Napoli, la città arsenale dei clan: 400 armi da guerra sequestrate in un anno

Napoli, la città arsenale dei clan: 400 armi da guerra sequestrate in un anno
di Luigi Sabino
Giovedì 23 Settembre 2021, 23:57 - Ultimo agg. 24 Settembre, 17:36
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Napoli è una “santabarbara” a cielo aperto. È questo l’inquietante dato che emerge confrontando i risultati dei sequestri di armi eseguiti da Polizia di Stato, uomini dell’Arma dei Carabinieri e militari della Guardia di Finanza dal giugno 2020 ad oggi. Interi arsenali, molti dei quali riconducibili alla criminalità organizzata sono stati, infatti, trovati in diversi quartieri del capoluogo campano. L’ultima operazione solo pochi giorni fa con i carabinieri del Comando Provinciale che, all’interno della Torre A 2, complesso di edilizia popolare di Scampia, hanno trovato 1 pistola Smith & Wesson calibro 357 con matricola brasa e caricata con 4 proiettili calibro 357 e 2 revolver calibro 38 special oltre a 59 proiettili calibro 6,65. A completare l’arsenale due ordigni rudimentali del peso, rispettivamente, di 150 e 210 grammi, contenenti materiale esplodente sufficiente a far saltare in aria la saracinesca di un’attività commerciale. 

In totale, in meno di un anno, i militari dell’Arma hanno apposto i sigilli a 357 armi, comuni e da guerra a cui vanno aggiunte 79 armi bianche, in prevalenza coltelli a serramanico. Si arriva a un numero che supera i 400 “ordigni”, calcolando anche i dati di altre forze dell’ordine. Tra i sequestri più consistenti degli ultimi mesi sicuramente c’è quello avvenuto nel maggio scorso all’interno di un negozio di ortofrutta di via Metastasio, nel quartiere Fuorigrotta.

In quell’occasione, i carabinieri sequestrarono 10 pistole, tra cui diverse semiautomatiche, 5 pistole mitragliatrici e, soprattutto, 6 micidiali mitragliatori kalashnikov oltre a decine di munizioni di vario calibro e, anche in questo caso, a un ordigno fabbricato artigianalmente. A finire in manette il titolare dell’attività commerciale e un suo familiare, entrambi incensurati. I due, presenti all’interno del locale al momento dell’irruzione dei carabinieri, furono arrestati con l’accusa di detenzione illegale di armi e munizioni anche se il sospetto dei militari dell’Arma è che, in realtà, i due incensurati si sarebbero limitati solo a custodire l’arsenale in un posto considerato sicuro per conto di qualche clan di camorra che opera nella periferia occidentale della città. 

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Non meno importanti sono i risultati conseguiti dalle altre forze dell’ordine. Nel mese di marzo, ad esempio, un’operazione congiunta tra Squadra Mobile di Napoli e militari Gico della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di 9 armi da fuoco, 6 pistole semiautomatiche e 3 revolver, e oltre 500 proiettili di vario calibro. Le armi, si è scoperto nel corso dell’indagine, erano nella disponibilità di appartenenti a un’organizzazione di narcotrafficanti in affari con clan della camorra. Meno di due settimane fa, invece, i poliziotti del commissariato Vicaria-Mercato, nel corso di un’attività di controllo del territorio, hanno arrestato una coppia di coniugi perché trovata in possesso, oltre che di sostanza stupefacente, anche di un mitragliatore Luger e di un fucile a canne mozze calibro 12.

Non sono che alcuni esempi. Comparando, infatti, i dati sui sequestri di armi forniti dalle forze dell’ordine che operano nella sola città di Napoli si scopre che, nel periodo di tempo preso in considerazione, gli investigatori hanno recuperato più di un’arma al giorno. Una statistica allarmante così come è allarmante la diffusione di armi da guerra, a cominciare dai kalashnikov. A rifornire il mercato napoletano sono in prevalenza i trafficanti provenienti dai paesi dell’Europa dell’est cui, negli ultimi tempi, si sarebbero aggiunti i loro “colleghi” mediorientali, tra cui, in particolare, gli iraniani. Grandi mediatori dei traffici di armi, invece, sarebbero gli appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese, sempre più inseriti negli scenari criminali internazionali. 

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