Napoli, Maikol ucciso in una stesa: «Voglio sapere i nomi dei killer di mio marito»

Napoli, Maikol ucciso in una stesa: «Voglio sapere i nomi dei killer di mio marito»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 30 Dicembre 2021, 10:26 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 13:42
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Una lunga attesa, senza una notizia, senza una svolta, senza «poter raccontare chi fosse mio marito». Pesa ogni parola Angela Russo, vedova di Maikol all'indomani della notizia della decisione della Procura di riaprire le indagini, alla luce di quanto raccontato da un collaboratore di giustizia. Pesa le parole e ricorda l'isolamento di questi anni, tra promesse di assistenza e indifferenza per la morte del 27enne.

Chi era Maikol, suo marito?
«Una persona perbene, estranea alla camorra.

Uno che aveva preferito lavorare come ambulante, come venditore di calze nei treni o nelle stazioni del centro nord, senza compiere passi nella direzione sbagliata. Uno dei tanti cittadini onesti che in questa città non hanno voce, esattamente come noi oggi, che ci sentiamo cittadini di serie b».

Perché ha questa percezione?
Le racconto la nostra condizione. In attesa di un processo che stabilisca chi ha ucciso mio marito, abbiamo inutilmente chiesto al Comune un loculo per Maikol nel cimitero di Poggioreale. Attualmente la salma è appoggiata negli spazi del cimitero di Don Guanella, vorremmo una sepoltura decorosa, dove poter portare un mazzo di fiori. Purtroppo finora ci hanno solo illuso».

A cosa fa riferimento?
«Le mostro una lettera con la quale l'ex assessore del Comune chiedeva al dirigente del servizio cimiteriale di disporre l'esumazione della salma e la sua assegnazione a un loculo comunale a spese dello stesso Comune, in quanto Maikol veniva giustamente indicato come vittima innocente».

Come è andata a finire ?
«È passato un anno, ancora niente. È cambiata la giunta, restiamo in attesa. Ma questa è solo una faccia del problema, l'altra riguarda la nostra legittima attesa di una parola definitiva sulla morte di Maikol».

A cosa fa riferimento?
«Alla nostra richiesta di giustizia. Ho saputo che il primo fascicolo di indagine è stato chiuso qualche anno fa. Oggi apprendo che c'è la volontà di andare a fondo e mi fa ovviamente piacere sapere che non siamo stati dimenticati. Sono rinfrancata dalla volontà di andare a fondo e di non disperdere alcun elemento da approfondire, pur di arrivare alla soluzione del caso».

Cosa vorrebbe dire ai magistrati che hanno intrapreso un nuovo percorso investigativo?
«Innanzitutto, esprimo la mia approvazione per la volontà di non lasciare nulla di intentato sotto il profilo amministrativo. So che le indagini non si fanno sui giornali, che ci sono ragioni che appartengono solo agli inquirenti, ma resto a disposizione per fornire eventuali spunti di interesse. Lo dico da cittadina, da moglie di un ragazzo ucciso nel fiore dei suoi anni, da madre di due bambini orfani».

Chi era Maikol?
«Un ragazzo sorridente. Un giovane uomo. Aveva viaggiato tanto, era stato in Texas e in Germania, aveva fatto il cameriere, aveva una buona dimestichezza nel rapporto con i clienti. Fuori da questa città avrebbe potuto fare fortuna nel campo del turismo e della ricezione di clienti in un ristorante, ricordo che in quel periodo mandava tutto lo stipendio a casa, qui a Napoli, mentre lui si accontentava di vivere con poco.

Cosa lo ha spinto a ritornare a Napoli?
«La nostalgia per la famiglia, ovvio. Mi disse che voleva vedere crescere i nostri figli, ma non glielo hanno consentito».

Cosa prova quando le dicono che suo marito è stato ucciso per sbaglio, per errore, per caso?
«Lavoro come cameriera in una rosticceria nella zona di Chiaia, non ho le competenze adeguate, spero che ci sia una svolta a stretto giro. Sono contenta per la decisione dell'ufficio inquirente di andare avanti, di non sottovalutare la sofferenza che ci è stata arrecata, di riaprire il caso. Mi auguro che prima o poi mi venga data la possibilità di entrare in un'aula di giustizia e di guardare negli occhi - dopo una sentenza definitiva - il volto dei killer, di chi ha spento il sorriso di mio marito».

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