«Abusivi a Castel dell’Ovo», il Comune di Napoli chiede lo sfratto

Di fianco all’ingresso secondario c’è l’accesso alla sede di un’azienda

«Abusivi a Castel dell’Ovo»
«Abusivi a Castel dell’Ovo»
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Domenica 14 Aprile 2024, 22:43 - Ultimo agg. 16 Aprile, 07:24
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Il Comune ha scoperto che all’interno di alcuni locali di Castel dell’Ovo c’è «attualmente un occupante abusivo». Per quanto possa sembrare assurdo, non c’è possibilità d’errore, le parole che avete letto tra virgolette le hanno scritte proprio da Palazzo San Giacomo nel documento con il quale, giovedì scorso, al termine di una lunga ricognizione, è stato predisposto l’ordine ufficiale di sgombero.

La scoperta s’e materializzata nel corso delle procedure per i lavori di ristrutturazione in corso al castello del Borgo Marinari. Di fianco all’ingresso secondario, in fondo a via Eldorado, c’era un cancello di ferro del quale nessuno aveva le chiavi.

Così il Comune ha chiesto un approfondimento, ha messo in campo i vigili dell’unità operativa Tutela del patrimonio e ha scoperto l’arcano. Dietro quel cancello di ferro c’è la sede di un’azienda con la quale già molti anni fa il Demanio (al tempo titolare del Castel dell’Ovo) aveva aperto un contenzioso. Quella vicenda s’è trascinata fino ad oggi quando i vigili hanno appurato che gli occupanti di quei locali, allo stato attuale, non hanno nessun titolo per restare lì dentro.

Giovedì scorso, l’11 di aprile, è stata predisposta l’ordinanza di sgombero. Il documento è estremamente preciso, ripercorre l’intera vicenda dell’occupazione di quei locali che s’inoltrano dentro al castello, chiarisce che la vicenda risale a tempi decisamente antecedenti rispetto all’accordo del settembre 2022 con il quale il Ministero della Cultura ha affidato in concessione Castel dell’Ovo al Comune di Napoli. Tant’è che Palazzo San Giacomo ha pensato che le operazioni per liberare le sale dovessero essere in capo al Demanio, effettivo proprietario della struttura. A novembre dello scorso anno, però, il Demanio ha chiarito che gli sgomberi degli occupanti “sine titulo” spettano chi ha firmato l’accordo di concessione, cioè Comune e Ministero della Cultura. A dicembre il Ministero s’è chiamato fuori scrivendo che le azioni «sono in capo al Comune di Napoli». Così il Comune ha fatto partire il documento con il quale, dopo aver atteso invano un primo rilascio della struttura lo scorso autunno, intima adesso agli occupanti di andare via entro venti giorni, altrimenti provvederà in autonomia a sgomberare i locali e poi presenterà il conto.

Nel documento è chiarito pure che gli eventuali canoni di locazione non pagati, verranno conteggiati e poi verrà presentata fattura alla ditta che si trova dentro i locali.

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Nel frattempo all’interno dentro Castel dell’Ovo proseguono i lavori di ristrutturazione che si sono resi definitivamente necessari dopo la chiusura al pubblico, che risale al 9 di gennaio del 2023. Quel giorno avvenne un altro, poderoso, crollo dalla facciata che impose lo stop agli ingressi fino al completo rinnovamento della struttura.

Gli interventi sono lunghi e complessi perché i danni al castello sono tantissimi e risalgono ai lunghi decenni di mancanza di manutenzione. Sul tavolo ci sono 8 milioni di euro che sono stati stanziati nel 2017 e utilizzati solo a partire dal 2023. Per ora sono ancora in corso i lavori di restauro delle facciate, consolidamento strutturale di alcune sale, adeguamento impiantistico e miglioramento dell’accessibilità. Palazzo San Giacomo spera ancora di poter consentire l’accesso, attraverso percorsi protetti, entro la prossima estate, per consentire ai turisti, almeno, di arrivare alle terrazze panoramiche.

La conclusione dei lavori è prevista tra un anno, nel 2025, esattamente in questi giorni. Ma per rendere definitivamente completo il restyling c’è bisogno di altri fondi che il Comune conta di reperire a breve.

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