Napoli, occupati gli alloggi degli ex custodi: «C'è chi coltiva droga a scuola»

Sette istituti bloccati tra Vomero e Arenella, tra gli abusivi la moglie di un vigile deputato ai controlli

La scuola Vanvitelli
La scuola Vanvitelli
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 8 Novembre 2023, 23:54 - Ultimo agg. 10 Novembre, 07:15
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Dal parcheggio per i parenti alla coltivazione di marijuana: tutto negli spazi e nei cortili della scuola. Le tante zone d’ombra della gestione del patrimonio pubblico, compresa la sede della Municipalità 5 in via Morghen. Dopo il dossier di Europa Verde pubblicato da Il Mattino, nove mesi fa, sulle abitazioni occupate negli istituti di Vomero e Arenella, partì un’indagine ad hoc della Corte dei Conti. Secondo le verifiche della stessa Corte dei Conti e dei carabinieri, sono 7 i dirigenti e i funzionari che non hanno chiesto i canoni, per un danno erariale da 92mila euro. Uno degli alloggi oggetto dell’indagine risultava occupato dal 1988. Il danno erariale totale quantificato per il Comune di Napoli, in realtà, è molto maggiore, se calcolato in funzione del rapporto morosità-utenza e se si considerano le case presenti nel patrimonio immobiliare di Palazzo San Giacomo: ammonta a ben 133 milioni di euro. 

Sono in corso verifiche su altri istituti, da parte dei carabinieri, su mandato della Procura, per fare luce sulle irregolarità. Intanto, dopo l’attività di indagine condotta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Napoli Vomero e coordinata dalla Procura Regionale per la Campania presso la Corte dei Conti, è stato notificato a sette persone - tra Dirigenti del Comune, della società Napoli Servizi e del 36° Circolo Didattico Statale «L. Vanvitelli» - un invito a dedurre con cui vengono contestate delle condotte negligenti che avrebbero causato un danno erariale per 92.349,69 euro. Alla «L. Vanvitelli - plesso Caccavello», che si trova in un fabbricato privato preso in fitto dal Comune, c’è un alloggio per il custode - pensionato dal 1988 e morto nel 2010 - occupato dai suoi eredi. Inoltre, data la prescrizione, non sarà possibile per il Comune ottenere risarcimenti «a causa di condotte ascrivibili a diversi dirigenti del Comune e della Napoli Servizi». 

Non solo le occupazioni abusive di lungo corso, da Pizzofalcone, Colli Aminei e centro storico, insomma. Fermo restando il presupposto di innocenza, al momento ci sono verifiche sugli alloggi “ex custode” occupati “sine titulo”: come al 38° Circolo Didattico “Giuseppe Quarati”, in via Tosti e in via Falcone.

Al plesso di via Bernardo Cavallino dell’I.c. Minucci (l’alloggio, qui, è stato lasciato dagli occupanti a giugno, dopo l’ordinanza di sgombero). Poi all’I.c. “Cesare Pavese”, plesso “E. Nobile” in via Ussani, all’84° Circolo Didattico Statale “E.A. Mario” di via Improta (alloggio spontaneamente liberato dagli occupanti a luglio). E ancora, all’I.c. “Ignazio di Loyola” nell’omonima via. Al 36° Circolo Didattico Statale “L. Vanvitelli” di via Caccavello. E nella sede della Municipalità 5. Nel dettaglio, dalle indagini è emerso che l’occupante abusivo di uno degli alloggi “ex custode” dell’ E.A. “Mario” era la moglie di un appartenente all’Unità operativa Tutela Patrimonio della Polizia Municipale (cioè l’organo deputato agli accertamenti in materia di occupazione sine titulo del patrimonio comunale). Dopo il controllo, i soggetti hanno lasciato l’alloggio.

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Stando a quanto sta emergendo, i parenti in visita dall’occupante abusivo dell’ex alloggio del custode del plesso “E. Nobile” del “Cesare Pavese”, parcheggiano l’auto negli spazi comuni della scuola, causando anche disagi alle “prove di evacuazione” da terremoto. Ancora: dalle verifiche è emerso che l’occupante dell’ex alloggio del custode dell’I.c. Loyola era in possesso dei codici di allarme dell’edificio, da poco modificati. Il fratello dell’attuale occupante abusivo dell’ex alloggio del custode, qui, 2005 è stato arrestato per aver coltivato marijuana proprio nel cortile della scuola. A scoprirlo, fu un agente in presidio nell’istituto, che era seggio elettorale. Venendo alla sede della Municipalità 5 e della Polizia Locale, è emerso che, per accedere alla casa dell’ex custode (in pensione dal 2008 e invalido civile), bisogna passare nel parcheggio del garage al 3° livello, del quale ha le chiavi, e poi aprire la porta di emergenza. Ci sono etichette che indicano il “residente” dell’abitazione e il suo citofono. Secondo gli inquirenti, non avrebbe mai pagato luce e acqua.

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