Ladri di rame, si ferma la metro: la rivolta dei passeggeri a Napoli

Corse bloccate sulla linea 1, migliaia di studenti e lavoratori in ritardo. Assalto alla pagina Facebook di Anm

Furto di rame, caos sulla linea 1 della metro
Furto di rame, caos sulla linea 1 della metro
di Paolo Barbuto
Venerdì 15 Settembre 2023, 23:59 - Ultimo agg. 16 Settembre, 20:15
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Raggiungere, di corsa, la stazione della Metro per arrivare in tempo a scuola o al lavoro e trovarla chiusa: esperienza, purtroppo, abituale a Napoli. Anche scoprire che i treni restano fermi perché qualcuno è andato a rubare i cavi elettrici della Metropolitana è diventata una consuetudine in una città dove il concetto di legalità è prossimo all’utopia.
Ieri è successo di nuovo: quasi tre ore di stop. Stazioni chiuse fin dalla prima corsa perché, durante la notte, sono spariti i cavi di rame del viadotto lungo la tratta Colli Aminei-Piscinola.
Stazioni serrate, messaggi scritti a pennarello per segnalare che non c’era nessuna previsione sul momento in cui il servizio sarebbe ripartito. Così, dopo qualche momento di smarrimento e di rabbia, con momenti di grande tensione di fronte ai cancelli sbarrati, la maggior parte dei passeggeri ha cercato un’alternativa.

Di fronte a un evento che si verifica con drammatica ripetitività, l’Azienda del trasporto pubblico napoletano non ha mai pensato di prevedere una procedura d’emergenza per creare un servizio alternativo su gomma: le persone vengono abbandonate al loro destino, che s’arrangino da sole a trovare un modo per raggiungere la loro destinazione.
E ciascuno s’è arrangiato in qualche maniera, quasi tutti hanno puntato su auto e moto, così s’è generato un traffico supplementare che ha mandato in tilt la città nella prima settimana di ripresa definitiva delle attività. Il caos delle automobili è andato avanti per l’intera mattinata, anche quando il servizio della metropolitana è stato ripristinato, perché chi s’era messo in movimento aveva già provveduto a ingolfare le strade. Un pizzico di normalità di traffico s’è recuperato solo dopo l’ora di pranzo.

Quando è stato scoperto il furto dei cavi, di primissimo mattino, è stata immediatamente avviata la procedura di riparazioni d’emergenza. Sul luogo è giunta una squadra di operai e tecnici che ha lavorato senza sosta per tentare di ripristinare la situazione in tempi stretti. 
Impossibile, però, accelerare le procedure oltre i limiti del possibile. Si tratta di interventi che vanno eseguiti con cautela, in sicurezza e, soprattutto, utilizzando cavi sostitutivi di adeguata capacità. Le operazioni di ripristino si sono concluse in poco più di due ore, le stazioni sono state riaperte dopo quasi tre ore di stop totale quando la massa di napoletani che aveva bisogno della metropolitana aveva già raggiunto la sua destinazione.

Di fronte alle stazioni chiuse e ai cartelli d’avviso compilati col pennarello, gli utenti hanno mostrato tutta la loro rabbia. La maggior parte s’è sfogata sui social mostrando foto e brevi video delle persone inviperite e abbandonate di fronte ai cancelli chiusi delle stazioni.
In molti hanno dato l’assalto alla pagina Facebook dell’Anm, l’unico social sul quale è possibile mandare segnali all’azienda, anche se i commenti sono bloccati, come su tutti gli altri canali ufficiali. Il post nel quale veniva segnalata la chiusura totale della Linea 1 è stato preso d’assalto con “faccine arrabbiate” ma, soprattutto, con risate di scherno a testimoniare il disamore verso il trasporto pubblico napoletano.

Quello avvenuto ieri è il quinto furto di cavi di rame che colpisce la Linea 1 della metropolitana.

Il primo del 2023 risale al 24 di marzo quando i ladri di rame strapparono una porzione poco consistente dei cavi e il servizio della metropolitana venne eseguito in forma ridotta sulla tratta fra Colli Aminei a Garibaldi: i delinquenti avevano operato sul viadotto che collega Piscinola ai Colli Aminei, e su quello stesso pezzetto di tragitto hanno continuato a rubare rame per altre quattro volte, compresa quella di ieri. L’8 di aprile il bis. Poi una sosta nei furti e una forte ripresa in estate con un blitz il 15 di luglio quando entrava in servizio il quarto dei nuovi treni: in quell’occasione solo 45 minuti di blocco della circolazione. Infine il doppio colpo di settembre con un furto sabato scorso che ha bloccato la linea per più di due ore, e quello di ieri che ha generato i disagi maggiori.

Il furto di rame dalle tratte ferroviarie è all’ordine del giorno in tutto il Paese, quello nelle metropolitane è molto più raro perché generalmente si tratta di percorsi sotterranei. A Napoli, però, il viadotto di Piscinola è lungo e senza controllo, troppo facile per i ladri andare a prendere il rame. Si tratta di furti che non portano elevati introiti ai ladri. Una tonnellata di rame usato, ieri, al mercato ufficiale, veniva scambiata per 2450 euro. Il furto di ieri che consiste in qualche decina di chili di rame, può aver garantito a chi lo ha messo a segno un incasso tra i due e i trecento euro, in compenso ha messo in ginocchio la vita di migliaia di napoletani.

Perché rispetto a una serie di furti che si ripetono, con continuità, sempre nella stessa zona della metropolitana, non viene predisposta una adeguata forma di controllo
L’azienda, da sempre, spiega che sorvegliare 24 ore su 24 il viadotto sarebbe impossibile e che anche l’utilizzo delle telecamere non consente di cancellare la piaga dei furti.
La domanda se la sono posta, con vigore, anche i sindacalisti della Usb che hanno chiesto l’attivazione di specifiche protezioni dai furti quell’area che ormai è nota: «La tecnologia d’oggi prevede larghissime possibilità - ha tuonato Adolfo Vallini della Usb - immagino che esistano sistemi che consentono l’attivazione di un allarme quando vengono rilevati movimenti in una specifica zona. Ecco, se questi sistemi venissero attivati sul viadotto Piscinola-Colli Aminei, non esisterebbero più giornate nere come quella che i napoletani hanno vissuto ieri».
Sul tema generale della protezione, non solo rispetto ai furti di rame ma anche per la sicurezza nelle stazioni e sui treni, la Usb da tempo chiede che vengano elevati i livelli di controllo e annuncia che, nel prossimo futuro, chiederà l’apertura di uno specifico tavolo di confronto con l’azienda.
 

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