Quando se ne va un avvocato del calibro di Ettore Stravino il primo istinto è quello di ricordarne il profilo professionale e la grandezza del ruolo che ha saputo interpretare nell’indossare la toga. Chi lo ha conosciuto bene sa invece che per ricordarlo non si può non partire dalle sue doti umane: la correttezza, la generosità e la disponibilità che sapeva esprimere sempre con un sorriso chiaro e sincero. Ettore Stravino - erede di una tradizione forense, quella napoletana, che ha saputo regalare giuristi eccelsi e preparatissimi - sapeva fondere la preparazione all’umanità.
Stravino è morto dopo essere stato colto, in un’aula del Tribunale di Milano dove stava discutendo un processo, da un’emorragia cerebrale contro la quale ha resistito fino a ieri mattina. Penalista formatosi nello studio del grande Renato Orefice, era nato a Maddaloni ma cresciuto in penisola Sorrentina, a Sant’Agnello prima di trasferirsi a Napoli. Aveva 82 anni, era sposato con la compianta Antonella Picciotti, magistrato e padre di Stefania e Simona, che oggi a loro volta indossano la toga di avvocato. Laureatosi giovanissimo in Giurisprudenza, ha cavalcato due secoli indossando la toga di avvocato, iniziando a frequentare quella palestra di vita e di diritto che era il vecchio tribunale di Castel Capuano quand’era appena al secondo anno di università. Nei suoi ricordi amava ricordare il primo incontro con Giovanni Porzio, le “lezioni” sul campo di penalisti del calibro di Reale, Patroni Griffi, Pansini e De Marsico, fino all’incontro con Orefice. Una folgorazione.
Morto Ettore Stravino, avvocato erede della grande tradizione forense
Aveva 82 anni, colpito da emorragia cerebrale mentre discuteva un processo nel tribunale di Milano
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 3 Dicembre 2023, 00:00
- Ultimo agg.
4 Dicembre, 07:11
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