Napoli, il racconto choc della cuoca: «Molestata e picchiata da un cliente, temo che possa farlo ad altre donne»

Napoli, il racconto choc della cuoca: «Molestata e picchiata da un cliente, temo che possa farlo ad altre donne»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 28 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:46
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«Nella tragedia siamo state fortunate che proprio in quel momento passava all'esterno del ristorante una camionetta dei militari di Strade sicure che ha fermato quell'uomo in attesa che arrivasse la polizia. Almeno adesso posso denunciarlo». È ancora sconvolta Alessandra Novello, 22 anni, cuoca del ristorante 'O Greco di via San Sebastiano, in pieno centro storico. Parla a fatica perché venerdì sera, verso le 23, un cliente 51enne del suo locale prima l'ha palpeggiata toccandole le parti intime, poi con inaudita violenza le ha dato una testata sul volto rompendole il setto nasale. Un'assurda storia di follia dove l'unica consolazione è essere riusciti ad individuare l'aggressore.

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Perché quell'uomo l'ha colpita?
«Stava cenando con una donna.

Ad un certo punto ho sentito dalla cucina delle urla spaventose e ho capito che stava gridando e offendendo con parolacce irriferibili mia zia 55enne perché - a suo avviso - gli era stato portato un piatto che non aveva ordinato».

E lei cosa ha fatto?
«L'ho invitato ad uscire e a indossare la mascherina, per evitare altri contatti con mia zia ed evitare il peggio, mi sono piazzata davanti alla porta del locale. Ho cercato di capire perché si fosse scaldato così tanto da urlare quelle frasi contro una donna».

E lui?
«Ha iniziato a rivolgermi frasi pesantissime e poi mi ha toccato nel basso ventre. A quel punto mi sono raggelata, ma ho avuto la forza per rispondergli e di gridare anch'io dicendogli che era un viscido nel toccare una ragazza di 22 anni, lui che avrebbe l'età per essere mio padre».

Lo ha fatto davanti alla donna che era con lui?
«Non so se questa signora ha notato quell'orribile gesto, ma tanto lei dava ragione a lui. Che è ancora peggio».

E poi cosa è successo?
«A quel punto pensavo che quell'uomo volesse rispondermi, invece senza dire una parola mi ha dato una testata sul volto. Mi ha rotto il setto nasale. Un dolore che non so descrivere, adesso mi fa male tutto: la testa, i denti, il collo».

È intervenuto qualcuno per prendere le sue difese?
«Un mio conoscente, dopo la testata, ha fermato l'uomo che altrimenti avrebbe continuato a picchiarmi. Qualche nostro cliente ci ha provato ad intervenire, ma quell'uomo faceva paura. Nel frattempo dall'interno il nostro personale aveva già chiamato la polizia, ma la fortuna ha voluto che proprio 30 secondi dopo la testata è passata nei pressi del locale una camionetta dell'Esercito che è riuscito a fermare l'uomo mentre lui stava tentando di scappare via».

Lo hanno arrestato?
«No, lo hanno fermato e, nel frattempo, sollecitati dai militari sono arrivati i poliziotti del Commissariato di Montecalvario che hanno preso le generalità di questo signore».

Lo ha denunciato?
«Non ancora, andrò oggi a presentare la denuncia perché sono corsa al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini dove mi hanno medicato, contenuto la frattura e assegnato 25 giorni di prognosi. Ma non è stata questa la parte peggiore».

Perché?
«Nel frattempo mia zia, ancora oggi in evidente stato di choc, non si è sentita bene. Siamo stati costretti a portare anche lei al Pellegrini dove il personale medico ha temuto potesse venirle un infarto perché aveva gli enzimi altissimi. Ha passato l'intera nottata in ospedale e l'hanno dimessa solo alle 11 di sabato. Lei aveva paura per me, ma intanto sono io ad aver paura per lei, spero passi l'ansia che le è stata causata da quell'uomo».

Adesso è arrabbiata?
«Non sono arrabbiata, sono delusa. Stavamo cominciando a riprendere a lavorare dopo lo sconquasso causato dalla pandemia, dopo ciò che è successo i clienti sono scappati via e mi spiace anche per loro che a causa di un personaggio simile abbiano dovuto assistere a questa scena. Ora voglio solo denunciare e avere giustizia, non solo per me stessa. Voglio denunciare perché non bisogna arretrare di fronte alle violenze, soprattutto se penso che una persona simile possa fare ad altre donne ciò che ha fatto a me. Al di là della violenza fisica, anche l'avermi palpeggiato è stata un'esperienza insopportabile». 

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