Movida a Napoli, ecco il giovane che s'è arrampicato sul palazzo dell'Orientale: «Una stupida bravata, chiedo scusa»

Movida a Napoli, ecco il giovane che s'è arrampicato sul palazzo dell'Orientale: «Una stupida bravata, chiedo scusa»
di Melina Chiapparino
Lunedì 30 Agosto 2021, 14:00 - Ultimo agg. 31 Agosto, 07:31
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«Ho fatto una bravata e me ne pento». Andrea Orfè non si tira indietro dal commentare il video, ormai virale, dove cade dopo essersi arrampicato ad un palo davanti al palazzo dell'Università L'Orientale, in largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Il 34enne napoletano è stato operato ieri mattina da Francesco Ascione e Flavio Carbone dell'equipe di chirurgia ortopedica dell'ospedale Fatebenefratelli, per una complessa frattura a un polso e forse subirà una seconda operazione al calcagno. Dopo aver rischiato la vita, Andrea, che fa il muratore, vuole lanciare un messaggio, soprattutto ai giovani che affollano le piazze del centro storico napoletano dove si sta diffondendo la balorda moda dell'arrampicata su pali e lampioni.

Video

Cominciamo dal perché si è arrampicato su quel palo.
«Sabato sera avevo visto altri ragazzi che tentavano di salire sul lampione e, istintivamente, ho pensato di riuscire ad arrampicarmi più in alto di loro.

Volevo riuscire ad arrivare al balcone che si trova al di sopra del palo. È stata una specie di sfida ed ero convinto di farcela perché sono sempre stato un arrampicatore. Fin da piccolo, ho avuto una certa dimestichezza nel salire sugli alberi o, in generale, nell'arrampicarmi, così quando ho visto gli altri che salivano sul lampione, ho pensato: voglio fare di più di loro».

Cosa ha fatto esattamente in quel momento?
«Ero un po' brillo e mi sono avvicinato a un ragazzo tra i tanti che erano in piazza, dicendogli di filmarmi perché mi sarei arrampicato. Sono andato verso il lampione e appena ho cominciato ad aggrapparmi, ho sentito che la folla di persone presenti mi incitava e urlavano per incoraggiarmi. Devo ammettere che in quel momento l'adrenalina mi aveva caricato e mi faceva piacere vedere che tutti stavano partecipando e sostenendo la mia arrampicata. Così ho cominciato ad aggrapparmi al palo ma sono salito troppo in alto».

Si è reso conto che stava per cadere?
«Ho capito che ero in difficoltà. Mi ero arrampicato così in cima che non trovavo più appigli per le mani ma, soprattutto, non vedevo i piedi e dove poterli appoggiare. È stato un attimo, quello in cui ho pensato di non sapere dove poggiare il piede e poi sono precipitato. Durante la caduta non ho pensato a nulla, se non che era finita e che mi sarei rotto qualcosa. Dopo l'impatto, non ho perso coscienza e mi sono subito reso conto di non muovere più la mano destra. La cosa che ricordo di più è la preoccupazione delle persone intorno a me».

Che hanno fatto i ragazzi che pochi istanti prima la incitavano?
«Sono rimasto molto colpito dall'atteggiamento delle persone che avevo intorno. C'è chi si è preoccupato di non farmi rimanere solo, chi cercava di far allontanare la folla per non ammassare le persone intorno a me e lasciarmi respirare, chi mi ha chiesto se c'era qualche persona da contattare al telefono. C'erano anche tanti ragazzi con i volti impauriti per l'accaduto. Tutti mi hanno aiutato. Ho telefonato a mia madre e al mio amico fraterno Ivan per raccontargli che cosa mi era successo ma già mi ero reso conto di essere stato miracolato e non avere la testa rotta».

Come si sente ora?
«Mi sento estremamente fortunato e, anche se non sono credente, penso che la vita mi abbia dato una grande opportunità. Ho sempre pensato che nel fare cose buone si raccolgono buoni frutti e, al contrario, quando si semina male, la vita ci ricambia con la stessa moneta. In questo caso, ho avuto fortuna e voglio sfruttarla al massimo, Sono sempre stato un po' spericolato ma da oggi sono convinto che cambierò. Non mi ricapiterà mai più di fare una bravata simile e soprattutto non voglio assolutamente che il mio video e questo episodio possa invogliare qualcuno a fare lo stesso sbaglio».

Che messaggio vuole lanciare?
«Non fate mai quello che ho fatto io e niente che possa assomigliargli. Arrampicarsi sui pali, i lampioni o qualsiasi altra cosa è una moda sbagliata e rischiosa. A tutti i giovani della piazza a largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, voglio dire che divertirsi in modo sano e senza rischi per la propria salute, è l'unica vera strada per stare bene. Ho fatto una stupidaggine e ho sbagliato. Mi pento di quello che è successo e se tornassi indietro non lo rifarei mai. Nonostante ciò, questo episodio può servire a far cessare l'assurda moda dell'arrampicata ai pali nel centro storico». 

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