni di Covid e influenza e usare subito, senza indugio, gli antivirali a domicilio quando ve ne sono le condizioni».
«Al Cardarelli - conclude in proposito il primario del pronto soccorso Fiorella Paladino - abbiamo oltre 20 casi di polmonite da influenza e tutti i malati in Osservazione, o per l’influenza oppure per il Covid, hanno un interessamento respiratorio e bisogno del supporto con ossigeno. D’altro canto l’evoluzione della pandemia, allo stato attuale, è imprevedibile e quest’inverno potremmo osservare un aumento dell’impatto assistenziale per diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte proprio l’influenza e poi la possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2».