Napoli, la carica dei diecimila abusivi: «Danni per 140 milioni»

Dopo anni di caos la Regione ha stabilito una graduatoria per garantire i meno abbienti

Pizzofalcone
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Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 27 Novembre 2023, 00:13 - Ultimo agg. 28 Novembre, 10:36
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Ventimila occupazioni abusive in tutta la Campania, diecimila solo a Napoli (dove pendono richieste di sanatoria che ovviamente dovranno essere valutate). Il grosso degli abusi è concentrato a Napoli (e nella periferia casertana, in una percentuale più bassa in alcuni rioni popolari alle porte di Salerno). Un buco nero per le casse dei comuni, anche sulla scorta di quanto emerge da recenti indagini della Corte dei conti, che da anni punta a stabilire le singole responsabilità amministrative di dirigenti, funzionari, finanche di sindaci nei rispettivi enti locali. E proviamo a rimanere ancorati all’ultimo dossier tracciato dalla Procura regionale della corte dei conti, alla guida del procuratore Giuseppone.

Si parte dalle indagini condotte in questi mesi dai pm Capalbo e Gigliano, a proposito delle occupazioni dei locali attrezzati per i custodi delle scuole, per arrivare alle verifiche condotte - sempre nell’area partenopea - a proposito dei locali commerciali del Comune di Napoli (in questo caso l’inchiesta viene condotta dai pm contabili Capalbo e Davide Vitale). In sintesi, il danno arrecato alle casse del Comune di Napoli è di circa 140 milioni di euro. Si tratta di canoni non riscossi, di soldi che gli enti locali avrebbero dovuto riscuotere, ma che non sono entrati nelle casse di Palazzo San Giacomo.

Un buco milionario, che è emerso nel corso delle indagini che hanno riguardato la storia delle scuole e dei custodi “fantasma”. Ricordate il caso? Siamo allo scorso marzo, quando Il Mattino tira fuori la classica punta di iceberg: si scopre che nella scuola Vanvitelli al Vomero, il custode titolare dei locali assegnati al guardiano è morto nel lontano 1988. Da allora, quei locali sono stati trasferiti a moglie e discendenti, in una sorta di staffetta che ha riguardato tre generazioni. E non c’è solo il caso della Vanvitelli. C’è anche altro. Almeno altre sei scuole sono in queste condizioni, di fronte a locali impegnati da abusivi che, danno economico a parte, rendono anche critica e poco sicura la gestione della quotidianità a scuola. In sintesi, le sette scuole hanno prodotto un buco di oltre novantamila euro, in uno scenario culminato di recente nella notifica di avvisi a dedurre a carico di funzionari e dirigenti comunali o scolastici. Chiara la ricostruzione della Procura, alla quale ovviamente seguirà la versione delle rispettive parti: non avrebbero messo in campo le strategie adeguate a sgomberare i singoli locali. 

Un modello investigativo che potrebbe essere approfondito anche su un altro versante. Quello dei locali commerciali. Non è un caso, infatti, che il grosso del danno riguarda locali commerciali di proprietà del comune di Napoli, che da anni risultano completamente infruttuosi. In che senso? Parliamo di decine di locali tra rettilo e zona Chiaia - dove il costo di un locale può arrivare fino a 15mila euro al mese -, dove decine di commercianti hanno potuto lavorare senza dover onorare l’affitto mensile. Un buco sul quale si attendono sviluppi da un punto di vista investigativo. A chi spettava controllare? Di chi era la responsabilità di notificare di volta in volta quegli ordini di pagamento? Chi controlla il rispetto degli oneri mensili? Si attendono sviluppi sul fronte della responsabilità contabile, mentre lo scenario più grave riguarda le case comunali. 

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Come è noto esistono interi quartieri completamente in balìa di clan, che gestiscono le case (e le volture tra un assegnatario e un non assegnatario) come se fossero cosa loro. Complici alcuni soggetti interni alle municipalità, in un clima di controllo che spesso diventa militare. Non è un caso, che la vicenda delle occupazioni abusive ha trovato il proprio emblema nella storia di via Egiziaca a Pizzofalcone. Negli ultimi due anni sono stati espulsi alcuni abusivi dell’ex edificio del Demanio, ormai ribattezzato Palazzo della camorra. Uno scenario in cui la Regione si è mossa in modo efficace, con una graduatoria frutto del lavoro dell’assessorato guidato da Bruno Discepolo. Uno strumento normativo con cui si punta a mettere ordine al caos, per garantire il diritto alla casa a chi ne ha davvero bisogno (e ha requisiti) ed eliminare gli abusi. 

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