Napoli, tutte le scuse per evitare la multa: «È morta mia suocera...»

Cento verbali ogni ora, l'irregolarità più diffusa è la sosta vietata: 112mila casi in cinque mesi

Vigili urbani in azione a Napoli
Vigili urbani in azione a Napoli
di Davide Cerbone
Martedì 27 Giugno 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:01
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La regola è data: «La suocera muore sempre, la mamma al limite sta male». Che sia un rifugio o un auspicio, una cosa è certa: se davanti a una divisa si tratta di sacrificare un parente, i napoletani non hanno dubbi. Spesso, però, neanche la più tragica delle attenuanti basta a scongiurare la contravvenzione. La polizia locale di Napoli ne eleva in media cento all’ora. «Un’azione educativa, prima che repressiva, che va nell’interesse dei cittadini e della loro incolumità», tiene a precisare il comandante Ciro Esposito. Nella classifica delle infrazioni più amate dai partenopei c’è un vincitore: la sosta vietata, censita nel suo generoso assortimento di variazioni sul tema, stravince con 112.782 casi rilevati nei primi cinque mesi dell’anno: più della metà rispetto al totale delle irregolarità sanzionate nello stesso periodo, pari a 221.542. Un risultato che non sorprende, se si considera che le contravvenzioni per sosta irregolare sono elevate spesso in contumacia e dunque con minor dispendio di tempo e di energie.

In doppia fila, sui marciapiedi, davanti ai passi carrabili, alla fermata del bus, sugli stalli riservati a moto e scooter: le quattro ruote invadono ogni anfratto più o meno disponibile, in un’occupazione militare che diserta ogni pudore e infatti non risparmia neanche le discese per i disabili e i posti a loro riservati. Nella giungla urbana, insomma, la sosta vietata degenera facilmente in “selvaggia”, con atti di prevaricazione che molte volte trovano una sponda nella complicità più o meno richiesta dei parcheggiatori abusivi. Nei primi 150 giorni dell’anno il divieto di sosta è stato sanzionato 39.422 volte: quasi il 60 per cento rispetto al totale del 2022 (66.471). A queste si aggiungono 7.133 parcheggi in corrispondenza di un incrocio, la metà rispetto ai 14.300 dell’anno scorso, 6.773 su attraversamento pedonale, 14.656 su marciapiede, 22.098 in seconda fila, 1.548 su striscia continua e 21.102 «Collocazioni irregolari di veicoli sulla carreggiata».

Nel gruppo degli inseguitori detiene un posto di (dis)onore la circolazione in aree interdette alla viabilità, sanzionata 93.430 volte: sono però un quarto rispetto alle 377.354 del 2022. In continuità con gli ultimi dati, invece, i conducenti sorpresi a parlare al cellulare durante la marcia e quelli colti a guidare mezzi a due ruote senza casco. A metà graduatoria, il mancato rispetto del semaforo rosso e le irregolarità su revisione, documenti di guida e di circolazione. C’è poi una vasta zona d’ombra di infrazioni che raramente vengono registrate: una su tutte, il mancato ricorso agli indicatori di direzione, meglio noti come frecce, decisamente fuori moda a queste latitudini.

Se la statistica non fotografa pienamente la realtà, ne offre comunque una rappresentazione interessante. 

«Non sono dati incoraggianti anche se un numero più basso di verbali dice che le multe scoraggiano comportamenti scorretti», osserva il comandante Esposito. Perché sì, una perdita in termini di vivibilità produce se non altro un guadagno per le casse del Comune, ma il capo dei vigili urbani garantisce: «Quei soldi vengono investiti in sicurezza e in dotazioni tecnologiche. E in genere, i verbali hanno lo scopo di indurre al rispetto delle regole». Certo, la coperta è corta: «Nel 2011 eravamo 2.300, ora siamo 1.000. Il concorso ci ha portato 200 agenti e 31 ufficiali a fronte di 120 che sono andati via e altri 70 che lasceranno nel corso del 2023».

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Pur di evitare una contravvenzione, molti napoletani danno fondo a tutto il patrimonio di fantasia di cui sono dotati. Che, si sa, non è di poco conto. C’è chi passa col rosso a tutta velocità dicendo che ha fretta andare al bagno e chi giustifica qualsiasi nefandezza con il malessere di un congiunto. «Sono le scuse più gettonate - assicura un altro vigile -. A morire, però, è sempre e solo la suocera». C’è anche il caso della condivisione, arbitraria e illegale, di posti riservati agli invalidi. «Più di una volta ci siamo sentiti dire che “tanto l’invalido si ritira la sera”. Non sapevamo se ridere o piangere», riferiscono due agenti. In effetti, si ride per non piangere. Ma l’esperienza in strada dice che il tentativo disperato di farla franca fa leva quasi sempre su un dito. Puntualmente sventolato al cospetto del tutore della legge: «La difesa del napoletano si basa sull’indice: chiedono un minuto di tolleranza, un piacere, un consiglio, sempre con quel dito in bella mostra. E lo accompagnano con le scuse più improbabili. Tanto che spesso mi domando: se non avessero l’indice, i napoletani si comporterebbero meglio? Secondo me, sì».

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