Morto Pasquale Andria, il giudice ispirato al Vangelo

Già presidente del tribunale dei Minori è stato un visionario sul tema delle baby gang

La camera ardente di Pasquale Andria
La camera ardente di Pasquale Andria
di Petronilla Carillo
Sabato 2 Dicembre 2023, 06:55 - Ultimo agg. 18:03
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Pasquale Andria ha vissuto due vite, quella dei codici e quella del Vangelo. Due vite che si sono sempre intersecate tra di loro in difesa dei più deboli e dei minori, in aiuto delle famiglie nel segno di un cattolicesimo che ha fatto da faro a tutte le sue azioni sociali e culturali.

Pasquale Andria nasce giudice (fino al 2018, quando è poi andato in pensione, è stato presidente del tribunale dei Minori) ma la sua attività giuridica ha sempre seguito il messaggio del Vangelo che è stato il suo faro nella militanza nell’Azione cattolica, seguendo le orme del suo maestro ed amico Vittorio Bachelet, vicepresidente del Csm ma anche presidente dell’Azione Cattolica.

Tant’è che ieri, quando si è diffusa la notizia della sua morte, a 75 anni, lo hanno voluto ricordare soprattutto tanti cittadini, persone comuni che lo hanno incontrato, per i motivi più diversi, sul loro percorso di vita. «In un particolare momento della nostra vita ha mostrato di che pasta è fatto un uomo che guida un’istituzione. Ringrazierò e ricorderò per sempre nella mie preghiere il presidente Andria: la sua umanità, la sua competenza, il suo rigore istituzionale, la sua bont, la sua umiltà, il suo essere semplicemente un uomo della nostra Salerno», è uno dei ricordi lasciati sul suo profilo facebook. Ricordiamo che i funerali saranno celebrati oggi nella chiesa di San Pietro in Camerellis (corso Garibaldi) alle 11.
 

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In magistratura dal 1975, Pasquale Andria è stato presidente del Tribunale per i minorenni e ai ragazzini disagiati ha sempre prestato tutta la sua attenzione anche da visionario: aveva un pensiero molto attuale sul fenomeno delle baby gang dietro al quale, secondo lui, e più in generale dietro la devianza penale criminale minorile, ci sarebbe una crisi degli adulti («adolescenti prolungati», diceva).

Era sempre pronto, dalla sua posizione di presidente tribunale minori, a spronare gli stessi adulti a fornire ai ragazzi orientamenti e riferimenti che potessero essere modelli validi. Idee chiare anche sul ruolo della famiglia che «ha un suo primato educativo e formativo ma non può essere un mondo sottratto al controllo di legalità. L’80% degli abusi contro i minori viene commesso proprio all’interno della famiglia. Le mura domestiche spesso comprimono e ledono i diritti delle persone che ne fanno parte. Quindi, un minore senza un “suo” giudice è un minore senza diritti».

E anche sull’affido dei minore aveva una teoria molto all’avanguardia ed umana: «Un caso è se ho di fronte una situazione familiare di fragilità soprattutto economica, per cui la famiglia non ce la fa a mantenere il figlio o i figli: in questa situazione bisognerebbe intervenire con dei sussidi economici, ma talvolta può essere utile procedere a un affidamento temporaneo etero familiare. Altro è se l’affidamento nasce come risposta alla situazione di bisogno del minore dentro un’indagine per abuso, cioè per un reato che ha come vittima il minore stesso: c’è il controllo del pm prima e del giudice poi». 

Onestà, umanità ma anche rigore, quando necessario. È questo che pensano di lui nel mondo giuridico salernitano. «Un caro amico che aveva il rispetto per i ruoli, era sempre disponibile. Ha rappresentato un esempio di come dovrebbe essere il capo di un ufficio giudiziario soprattutto in un settore difficile come quello dei Minori», ricorda il presidente dell’ordine degli Avvocati Gaetano Paolino.

«Un giudice e, soprattutto, un uomo dai modi gentili sempre pronto alle istanze di tutti. Riusciva sempre a mantenere alto livello di garantismo dimostrando la sua vicinanza a tutti coloro che avevano delle difficoltà. Un uomo di grande generosità» commenta il presidente della Camera penale Luigi Gargiulo. «L’Anm di Salerno ricorda con grande affetto Pasquale Andria, collega apprezzato e conosciuto non solo nell’ambito forense, ma anche in città per la sua partecipazione al dibattito sociale e culturale, nel quale si distingueva per il suo eloquio al tempo stesso elegante e di elevato contenuto, con particolare riferimento ai temi dei minori e della famiglia. In particolare, nella comunità dei magistrati, lascia un ricordo imperituro di affabilitá, signorilità e grande cultura giuridica», ricorda la presidente Mariella Zambrano. «È stato un importante protagonista della vita della nostra comunità tanto come insigne magistrato tanto come generoso animatore di importanti iniziative solidali. Di lui conserveremo il ricordo di persona competente e piena di passione civile nel segno dell’umanesimo cristiano che ha ispirato il suo pensiero ed il suo agire al servizio del bene comune» scrive sul proprio profilo facebook il sindaco Vincenzo Napoli.

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«Ci lascia un pezzo importante e fondante dell’azione cattolica diocesana e nazionale. Il suo impegno in AC, espresso con rigore, competenza ed umanità è stato per tanti di noi un esempio fulgido di laicità. Quando un padre termina i suoi giorni terreni, i figli diventano adulti. Da oggi l’azione cattolica diocesana è un po’ più adulta, chiamata ad assumersi la responsabilità dell’eredità di Pasquale», ha scritto la presidente Diocesana di Azione Cattolica Maria Vittoria Lanzara.

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