Il caro carburante e energia rischia di spazzare via «il 30% di corse del trasporto pubblico». La stima arriva dai sindacati, e poggia su numeri pesantissimi forniti dalle due principali aziende pubbliche di gomma e ferro di Napoli e provincia. Da Anm sono in corso verifiche, in queste ore, sugli aumenti esorbitanti che impattano su treni e bus, e si stima «un extra-costo di 5 milioni rispetto al 2021». Umberto De Gregorio, presidente di Eav, parla invece di una spesa in crescita di «12,3 milioni annui» tra carburanti e bolletta. Se non si accelera sulla lotta alle speculazioni e sulle contromisure ai rincari, insomma, tra non molto i tagli al servizio diventeranno realtà: avremo meno corse della metro e meno bus in strada.
I costi dell’energia stanno aggravando tutte le previsioni di bilancio delle aziende di trasporto. Le spese già lievitate, per Anm ed Eav, non sono proiezioni, ma dati reali. «La nostra bolletta mensile è passata da 1 milione a 1,8 milioni - aggiunge De Gregorio - Parliamo di un incremento di 10 milioni annui solo per l’energia. Per la gomma, l’incremento del carburante incide per il 35% dei costi, aggiungendo alle nostre spese 1,5 milioni all’anno. Il governo ha recentemente eliminato un’agevolazione sulle accise per le aziende di trasporto pubblico. Era un risparmio di circa 800mila euro per Eav. Deve intervenire il governo per tutelare le aziende, che scontano ancora la limitazione al 75% da Covid e la paura della gente a prendere i mezzi pubblici dopo la pandemia. Non toccheremo il servizio fino a che saremo in condizione di non toccarlo. Ma riusciremo a resistere non più di sei mesi, in queste condizioni, prima che la situazione dei rincari inizi a incidere sulle corse».
Per Anm, come detto, sommando l’effetto del caro energia, gasolio e metano, si arriva a «5 milioni di extra-costi».
«Questo problema crea grossi danni alla filiera dei mezzi da un punto di vista tecnico. Se non si interviene sui prezzi - spiegano ancora da Anm - il pericolo del taglio delle corse è concreto». Su Napoli, per fronteggiare i rincari, si ipotizza di utilizzare bus diesel rispetto a quelli a metano, che talvolta a oggi supera i 4 euro a chilo. Il diesel, nell’ultima settimana, costa invece intorno ai 2 euro. Il diesel è più inquinante rispetto al metano, ma da Anm ricordano il recente rinnovamento della flotta con 200 mezzi diesel euro 6, del tutto paragonabili ai mezzi a metano. Prima di un confronto con il Comune - filtra ancora da Anm - bisognerà capire quali saranno le mosse messe in campo a livello nazionale.
In particolare sulle accise e sui tagli all’Iva di cui si sta discutendo in queste ore. È probabile, però, un incontro con l’assessorato ai Trasporti di Palazzo San Giacomo nei prossimi giorni, per riorganizzare il piano corse in funzione dei nuovi, esorbitanti, prezzi delle materie energetiche. Eav, come detto, invoca un intervento sui costi accessori. Ma la stima delle corse a rischio fatta da Usb, intanto, e al netto degli interventi che saranno messi in campo da Palazzo Chigi, non è di poco conto. «Se lo Stato non interviene, il numero di corse a rischio è alto - spiega Adolfo Vallini, sindacalista Usb e autista Anm - Visto che il carburante e l’energia sono raddoppiati, si può ipotizzare un taglio del 30% delle corse, considerando sia gomma che ferro. Ci auguriamo che a livello nazionale si intervenga presto con un calmiere dei prezzi».