Napoli, via all’abbattimento dell’ex Whirlpool di via Argine

Inizia l'avventura della nuova fabbrica Tea Tek

Al via l'avventura della Tea Tek
Al via l'avventura della Tea Tek
di Alessio Liberini
Lunedì 8 Aprile 2024, 15:46 - Ultimo agg. 9 Aprile, 07:33
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«La nostra fabbrica era stata buttata via: oggi dimostriamo a tutta la città che si può sempre continuare a credere». Vincenzo Accurso, uno dei 294 operai ex Whirlpool di Napoli riassorbiti lo scorso ottobre dall’Italian Green Factory, non nasconde la gioia del momento. Mentre il suo sguardo si posa sul cartellone che annuncia l’inizio dei lavori di abbattimento del polo di via Argine.

All’esterno del Cral aziendale, sono arrivati in tanti questa mattina per assistere dal vivo al primo giorno di cantieri. Si parte con la rimozione degli impianti fotovoltaici presenti nel parcheggio del circolo dei metalmeccanici, per quattro lunghi anni cuore pulsante della lotta operaia. «Nel giro di una quindicina di giorni – fa sapere il ceo di Tea Tek, Felice Granisso - avremo l'abbattimento di quest'area, con la rimozione dei vecchi impianti fotovoltaici, la rimozione del capannone ex Cral e l'inizio delle lavorazioni di pulizia e rinnovamento della palazzina uffici».

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«La fine complessiva dell’opera di abbattimento è prevista tra tre mesi esatti, l’otto agosto 2024. Si tratta di una operazione - a cura dell’azienda Ecoffice - molto complessa che riguarderà una superficie di 53mila metri quadri con la presenza di cinque corpi fabbrica».

«Di questi – evidenzia Granisso - quattro saranno completamente abbattuti, mentre la palazzina uffici verrà riqualificata”.

Il prossimo maggio si entrerà nel vivo con la partenza dell’abbattimento di due corpi del sito, dove sono stati trovati circa 27mila metri quadri di amianto che saranno smaltiti in sinergia con l’Asl.

«Tra tre mesi contiamo di dare corso all'appalto di costruzione della prima fabbrica green della città di Napoli, la prima 5.0» osserva Granisso ipotizzando la data del primo gennaio 2026 per il via alla nuova missione industriale. «Produrremo – precisa - componentistica per gli impianti fotovoltaici, nello specifico trasformatori e cabine di trasformazione e componentistica per gli inseguitori solari, quindi avremo un processo di laminazione che consentirà di produrre acciaio lavorato per essere installato sugli impianti fotovoltaici».

Una sfida, verso un futuro sostenibile, a cui hanno già risposto presente i neo dipendenti dell’Italian Green Factory, azienda del gruppo napoletano Tea Tek. Le tute blu, per anni impegnate nella produzione di lavatrici con la multinazionale del bianco, dovranno però prima seguire un complesso iter formativo, composto da 600 ore di formazione generica da programmare con gli enti della Regione Campania per poi concludere con un periodo di formazione specifica sui macchinari.

Il prossimo 18 aprile, invece, le organizzazioni sindacali di categoria incontreranno a Roma – ma non in sede ministeriale – i nuovi vertici aziendali. In quella data, fanno sapere le parti sociali, sarà presentato il nuovo piano industriale che prevede investimenti per circa 72 milioni di euro. Nel disegno è previsto anche un piano di accelerazione con l’anticipo delle produzioni presso un altro sito della provincia di Napoli.

«Per la Cgil di Napoli – commenta il segretario della Cgil Napoli e Campania, Raffaele Paudice, che questa mattina ha partecipato all'apertura del cantiere di via Argine - è molto di più di una scommessa. Si tratta di mantenere l'impegno che tutti noi, insieme alle istituzioni nazionali e locali, abbiamo preso con le lavoratrici e i lavoratori nel momento in cui è iniziata la vertenza che ci ha portato fin qui, l'impegno di non lasciare nessuno senza lavoro e senza reddito, per poter continuare a vivere del proprio lavoro con dignità. Ma si tratta, per noi, anche di tenere fede all'impegno con la città e gli abitanti del territorio dove sorgerà la nuova fabbrica Tea Tek, quello di mantenere un presidio di legalità e di lavoro a Ponticelli, di non abbandonare la vocazione di grande città industriale di Napoli, dimostrare che industria e ambiente non sono incompatibili e che uno sviluppo sostenibile non solo è necessario ma è possibile».

«Insieme alla Fiom - conclude Paudice - vigileremo affinché tutti i soggetti coinvolti rispettino i loro impegni, a partire dalle istituzioni locali, affinché al più presto a via Argine tutte le lavoratrici e i lavoratori ritornino al lavoro che loro hanno difeso con tutte le forze».

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