Napoli, monumenti in gabbia: un faro della Procura sul business ponteggi

Quattro siti storici inibiti da decenni dal pm il caso di San Lorenzo Maggiore

Impalcature a San Lorenzo
Impalcature a San Lorenzo
di Leandro Del Gaudio, Gennaro Di Biase
Martedì 28 Novembre 2023, 00:02 - Ultimo agg. 29 Novembre, 07:26
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Quanto costano e da quanto tempo sono stati allestiti. Ma ancora: per quanto tempo li vedremo ancora svettare lì sulle nostre teste, ad ingabbiare siti e monumenti di rilevanza storica. È il caso dei ponteggi, che da anni “adornano” chiese e complessi monumentali, piazzati lì da committenti diversi, in uno scenario di lunga durata. Una presenza, quella di tubi Innocenti eterni, su cui c’è esigenza di chiarezza, alla luce delle inchieste giornalistiche condotte in questi anni dai giornali cittadini, ma anche sulla scorta di segnalazioni fatte da parroci e comitati di cittadini. Procura allertata, sul tavolo dei pm che si occupano di contrasto al degrado del patrimonio artistico e monumentale (pool coordinato dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli), non mancano ritagli di giornale ed esposti. Come nel caso della splendida San Lorenzo Maggiore, un gioiello che racchiude epoche diverse, la cui facciata è rimasta inibita a turisti e cittadini da tempo immemorabile. Dieci anni, undici anni? Parte da qui il reportage de Il Mattino. 

Siamo tra San Gregorio Armeno e piazza San Gaetano: nell’epicentro della storia e del turismo. Eppure, sulla facciata esterna della basilica di San Lorenzo Maggiore svettano impalcature «da circa 10 anni», dice padre Domenico Sportiello (che è parroco di San Lorenzo da 5 anni). Tanti napoletani, da queste parti, non ricordano che forma avesse la chiesa prima delle transenne. All’origine del montaggio, continua il parroco, c’è una messa in sicurezza durata 10 anni. «I lavori dovevano rientrare nel grande progetto Unesco. Sapevo che dovevano iniziare l’autunno ‘22, ma è tutto fermo, e non sappiamo neppure se i soldi ci siano ancora. Gli operai non si sono mai visti al lavoro. Serve una messa in sicurezza della facciata, chiesta circa 10 anni fa dalle istituzioni. Vengono avvocati di continuo, e non abbiamo mai capito perché». Qui padre Sportiello si ferma, e sospira un appello: «Se i soldi non ci sono più, almeno si togliesse l’impalcatura, che è diventata a sua volta pericolante: lo zinco delle lamiere, dopo tanto tempo, si consuma. Abbiamo già chiesto vari interventi dei pompieri. A nostre spese, abbiamo rimosso la barricata inferiore. E i topi si sono annidati tra i tubi, con i turisti che buttano rifiuti. Le impalcature sono state acquistate dalle istituzioni, lo sappiamo per certo: questo forse non ha aiutato». Rapporto tra costi e benefici nella gestione dei ponteggi destinato a verifiche investigative. 

Già, perché il noleggio delle impalcature ha dei costi, si sa. Ma nel caso di San Lorenzo non sono costi vivi, visto che i tralicci sono di proprietà pubblica. Va detto che, dopo la ricognizione pubblicata dal Comune nei giorni scorsi, il complesso di San Lorenzo rientra nella lista degli «8 progetti Unesco per cui è necessaria l’individuazione di ulteriori fonti di finanziamento», per un costo di «3 milioni». «Un milione», invece, va reperito per «l’area archeologica» della stessa Basilica. Bastano due passi per trovare altro abbandono: la Scorziata, gioiello del ‘500 in vico Cinquesanti. Una barricata di ferro copre la facciata della chiesa barocca.

Almeno qui le impalcature, messe in origine nel 2015, sono state sostituite. La Scorziata rientra infatti nella lista dei 9 «interventi Unesco che saranno completati». Costo di «2,5 milioni». Il cartello sul cantiere è nuovo e si legge: «Progetto cofinanziato dall’Ue». 

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Cambiamo quartiere, ma non cambia il degrado monumentale. Parliamo dei barbacani di San Martino, ai piedi di Castel Sant’Elmo: altra emergenza eterna, «di dieci anni». A ricordarlo è Gennaro Capodanno del Comitato Valori Collinari. I pali furono installati per evitare che i locali devastati degli ex corallai – storici pure quelli, degli anni ‘30 – franassero sui passanti. «Simbolo del degrado resta il muro di contenimento nei pressi dell’accesso al castello: da oltre 10 anni è puntellato con tiranti in legno - dice Capodanno - La struttura è afflitta da problemi legati al lungo tempo trascorso e dalla presenza di erbacce e rifiuti. In passato si era parlato di un contenzioso tra Regione e Sovrintendenza per stabilire a chi competessero gli interventi. Di recente l’assessorato al Demanio e al Patrimonio della Regione, cui compete l’intervento, ha annunciato che per la primavera ‘24 il puntellamento sarà rimosso, per una spesa di oltre 600mila euro». 

Torniamo in centro. È stato lo stesso maestro Riccardo Muti, a segnalare le criticità del Conservatorio di San Pietro a Majella in un’intervista a Il Mattino. Le impalcature sono state montate a maggio del ’22, ma i lavori non sono mai partiti, nonostante un finanziamento regionale integrato 6 mesi fa a 13,5 milioni. Il montaggio dei tubi – hanno spiegato dall’istituto di San Pietro A Majella – «fu un intervento di sicurezza urgente da effettuare comunque, senza poter attendere l’affidamento dei lavori». Ma la città offre tanti esempi di ponteggi su cui è opportuno fare chiarezza. 

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