Pizzofalcone, a Napoli il palazzo dalla camorra allo Stato: «Così sarà valorizzato»

Alloggi occupati dai clan e poi liberati, il Comune dà in gestione l’edificio a Invimit

Il palazzo di Pizzofalcone
Il palazzo di Pizzofalcone
di Luigi Roano
Venerdì 24 Novembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 26 Novembre, 10:20
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C’è voluto del tempo per definire la cessione al “Fondo Napoli” - di cui fa parte Invimit, una società dello Stato - di alcuni immobili di pregio, ma alla fine ci finisce dentro anche il palazzo della camorra - quello di via Egiziaca a Pizzofalcone - che era sì nella short list ma poiché esattamente un anno fa di questi tempi venne a galla il caso degli occupanti abusivi vicini ai clan - come denunciato da Il Mattino - si pensava che l’operazione fosse difficile da definire. Invece è andata in porto, nella sostanza ora nel palazzo c’è lo Stato. E se il Comune ha già fatto un lavoro importante per liberarlo assieme alle forze dell’ordine grazie ai tanti sfratti effettuati c’è da dire che da oggi sarà ancora più complicato per i camorristi mettere le mani sui beni pubblici. Palazzo San Giacomo così centra tre obiettivi: il sostegno dello Stato, la valorizzazione del patrimonio, uno degli asset del “Patto per Napoli” senza il quale i fondi statali non sarebbero più arrivati già dal prossimo anno, e incassa subito 16 milioni.

Sul patrimonio il Municipio guidato dal sindaco Gaetano Manfredi si sta muovendo in più direzioni. Per rimanere nell’argomento degli occupanti abusivi, la piaga delle cosiddette case dei custodi delle scuole il Comune la sta affrontando con una task force con 8 uffici coinvolti. Più in generale è stata varata “Napoli patrimonio” società interamente pubblica e del Comune che gestirà l’intero patrimonio di Palazzo San Giacomo che si compone di 67mila cespiti.

Una prima risposta data anche alla Corte dei conti che accusa Palazzo San Giacomo di mancati incassi dal patrimonio per oltre 133 milioni. Ma procediamo con ordine. 

Cosa è il Fondo Napoli? È stato costituito per la valorizzazione del patrimonio e il Comune ne detiene il 70% delle quote, la restante parte è di Invimit, società al 100% dello Stato tramite il Mef. Il soggetto finanziatore è Inail, anch’esso pubblico. L’obiettivo principale del Fondo è la valorizzazione degli immobili trasferiti allo stesso, che ne diventa proprietario col compito di gestirne la riqualificazione e la destinazione. «Qualsiasi futura destinazione degli immobili sarà decisa dal Fondo, nel quale il Comune, detenendo il 70% delle quote, avrà l’ultima parola, come previsto dal Regolamento costitutivo» chiariscono in una nota da Palazzo San Giacomo. Nella sostanza ci sono dei limiti alle eventuali dismissioni, il Consiglio comunale per esempio ha già stabilito «la inalienabilità della Galleria Principe o la destinazione a parcheggio di parte dell’area ex Garittone».

Nel trasferire gli immobili al fondo il Comune cede il 30% del loro valore attuale e Invimit ne versa il corrispettivo in denaro nelle casse del Comune. Gli immobili trasferiti restano quindi di proprietà comunale tramite il Fondo, per il 70%. Il Comune può decidere se vendere o meno ma anche la destinazione d’uso degli immobili. Al netto del palazzo di via Egiziaca a Pizzofalcone sono stati ceduto al “Fondo Napoli” Palazzo Cavalcanti in via Toledo 346; il deposito Anm di via Posillipo, Villa Cava a Marechiaro, Galleria Principe di Napoli e il deposito Garittone. Gli stessi cespiti offerti a Invimit quando fu deciso di dare vita al Fondo e che Invimit ha ritenuto dopo le perizie potessero essere appetibili sul mercato immobiliare. E che valgono complessivamente 43,5 milioni. Il Comune incassa 3 milioni in più dei 13 che gli spetterebbero perché ha deciso di cedere le tre caserme che si trovano nell’area nord e che continueranno ad avere una funzione pubblica. Soddisfatto il sindaco: «Si tratta di un passaggio fondamentale per valorizzare il patrimonio di proprietà comunale: ogni decisione sulla destinazione dei singoli beni è lasciata all’Amministrazione». 

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Sulla stessa lunghezza d’onda Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio e al Patrimonio: «Continua la realizzazione del “Patto per Napoli”. Con la costituzione del Fondo immobiliare tra Comune e Stato, tramite Invimit, si compie un passo importante verso il recupero e la valorizzazione dell’ingente patrimonio del Comune. Sono immobili di rilevante valore istituzionale e sociale che non possiamo lasciare abbandonati o in degrado. Servono ingenti risorse e capacita di progettazione che con questa scelta si concretizzano, restando nella gestione pubblica, senza, quindi, privatizzazioni o svalorizzazioni. Anzi miglioreremo il loro valore, anche finanziario».

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