Napoli, fiamme al Maschio Angioino e Palazzo Reale: tre ipotesi per gli investigatori

L'area di Castel Nuovo dove si è sviluppato l'incendio non è controllata dalle telecamere

Incendio doloso al Maschio Angioino
Incendio doloso al Maschio Angioino
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 27 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 07:10
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Prima le fiamme all’interno del Maschio Angioino, poi un rogo nei vicini giardini di Palazzo Reale. Incendi non solo di natura dolosa, ma l’azione è stata anche premeditata e condotta scavalcando prima all’interno del Maschio Angioino, poi percorrendo un camminamento angusto e, infine, scavalcando ancora un altro muretto. È caccia aperta a chi nella notte tra sabato e domenica ha dato fuoco in due punti strategici e simbolici di pertinenza del Comune di Napoli. Qualcuno ha voluto colpire, resta da capire il perché. Le indagini sono affidate alla Digos napoletana della Polizia di Stato che, non senza difficoltà, proverà a risalire all’autore o agli autori del raid. Le telecamere di videosorveglianza sono presenti solo all’esterno del Maschio Angioino, ma non nelle sale dove è divampato l’incendio.

Il primo rogo è divampato in un locale adibito al deposito di documenti amministrativi del Comune di Napoli all’interno del Maschio Angioino, nella Torre dell’Oro. L’allarme è stato dato intorno alle 2.30 e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia locale, i carabinieri e la polizia. Le fiamme nel monumento sono state completamente domate solo intorno alle 4.30. Il locale incendiato era adibito a deposito di documenti, il Comune ha fatto sapere che si tratta di atti di non vitale importanza perché i documenti più importanti erano stati trasferiti in locali adiacenti a quelli della Fondazione Valenzi, in un’altra ala del Maschio Angioino.

Mentre era in corso lo spegnimento del primo incendio si è sviluppato un altro piccolo rogo in un cestino dei rifiuti, nei vicini giardini di Palazzo Reale, subito domato. Assai probabile possa esserci una relazione tra i due episodi, ma vige sulle indagini il massimo riserbo. Gli accertamenti compiuti dalla polizia scientifica hanno però reso possibile stabilire una primissima traccia: l’incendio nella Torre dell’Oro non è divampato per cause spontanee, ma è stato certamente di natura dolosa. Si indaga ora per capire chi abbia agito e perché. I documenti contenuti nel deposito del Maschio Angioino sono andati in parte distrutti o danneggiati dalle fiamme, la Digos ha chiesto chiarimenti su cosa contenessero quei documenti e sono in attesa di risposte dagli uffici comunali. Il rogo non ha coinvolto le aree principali del monumento-simbolo di Napoli, come la Pinacoteca e la Sala della Loggia, che comunque sono in locali attigui a dove è divampato l’incendio. Per questi motivi i vigili del fuoco hanno dovuto rompere un soffitto per evitare che le fiamme potessero propagarsi nelle stanze attigue dove erano contenute le opere d’arte conservate nella fortezza. L’area è stata posta sotto sequestro. Ieri mattina, per verificare i danni alla struttura, si sono recati per un sopralluogo l’assessore al Turismo, Teresa Armato, e il coordinatore delle Politiche culturali, Sergio Locoratolo. Il sindaco, Gaetano Manfredi, è stato costantemente aggiornato sulla vicenda ed è stato più volte in contatto con il prefetto di Napoli, Claudio Palomba.

Stamattina il museo civico di Castel Nuovo resterà comunque regolarmente aperto al pubblico.

Nel corso della mattinata tra le piste che si stavano facendo largo agli occhi degli investigatori c’era anche quella di matrice anarchica, tanto più in un momento in cui nell’intero Paese si svolgono giornalmente manifestazioni e rimostranze per protestare contro la detenzione al 41 bis di Alfredo Cospito. La pista, non essendoci state rivendicazioni, ha perso però di efficacia nel corso della giornata, seppure non è possibile ancora escluderla del tutto. Digos al lavoro, anche con la collaborazione del Comune, sulle piste maggiormente battute: una ritorsione, l’obiettivo di distruggere qualche documento oppure un attacco di matrice politico-insurrezionalista. Le indagini sono appena all’inizio.

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