Asili nido, piscine e basket: così il clan Bosti-Contini riciclava soldi sporchi a Napoli

Asili nido, piscine e basket: così il clan Bosti-Contini riciclava soldi sporchi a Napoli
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 00:01 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 07:23
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Orologi d’oro e di marca, diamanti, ferro. Ma anche società di servizi, di quelle per l’assemblaggio di computer, elettrodomestici, marketing, consulenza in scrittura digitale poi la nuova frontiera: asili nido per bambini, di quelli che hanno la licenza riconosciuta in tutti i Paesi della Comunità europea, con tanto di certificato finale per gli alti standard formativi di fine corso. Per non parlare poi di altre due settori su cui si concentrano invetsimenti sospetti: la creazione di associazioni sportive (basket su tutti), grazie a un’associazione ad hoc nata nell’hinterland per rivitalizzare le possibilità ricreative del territorio; e il business delle piscine, quelle di tutti i tipi, che comunque vanno sempre bene e, in un modo o nell’altro, producono ritorni assicurati. Sono solo alcuni dei settori in cui si sarebbe cimentato il clan Bosti-Contini, secondo quanto emerge dalle indagini su Luca Esposito, giovane, brillante e falcoltoso manager ritenuto esponente di spicco della camorra napoletana.

Clan e riciclaggio, mafia imprenditoriale, decine di prestanome, soldi in nero che entrano in una frontiera impensabile: quella degli asili nido e dello sport semiprofessinistico, con tanto di riconoscimento dovuto alle associazioni di dilettanti. Parla il pentito Pasquale Orefice: «All’Arenaccia ci sono le scuole di “omissis”», imprenditore conosciuto come ragioniere dei Contini, «che gestisce scuole, piscine e garage, reinvestendo i soldi dei Contini». Inchiesta dei pm Alessandra Converso e Ida Teresi, sotto il coordinamento del procuratore Gianni Melillo, che ottengono il sequestro di una rete di società riconducibili al giovane manager, dal quale emerge la sua straordinaria duttilità imprenditoriale. Ma restiamo sul personaggio emergente: difeso dal penalista napoletano Raffaele Chiummariello, Luca Esposito è stato arrestato mentre provava a scappare a Dubai, dopo aver corrotto dei medici (seimila euro) per avere green pass posticci. Scrivono i pm: «Aveva con sè una sorta di tesoro da portare negli Emirati». Un orologio con diamanti del costo di 500mila euro, soldi e gioielli da portare all’estero. A leggere il sequestro firmato dal gip Chiara Bardi, Luca Esposito aveva con sè una Lamborghini Aventador S Roadstar 6.5, acquistata in Germania e intestata a un prestanome, che è finita ovviamente sotto custodia della Procura.

E non è tutto. 

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È un intero mondo che emerge dalle carte poste alla base del sequestro. È in questo scenario che in data 25 novembre del 2020 veniva accreditata la somma di 27.800 euro per una società di Pallacanestro, società costituita nel 2019 con un capitale sociale di 10mila euro. A studiare intercettazioni e incroci contabili, si comprende che alcuni finanziamenti di una società specializzata nel ferro sarebbero finiti nella società sportiva, alimentando sospetti da parte della Procura di Napoli. «Operazioni schermate», dicono i pm, riflettori su un giro di «milioni di euro», mentre il presunto rampollo avrebbe acquistato un intero complesso edilizio nell’area flegrea, tramite operazioni formalizzate dinanzi a un notaio napoletano. 

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Leggiamo alcune intercettazioni agli atti. «Ho incontrato il commercialista - dice Luca a un suo interlocutore - ha detto che dobbiamo cambiare fornitori», a proposito della gestione di una società a lui riconducibile. Si tratta di una Srl specializzata nella gestione e nel trattamento di documenti in genere, cartacei ed elettronici, consulenza e marketing. Uno schema usato anche per altre società che vengono intestate a donne e uomini incensurati, che vestono panni da manager pur risultando fino a un anno prima a reddito zero. In questo scenario una società riconducibile a Esposito fa registrare un boom economico, nonostante ci trovassimo nella primavera del 2020, quindi in piena pandemia, con tutte le attività ferme su scala planetaria». Ma chi c’è dietro tanta ricchezza? Soldi sporchi - dicono i pm - riciclati in mille rivoli. Tanto da spingere lo stesso Esposito a questa battuta: «Tengo milioni di euro, ho più soldi di Patrizio (Bosti, suo suocero, ndr) e Edoardo (Contini, ndr), tengo i soldi per girare in elicottero e fare la guerra all’Iran». 

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