Napoli, spari davanti alla chiesa del rione Traiano: nel mirino l'associazione di volontariato

In azione due minorenni in scooter. L'area interessa ai clan come piazza di spaccio

L'associazione Terra Promessa nel rione Traiano
L'associazione Terra Promessa nel rione Traiano
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 6 Gennaio 2023, 00:03 - Ultimo agg. 11:00
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Si sono presentati martedì sera a bordo di uno scooter, un Piaggio Liberty di colore nero, e hanno esploso dei colpi di pistola all’esterno della chiesa protestante del Rione Traiano. Non volevano ferire nessuno, soltanto mettere paura e dare un chiaro segnale a chi gestisce la parrocchia e l’associazione “Terra promessa”: dovete andarvene da qui. 

Erano due ragazzini, sicuramente minorenni, così hanno tentato di intimidire i responsabili dell’associazione. La loro colpa? Da tre anni le mamme del quartiere hanno ripulito ciò che era nei fatti una piazza di spaccio e, su quel suolo, hanno messo in piedi un’associazione che distribuisce insieme alla Caritas pasti gratis a 150 famiglie, organizzano dei campus per i bimbi, il doposcuola, giochi per i più piccoli e prestano assistenza agli anziani.

Ma quel terreno di via Romolo e Remo, anche per la vicinanza con lo svincolo della tangenziale, fa gola. Nel quartiere c’è chi vorrebbe utilizzare quello spazio per costruire abusivamente oppure riportare le lancette indietro di anni e rimettere in piedi la piazza di spaccio. «Sono anni - racconta Enza Terracciano che gestisce l’associazione “Terra promessa” - che subiamo qualche dispetto.

Ci rubavano il tosaerba e poi ce lo riportavano, venivano a prendersi il cibo che noi distribuiamo alle famiglie povere del quartiere, ma mai si sono spinti fino a questo punto. Stavolta sono arrivati con le pistole, ma prima hanno sfondato a calci uno dei muri dell’associazione. Non credo sia una bravata di ragazzini». 

Se martedì sera la donna ha visto i due ragazzini sparare in aria e correre via in sella al loro motorino, il giorno dopo la scena si è evidente ripetuta. «Sull’auto di mio marito - racconta Enza - che è pure il pastore della chiesetta che abbiamo allestito in questo spazio al Rione Traiano, abbiamo trovato dei danneggiamenti da spari di pistola. A quel punto siamo andati dai carabinieri a denunciare tutto. Ci hanno spiegato che non si tratta probabilmente di pistole vere, ma ad aria compressa. Credo però che il messaggio che si voglia far passare è che dobbiamo andarcene via». L’idea di creare questa associazione e organizzare un luogo di preghiera al Rione Traiano venne ai residenti del quartiere tre anni fa. Impiegarono sette mesi per ripulire l’area da erbacce, siringhe e ogni genere di rifiuto. «Ci mettemmo d’impegno in tanti - racconta la donna - per trovare un posto dove tenere al riparo i bambini del quartiere, con il tempo abbiamo messo delle giostrine, organizziamo delle iniziative di solidarietà. Questo è un posto complesso, al posto di una piazza di spaccio ora c’è un’idea di comunità».

Ma se da una parte su questa associazione ci sono probabilmente gli occhi dei sistemi criminali, anche il Comune di Napoli vorrebbe sfrattare questa chiesetta. Tutto è infatti sorto abusivamente, senza autorizzazioni, anche se l’associazione ha provato a regolarizzare la situazione con i propri legali. «La polizia municipale ci ha detto - spiega Enza - che vuole sfrattarci nei prossimi giorni. Eppure è evidente che da parte nostra non ci sia nessun intento di fare abusivismo edilizio dal momento che non abbiamo né abbiamo mai chiesto gli allacci alla luce e all’acqua. Per la luce utilizziamo dei generatori mentre per l’acqua utilizziamo una piccola cisterna. Negli anni scorsi avevamo un dialogo proficuo con il vicesindaco Mia Filippone, che purtroppo è deceduta. Ora ho mandato delle mail ad alcuni assessori e alla stessa segreteria del sindaco Manfredi. Hanno detto che ci incontreranno».

 

La paura per gli associati della chiesetta “Terra promessa” è diventata quindi doppia. Da un lato le mire dei gruppetti criminali, dall’altra la burocrazia. «Vorremmo un’altra sede - spiegano dall’associazione - oppure regolarizzare la situazione nel luogo dove ci troviamo adesso. Qui ci sono due scuole abbandonate, almeno ci consentano di proseguire le nostre attività con le famiglie, i bimbi e gli anziani». Pur spostando l’associazione in un’altra sede resterebbe però il problema di quale possa essere il futuro di quello spazio ora occupato dalla chiesetta protestante. Il pericolo è che tutto torni come prima. «Abbiamo fatto tanto - spiegano in associazione - per togliere degrado in questo posto, non vorremmo che qui si tornasse a spacciare».
 

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