Napoli, maltempo: cede il tetto
della piscina di Poggioreale

Napoli, maltempo: cede il tetto della piscina di Poggioreale
di Gianluca Agata
Giovedì 7 Novembre 2019, 09:20 - Ultimo agg. 12:36
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Una bomba d'acqua e il tetto della piscina Monfalcone non ha retto. Il pilastro di cemento è scoppiato formando un avvallamento sulla copertura e poggiandosi su un condotto dell'aria condizionata. Alla prossima bomba d'acqua, ma basterebbero solo costanti infiltrazioni, verrà giù e lo spettro dello Sferisterio, di cui esiste solo lo scheletro dalla metà degli anni Ottanta, è più che una prospettiva, diverrà realtà. Dopo il parziale crollo del solaio non ci sono stati danni a persone, ma soltanto perché la piscina è chiusa dal 30 settembre scorso quando i locali sono stati riconsegnati dalla Rari Nantes Napoli al Comune.

Dietro il complesso dell'Inail, in via Monfalcone, la Rari Nantes Napoli gestiva da undici anni una piscina costruita con i fondi del dopo terremoto. Una di quelle che il Coni prese in affido in quegli anni girandole alle federazioni, frutto della richiesta dei sindaci dell'epoca che chiesero aiuto all'ente sportivo per la gestione. La cosa ha funzionato fin quando il Coni centrale non ha deciso di smettere di gestire in proprio strutture sportive di cui non è proprietario svincolandosi dai contratti. In tutta Italia queste strutture sono state gestite dalle società con l'impegno delle amministrazioni succedutesi nel tempo di regolarizzare la situazione tra fitti, manutenzioni ordinarie e straordinarie. I canoni non sono stati così corrisposti sperando in un dare-avere con il rispettivo Comune. Ma la Corte dei Conti a un certo punto ha chiesto il conto di simili comportamenti e sono scattate le richieste degli arretrati.

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È di 134mila euro il contenzioso tra la Rari Nantes e il Comune di Napoli. Il 30 settembre scorso la piscina è stata riconsegnata al Comune e da allora è chiusa. «La Rari Nantes - spiega il presidente Giorgio Improta - gestiva la piscina dal 2011 in regime di concessione. Il sindaco de Magistris ci chiese di non chiudere gli impianti, di effettuare le spese necessarie che ci sarebbero state scomputate dalle quote annuali. Non è un caso che dei sette concessionari di altrettanti impianti, la Corte dei Conti ha verificato che tutti sono morosi con tanto di lettera di sgombero. Noi avremmo voluto anche rinegoziare il debito, ma dopo tanti anni di manutenzione artigianale, in cui abbiamo fatto quello che spettava a noi e al Comune senza ricevere nulla in cambio, ci siamo accorti dei problemi strutturali al tetto». «Ci riteniamo umiliati e abbandonati a noi stessi con promesse non mantenute» conclude Improta che annuncia il progetto di «un impianto stabile a mare in cui faremo attività didattiche e alleneremo i giovani».

Carmine Meloro, consigliere della IV Municipalità, è stato uno dei primi a denunciare lo stato della piscina. «Si sarebbe potuto intervenire prima - afferma - e un intervento di trentamila euro diventerà, semmai lo faranno, di 300mila euro». E la Municipalità fa i conti anche con la chiusura del PalaStadera, off limits per problemi di agibilità «e in questi anni completamente vandalizzato».

Sulle morosità rispedisce le accuse al mittente l'assessore allo Sport del Comune di Napoli Ciro Borriello: «Abbiamo dato a tutti la possibilità di rateizzare. Gestire una piscina a 500 euro al mese equivale a pagare meno di un appartamento. La piscina di via Monfalcone non morirà. Rientra in quelle per le quali stiamo cercando un accordo con la Federnuoto».

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