Napoli, il questore Giuliano: «Troppe armi tra i giovani, ora serve più prevenzione»

Napoli, il questore Giuliano: «Troppe armi tra i giovani, ora serve più prevenzione»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 12 Aprile 2022, 08:45 - Ultimo agg. 13 Aprile, 08:03
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Come ogni lunedì mattina, il questore Alessandro Giuliano ha un quadro chiaro di quanto avvenuto nel corso di un fine settimana scandito da episodi cruenti, più o meno riconducibili alla cosiddetta movida notturna. A poche ore dalla celebrazione del 170esimo anniversario della festa della Polizia (oggi alle 10.30 a Pietrarsa), dove saranno premiati donne e uomini in divisa che si sono distinti nel lavoro e al servizio dei cittadini, il questore analizza con il Mattino lo scenario metropolitano di una città che si riappropria del ruolo di capitale di cultura e turismo, ma che soffre di vecchi mali: la violenza di strada, la circolazione delle armi, le degenerazioni tra minori in materia di alcol. Definisce «preoccupante» la presenza di armi a Napoli, la cui domanda è sempre in crescita, anche a dispetto dei molteplici «interventi di polizia, sia contro clan che contro malviventi non legati a organizzazioni camorristiche»; mentre sull'alcol ai minori, batte sulla «necessità di fare rete con famiglie e altri attori sociali».

Questore, la cronaca degli ultimi giorni ci restituisce l'immagine di una città a mano armata: qual è la sua analisi?
«A Napoli si registra una preoccupante disponibilità di armi, specie tra i ragazzini.

Armi impugnate non solo da chi è legato ai clan, ma anche per quanto riguarda il crimine spicciolo».

A cosa fa riferimento?
«A un lavoro condotto da tempo che attesta questo scenario. Mi basta citare le attività di una sezione come i Falchi, che hanno catturato rapinatori che agiscono armati».

Intanto, nell'ultimo fine settimana, tra Coroglio e Torre del Greco, abbiamo episodi gravissimi, come l'omicidio di un ragazzino probabilmente per mano di due coetanei, puntualmente armati. Come commenta questi episodi?
«Sono episodi di violenza con cui ci misuriamo di frequente e che da un punto di vista investigativo fanno spesso registrare risposte immediate da parte delle forze dell'ordine. È chiaro che una simile circolazione di armi resta preoccupante, perché spesso collegata a una richiesta che va ricondotta alle organizzazioni camorristiche, che rendono particolare lo scenario napoletano».

Di recente abbiamo pubblicato alcune intercettazioni legate agli arresti di cinque presunti responsabili di un episodio da far west nei pressi del Cavone: erano tutti giovanissimi, armati e pronti ad uccidere, come è possibile una cosa del genere?
«Anche qui la risposta è stata immediata. Potrei limitarmi a ricordare che la squadra mobile e i commissariati Montecalvario e Dante, coordinati dalla Procura della Repubblica, sono stati capaci di intervenire in modo tempestivo, individuando presunti responsabili di un agguato fallito (in un'inchiesta confermata dal gip in sede di convalida e dal Tribunale del Riesame, ndr). Ma è evidente che qui la richiesta di armi è altissima e tocca a noi intervenire in modo tempestivo. Più in generale, sempre a tutela delle fasce più giovani, serve prevenzione».

In che senso?
«Prendiamo gli abusi di alcol, in un contesto che sommariamente definiamo movida. È uno scenario in cui si deve fare di più in materia di prevenzione, pretendendo responsabilità diretta anche da parte delle famiglie».

Diciamo anche che se c'è chi vende alcol fino a tarda notte a un 15enne, i genitori possono fare ben poco, non trova?
«È chiaro che il gestore del locale va sanzionato. Di recente ho firmato la chiusura temporanea di due baretti per trenta giorni, per vendita di alcol ai minorenni. Ma in questo campo non contano solo gli interventi di polizia, le sanzioni amministrative e le relative denunce penali. Qui occorre lavorare gomito a gomito, fare rete e intervenire quando si manifestano i primi segnali di allarme, che solo i genitori possono percepire».

A cosa fa riferimento?
«Prima di essere poliziotti, siamo cittadini e genitori, sappiamo quanto è complesso il mestiere di padre o di madre, ma se un ragazzino di 13 anni comincia a bere superalcolici, occorre agire subito. Bisogna sfruttare l'enorme vantaggio che abbiamo nel poter agire in modo preventivo, parlare con i più giovani, mostrare le conseguenze di un atteggiamento scorretto, segnalare criticità appena esse si manifestano. Abbiamo sezioni specializzate nel dialogo formativo, ai genitori dico: fidatevi di noi, che in questa materia non sarete mai soli».

Napoli torna in vetta alle classifiche del turismo, avremo altri eventi internazionali, è possibile blindare i percorsi turistici?
«Faremo di tutto per rendere la città sicura e ospitale, come per altro avvenuto nel corso dei vertici internazionali che hanno restituito centralità a Napoli: su questo posso solo congratularmi per l'abnegazione mostrata dai miei colleghi».

Oggi saranno premiati donne e uomini poliziotti, qual è il senso di questo evento?
«Ricordare i sacrifici di donne e uomini al servizio dei cittadini, non solo per indagini e ordine pubblico, ma anche nel sociale o nello sport, come l'esperienza delle Fiamme oro ci mostra ogni giorno».

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