Napoli, aggredita dottoressa all'ospedale dei Pellegrini: «Un raid a settimana»

Napoli, aggredita dottoressa all'ospedale dei Pellegrini: «Un raid a settimana»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 16 Ottobre 2022, 22:46 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 15:25
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Un’aggressione a settimana, cinque al mese, sono 56 le violenze al personale medico e infermieristico negli ospedali napoletani dall’inizio dell’anno. L’ultimo episodio risale a sabato notte, quando una donna ha aggredito con calci e schiaffi una dottoressa dell’ospedale Pellegrini di Napoli. L’ennesima violenza è accaduta intorno alle 22.30, la protagonista dell’aggressione una donna di 42 anni, sarà probabilmente denunciata dalla sua vittima, sul posto è stato necessario l’intervento dei carabinieri del Nucleo radiomobile di Napoli che sono intervenuti. La solita storia: la signora (M.P. le sue iniziali), residente nel quartiere Avvocata, era al Triage in attesa nel pronto soccorso e senza un apparente motivo si è scagliata, in preda ad evidenti crisi isteriche, contro il medico prendendola a calci e minacciandola. Per la dottoressa aggredita (A.C. le sue iniziali), residente a Pozzuoli, una prognosi di tre giorni per contusione alle gambe. 

Quella di sabato è l’aggressione numero 56 nei nosocomi napoletani dal principio del 2022, a segnalarlo è l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” che, tramite i propri canali social, ha segnalato quella che ormai è una vera e propria emergenza al premier in pectore Giorgia Meloni e ai nuovi presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. «Chiediamo al nuovo governo - ha scritto l’associazione - di prendere provvedimenti immediati, e non come ha fatto il governo precedente che ha legiferato una legge bluff che poco tutela i martiri della sanità».

E, in effetti, tra aggressioni al personale del 118 e nei pronto soccorso. Il giorno prima dell’episodio del Pellegrini era toccato subire offese e minacce al personale di un’ambulanza intervenuta per un codice rosso (emorragia gastrica) in largo Vasto a Chiaia, in questo caso a inveire contro gli addetti era stato un tassista che, incurante dell’emergenza, era impaziente di prelevare un cliente. La scorsa settimana è stato invece il turno del personale sanitario del Cardarelli a dover subire gli improperi di una signora che aveva accompagnato sua madre al pronto soccorso del nosocomio collinare. Parolacce su parolacce e minacce sotto gli occhi delle guardie giurate che, talmente abituate a queste scene, neppure sarebbero intervenute (almeno a giudicare dai video subito divenuti virali sui social network). Del resto a farne le spese di questa aggressioni sono spesso anche gli stessi addetti alla sicurezza degli ospedali.

Video

I due nosocomi maggiormente presi di mira da incivili e veri e propri criminali sono l’ospedale San Paolo e lo stesso Pellegrini, teatro dell’ultimo episodio. Ma le aggressioni ai camici bianchi non avvengono soltanto all’interno degli ospedali, spesso anche ai medici di famiglia viene riservato lo stesso trattamento. Solo poche settimane fa un dottore recatosi in un’abitazione per fare una visita fu persino accoltellato. Il trend delle aggressioni è in continuo aumento ormai da anni, a segnalare anche la sensazione di impunità che quasi sembra si sia ingenerata. Lo scorso anno le aggressioni ai camici bianchi furono 65, nel 2020 furono 59, adesso a quasi due mesi dalla fine dell’anno si è già a 56. 

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