Napoli: Giusy minacciata dall'ex, ​interviene la polizia

La donna convocata in commissariato dopo l'appello al “Mattino”: già sei denunce contro il marito violento

Giusy minacciata dall'ex marito
Giusy minacciata dall'ex marito
di Giuliana Covella
Sabato 19 Agosto 2023, 23:55 - Ultimo agg. 20 Agosto, 17:20
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Percosse, minacce, pedinamenti e citofonate in piena notte. Addirittura spari contro il balcone dove vive la sua ex e l’auto di quest’ultima data alle fiamme. Come la soglia della casa a Secondigliano dove lei vive con i genitori e i suoi due figli. Eppure sei denunce - di cui l’ultima il 14 agosto - non sono bastate per allontanare in via definitiva Diego M., di 42 anni da quella che fino al 2015 era sua moglie, Giusy V., oggi madre 39enne di due figli di 16 e 21 anni. Un incubo dal quale la donna non riesce a uscire, nonostante si sia rivolta più volte alle forze dell’ordine, perché vive nel terrore che l’ex coniuge la possa ammazzare.

«Non mi sento tutelata - aveva detto a Il Mattino nell’intervista pubblicata venerdì - ho paura finanche di andare al lavoro, perché lui potrebbe venire anche lì. E mio figlio minore non vuole più uscire per il timore che il padre ci segua, come fa ogni volta». Il dramma psicologico vissuto dalla giovane donna si è acuito dopo aver sentito al telegiornale dell’ennesimo femminicidio, quello di Anna Scala, uccisa a coltellate a Piano di Sorrento dal suo ex compagno: «Non è stata tutelata, non voglio finire come lei», era stato il grido di allarme di Giusy attraverso le pagine del nostro giornale. Un dramma del quale è stata informata sia la Procura, a cui due giorni fa Carla Maruzzelli, penalista che difende Giusy, ha indirizzato una memoria per accendere i riflettori sul caso. Caso di cui si è interessata anche la senatrice PD Valeria Valente, che lo porterà in commissione parlamentare femminicidio. 

Ieri è stata convocata di nuovo nella sede del commissariato di polizia di Secondigliano, guidato dal primo dirigente Raffaele Esposito.

Agli agenti Giusy si era rivolta più volte negli ultimi anni, in seguito ai tanti episodi in cui l’ex marito aveva manifestato condotte violente. Addirittura lo scorso 14 agosto, quando si era recata a sporgere denuncia insieme ai familiari, si era accorta di essere stata ancora una volta pedinata dall’uomo. Motivo per cui all’uscita dal presidio di pubblica sicurezza i poliziotti avevano dovuto scortarla fino a casa. Nella mattinata di ieri, accompagnata dai genitori, con cui vive insieme ai due figli, la donna ha dovuto esporre nuovamente i fatti che l’hanno portata a vivere in uno stato di agitazione perenne, afflitta da paure e angosce a causa dei comportamenti del 42enne, che lo scorso gennaio era stato scarcerato dopo aver scontato una condanna per detenzione di armi e stalking.

Ma Giusy continua a non sentirsi protetta, specie quando esce al mattino per andare al lavoro. Una storia che richiama inevitabilmente alla mente quella della 55enne uccisa dall’ex a Piano di Sorrento. A chiedere una task-force specifica in Procura è Carla Maruzzelli, legale di Giusy: «Le vittime devono trovare personale specializzato, ossia una sezione che lavori 24 ore su 24 come un pronto soccorso perché la violenza sulle donne è un’emergenza sociale. Aiuterebbe poi anche l’interrogatorio investigativo obbligatorio dell’imputato, ulteriore garanzia di tutela per chi denuncia». 

 

«I casi di Giusy V. e di Anna Scala ripropongono la necessità di utilizzare di più e meglio, con la massima celerità, tutte le misure cautelari, pre-cautelari e di prevenzione esistenti - dice Valente - Nella storia di Giusy leggiamo che l’uomo violento nonostante la pena espiata, persiste nelle sue condotte criminose e costituisce dunque un serio e concreto pericolo per lei. I magistrati competenti e le forze dell’ordine dispongono di tutti gli strumenti per intervenire tempestivamente». «Oggi per fortuna le donne iniziano a denunciare. È un attestato di fiducia e affidamento verso lo Stato e le istituzioni - aggiunge la senatrice - Per questo è necessario adottare tutte le misure possibili per metterle in sicurezza. Giusy va protetta e subito. Chiederò in commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio di approfondire le motivazioni del mancato ricorso alle misure cautelari e al braccialetto elettronico in questi ultimi casi. Sui fatti di Piano di Sorrento presenterò un’interrogazione ai ministri della giustizia e degli interni per capire cosa non abbia funzionato». 

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La vicenda di Giusy è stata portata all’attenzione del procuratore aggiunto della Repubblica Raffaello Falcone, alla guida della IV sezione fasce deboli, che invita le donne a «denunciare» ribadendo che «è necessario l’impegno di tutti», specie quando si è di fronte a soggetti che «hanno problemi di equilibrio». Fondamentali per il pm sono prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole «per diffondere la cultura del rispetto nelle nuove generazioni», alla luce di un fenomeno che è in continuo aumento e che vede arrivare sulle scrivanie della Procura partenopea decine di denunce al giorno. 
 

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