Il “sistema” dell'evasione fiscale a Napoli: rito immediato, ecco nomi e accuse

Inchiesta sugli ex manager della movida: coinvolti finanzieri e dirigenti dell'Agenzia delle Entrate

L'Agenzia delle Entrate
L'Agenzia delle Entrate
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Domenica 1 Ottobre 2023, 23:02 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 15:30
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Sarà il processo a un presunto sistema di potere. Un sodalizio che avrebbe funzionato - è questa l’ipotesi dell’accusa - all’ombra dell’Agenzia delle Entrate e grazie al ruolo sospetto di alcuni finanzieri. Evasione fiscale, corruzione, rivelazione di segreti, manomissioni nel sistema dell’Agenzia delle Entrate, soldi spostati su conti all’estero. Per non parlare di due termini in grassetto: quei due “omissis” che campeggiano nelle carte, su cui sono in corso le indagini.

Eccolo uno degli atti di accusa dell’ufficio napoletano della Procura europea, che ha notificato un decreto di giudizio immediato a carico di imprenditori, uomini in divisa, funzionari dell’Agenzia delle Entrate, commercialisti. Settima sezione penale, nove ottobre, ore nove: a giudizio ci sono gli detenuti in carcere o ai domiciliari, alcuni dei quali chiederanno di patteggiare condanne.

Chiara l’ipotesi investigativa condotta dai pm della Procura europea distaccati a Napoli, vale a dire i pm Orlando e Sico, al cospetto del gup del Tribunale di Napoli. C’è un’ipotesi di associazione per delinquere che ruota attorno all’imprenditore Giovanni Pizzicato (noto perché in passato ha investito in alcuni locali della movida cittadina, per lui si procede separatamente) e al commercialista Fabrizio Mezzaro, «finalizzata a consumare frodi all’erario, grazie a società cartiere intestate a prestanomi». In questo scenario - secondo i pm - i due organizzatori avrebbero ricevuto «illeciti pagamenti» da imprenditori in difficoltà economica, soldi che poi in parte venivano girati (sotto forma di consulenze) a pubblici ufficiali. Una vicenda che va raccontata a partire da una premessa. Dopo gli arresti di qualche mese fa, è giusto ricordare che alcuni imputati hanno chiesto di patteggiare, altri avranno modo di presentarsi in aula e di dimostrare la correttezza della loro condotta e vanno pertanto considerati non colpevoli fino a prova contraria. 

Ma in cosa consistono le accuse mosse dalla Procura europea? Pizzicato «avrebbe tenuto rapporti tra alcuni imprenditori che contattavano il sodalizio per bloccare le indagini della guardia di Finanza». La Finanza, bene ricordarlo, ha svolto le indagini in un clima di piena sinergia con la Procura. Gravi le accuse contestate nei confronti dei pubblici ufficiali: si tratta, secondo la Procura, di Mario De Lucia e Generoso De Santis, Giuseppe Silvestro che - in qualità di finanzieri - avrebbero «fornito informazioni in ordine alle indagini svolte dagli uffici di appartenenza nei confronti degli imprenditori che si erano rivolti al (presunto) sodalizio organizzato da Giovanni Pizzicato. In questo senso - continuano gli inquirenti - venivano effettuati accessi abusivi ai sistemi informatici in uso al corpo di appartenenza, per bloccare o comunque rallentare le predette indagini».

Altro pubblico ufficiale sotto accusa è Antonio Cristofaro (per il quale si procede separatamente): si tratta di un dirigente dell’Agenzia delle Entrate, che avrebbe effettuato «accessi indebiti ai sistemi informatici dell’Agenzia delle Entrate, operandosi affinché le società che si rivolgevano allo studio Pizzicato-Mezzaro non venissero raggiunte dalle dovute sanzioni amministrative, consentendo rateizzazioni del debito erariale indebite». In questa vicenda l’avvocato Paolo Stravino assiste Giovanni Pizzicato; i penalisti Francesco Carotenuto e Sara Perrotta assistono Mezzaro (atteso in aula il 9 ottobre); Vitaliano D’Abronzo, Giuseppe Stellato, Gabriele Amodio, Felice Belluomo, Carmine D’Onofrio e Marco Campora assistono i militari; mentre a Giulio Ferri (difeso dagli avvocati Antonio Carano e Alfonso Quarto) viene mossa l’accusa di aver creato false fatturazioni. Ora tocca ai giudici pronunciarsi.