Movida a Napoli tra alcol e tamburi: l'ultima notte da incubo

Movida a Napoli tra alcol e tamburi: l'ultima notte da incubo
di Gennaro Di Biase
Lunedì 7 Febbraio 2022, 07:30 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 11:27
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È proprio subito dopo le due di notte - l'orario di chiusura imposto dall'ordinanza comunale in arrivo - che il quadrato dei baretti di Chiaia raggiunge la massima capienza. Il traffico di corpi e drink, fino alle 4, è così intenso che la movida si trasforma in una lenta litania alcolica, in una processione a passo di lumaca e cicchetti. Le auto incastrate in vico Belledonne, i sorrisi, le discussioni, gli amori e gli scherzi dei teen-ager. In quei momenti, giovani e giovanissimi diventano i chicchi di riso in un pacco sottovuoto. I vicoli dei Quartieri Spagnoli, Mezzocannone, Nilo e Monteleone, invece, si erano riempiti già prima, intorno alle 22 e fino a notte inoltrata, con concerti di fisarmoniche, nacchere e tamburi. È l'effetto ultima bolgia, dell'ultimo sabato di festa senza orario, l'ultima notte prima dell'ordinanza successiva alle violenze delle ultime settimane che - come riferito da Palazzo San Giacomo - dovrebbe essere pubblicata oggi, coi gestori già pronti per il ricorso al Tar.

Raccontiamo dalla strada i nodi più critici della movida e le sue eterne contraddizioni. Da un lato, i residenti di via Bisignano, piazzetta Rodinò, vico e vicoletto Belledonne, che di notte diventano ostaggio degli schiamazzi e si sentono prigionieri nei loro appartamenti. Dall'altro i gestori, che a notte fonda producono indotto, occupazione, e rispondono alla caotica domanda del divertimento da parte dei giovani. Arrivano tardissimo, e da ogni parte della città. «Da Miano», «dai Colli Aminei», «da piazza Nazionale», «da piazza Carlo III». Sono oltre 30 i baretti di Chiaia. Più o meno la metà delle attività, qui, lavora specialmente dall'una in poi. Una di queste è il Millys, in vicoletto Belledonne: «Le chiusure anticipate, per cui stiamo organizzando il ricorso al Tar, mandano in fumo l'80% degli incassi - dice il titolare Roberto Galdieri - Dovrò licenziare l'80% dei dipendenti.

Parliamo di 8 persone su 10. Non è retorica, ma una realtà tangibile. In settimana, dall'una alle 5, facciamo il 70% dell'incasso». Come accade per tanti esercizi commerciali in città dall'avvento del Covid, i negozi di abbigliamento della zona sono in perdita per quanto riguarda le vendite «fisiche», ma reggono - e pagano i fitti - grazie al mercato online. Stavano aprendo tre bar, nel quadrato di via Bisignano, rimasti ora spiazzati dall'ordinanza. Altre contraddizioni di questo rebus della movida, in cui ognuno rivendica le sue ragioni. 

In via Nilo, intanto, per l'ultimo sabato di deregulation suonavano i tamburi. Poi, via al concerto di fisarmoniche e nacchere fino alle prime ore del giorno. Il copione è sempre lo stesso: festa da un lato, irritazione dei residenti dall'altro. Lo stesso fiume di gente nella zona della mensa occupata di Mezzocannone e dalle parti di Calata Trinità Maggiore. Le mascherine - come a Chiaia - sono un ricordo nelle affollate vie della movida. E - come a Chiaia - più di un minorenne riesce a procurarsi alcolici, complici i gestori - non tutti - che non rispettano le regole e i distributori automatici di birre. Restando in centro, è da segnalare la situazione critica nei vicoli dei Quartieri Spagnoli: spazi strettissimi, dove i controlli faticano ad arrivare. Eppure, gli agenti sono scesi in campo. Ieri la Polizia Locale ha controllato 41 attività sul lungomare, nelle aree di Chiaia, al Vomero e nel Centro Storico: 21 verbali per occupazione abusiva di suolo pubblico, per la mancata differenziazione dei rifiuti e per la diffusione di musica senza autorizzazione di impatto acustico. Altri 388 controlli per la normativa anti-Covid su titolari e clienti: 7 verbali per il mancato controllo e possesso del Green pass e per il mancato uso della mascherina all'interno dei locali. 

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Sul medio-lungo termine, la prospettiva di una delocalizzazione del by night lontano dai luoghi abitati - promessa da Manfredi già in campagna elettorale - si pone come una delle più efficaci soluzioni del rebus movida, come freno ai contrasti sempre più intensi tra residenti e cittadini. Chiaro però che, senza investimenti pubblici, sarà complicato vincere la scommessa. Nel prossimo futuro, invece, è in vista una battaglia legale tra gestori del by night e Comune. Il ricorso al Tar è già annunciato, e più di un imprenditore annuncia sit-in e proteste con l'entrata in vigore della delibera, che prevede la chiusura all'una durante la settimana e alle due nei weekend. Più l'interruzione della musica da mezzanotte e il divieto di vendita di alcolici per supermarket e alimentari. 

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