Napoli, mensa del Carmine senza cibo: a rischio il pranzo di Natale

Il caro prezzi mette ko anche la solidarietà

A rischio il pranzo di Natale alla mensa del Carmine
A rischio il pranzo di Natale alla mensa del Carmine
Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Domenica 17 Dicembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 07:31
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Trenta chili di pasta al giorno, cinque o sei chili in meno quando due volte alla settimana si porta a tavola il riso. Almeno un paio di litri di olio extravergine d'oliva, un chilo e mezzo di sale grosso, trenta chili di pane e una media di trecento porzioni di secondo che siano cotolette, hamburger, bastoncini di pesce, sofficini, polpette o spinacine. Ecco il carrello della spesa che padre Francesco Sorrentino deve necessariamente riempire per garantire un pasto al giorno agli oltre trecento ospiti della mensa del Carmine. Qualcuno l'ha definita la Ferrari della solidarietà: accende il motore all'alba e lo spegne solo a tarda sera quando si conclude anche la consegna dei pacchi alimentari alle famiglie più povere del quartiere. Ora però c'è un problema. Le scorte si stanno esaurendo e il sacerdote non nasconde la sua preoccupazione in vista delle festività quando i piatti da riempire aumentano e il cibo non basta mai: «Non mi scoraggio, non fa parte del mio carattere, ma la dispensa un po' alla volta si sta svuotando e sarà meglio rifornirla subito o potrei andare in difficoltà. In ogni caso sono fiducioso, la provvidenza arriva sempre al momento giusto e anche stavolta andrà bene». Padre Francesco è ottimista: «Napoli ha il cuore grande, la solidarietà non ce la facciamo mai mancare. I nostri poveri vengono prima di tutti e il pranzo di Natale come vuole la tradizione sarà quello più gustoso dell'anno». 

Ce la farà, padre Francesco ce la farà come al solito: la mobilitazione è partita, i social amplificano la notizia, sono già stati organizzati diversi punti di raccolta cibo. Tra questi martedì dalle 9 alle 13.30 volontari in azione allo Spi di Bagnoli, in via Ilioneo. In alternativa si può fare riferimento direttamente al sacerdote, lo troverete ogni mattina nella sede della basilica del Carmine insieme con i suoi straordinari collaboratori. In campo anche la Società per Amore, un gruppo di napoletani generosi coordinato da Anna Di Biase che ha già garantito parte del cibo necessario al pranzo del 25 dicembre insieme con una buona quantità di spese da consegnare alle famiglie che fanno riferimento alla mensa del Carmine. «Se ho svuotato la dispensa prima del tempo - spiega il prete - una delle ragioni è proprio quella di aver fatto fronte alle richieste alimentari di un numero di persone sempre crescente.

Il taglio del reddito di cittadinanza ha contribuito ad allungare la lista di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. In tanti non vengono alla mensa ma ugualmente non hanno i soldi per mangiare, difficile immaginare quante giovani coppie con bambini assistiamo. Solo ad ottobre abbiamo consegnato circa quattrocento spese, mai avevamo raggiunto numeri del genere, forse solo in tempo di pandemia. Ricordo che una volta preparammo la tavola per settecento persone, in quel caso fu la mano di Dio a venirci in aiuto o non ce l'avremmo mai fatta».

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Padre Francesco parla di provvidenza, una generosa provvidenza che stavolta sembra muoversi a rilento: «La crisi è crisi per tutti, provate a comprare quaranta cavoli come faccio io quando li voglio fare con la pasta, ma che sono, d'oro? Prezzi alle stelle, proibitivi soprattutto quando ne servono quantità industriali. Va detto che il cibo in generale è diventato carissimo e siamo tutti in difficoltà. Dunque: capisco bene il disagio dei nostri benefattori. Chi prima ci regalava chili e chili di pasta è possibile che ora non sia più in grado di farlo. Fatto sta che rispetto all'anno scorso le offerte sono assai diminuite». Andiamo nel concreto perché è facile immaginare che dopo il tam tam di questi ultimi giorni saranno tanti i napoletani pronti a sostenere la mensa del Carmine, da oltre trent'anni presidio di solidarietà e punto di riferimento per tutta la zona orientale della città 365 giorni all'anno perché «qui - assicura il sacerdote - non si chiude mai. Natale è come Pasqua e Pasqua è come Ferragosto». E allora di che cosa ha bisogno padre Francesco? «Mi serve un po' di tutto, a cominciare dalla pasta, lo dicevo prima: ogni giorno calo più o meno trenta chili, e poi i secondi, i surgelati per esempio: bastoncini di pesce, filetti di merluzzo, sofficini, gordon bleu, ma anche carne fresca ovviamente, uova e latticini. Proseguo? L'olio extravergine d'oliva non mi basta mai, e poi legumi, pomodori pelati, bottigliette d'acqua, biscotti... Che altro? Venite a trovarci, il resto lo scoprirete voi». 

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