Livio Esposito, 36 anni, sorride alla moglie ed ai tanti amici accorsi in ospedale a trovarlo. In fondo il peggio è passato ma nei suoi occhi, iniettati di sangue a causa dei capillari rotti dall’impatto del proiettile sul volto, scorrono vive le immagini di quei minuti drammatici.
Cosa ricordi della sparatoria?
«Stavo guidando ed avevo accanto mia moglie quando improvvisamente ho sentito un bruciore insopportabile in faccia.
Cosa è successo dopo ?
«Molte persone si sono avvicinate per aiutarmi ed hanno chiamato i soccorsi. Di quei momenti ho ricordi molto confusi persino dei rumori. Non ricordo altri spari, né ho visto da dove provenisse il proiettile. Durante quei minuti interminabili, mentre aspettavamo l’arrivo dell’ambulanza, non facevo che pensare a mia figlia. Io e mia moglie ci stavamo dirigendo al supermercato quando è accaduta la tragedia e avevamo lasciato la nostra bimba di 5 anni a scuola di ballo pochissimi minuti prima. Continuavo a pensare a cosa sarebbe potuto succedere se nostra figlia fosse stata in auto con noi».
Hai avuto paura di morire?
«Ho avuto paura ma non ho pensato di morire perché fin dai primi secondi successivi al bruciore sono riuscito a muovermi, a stare sveglio e a camminare sulle mie gambe. Non ho mai perso i sensi ed ho sempre avuto accanto mia moglie. In realtà più che la sensazione di paura sono letteralmente sconcertato e non riesco ancora a farmi una ragione di quello che è accaduto. In quei momenti drammatici ci siamo fatti forza a vicenda io e mia moglie ma adesso stiamo guardando con più lucidità l’accaduto e sembra tutto assurdo».
Tra i pensieri che hai fatto, c’è quello di andare via da Napoli?
«Si. È un pensiero che mi torna in mente in continuazione. Io sono napoletano, faccio il cuoco ho una vita tranquilla ed una figlia: è chiaro che ci ho pensato subito. In realtà adesso voglio solo che quest’incubo passi il prima possibile. Voglio uscire dall’ospedale, ristabilirmi e vorrei che si rasserenassero mia moglie e tutta la mia famiglia. Non desidero altro. Quando tutto questo dolore, queste sensazioni negative saranno passate potremo pensare a prendere eventualmente delle decisioni ma ora abbiamo bisogno di chiudere il prima possibile questo capitolo drammatico».